La FIGC e la Lega Calcio quest’anno hanno tentato nuovamente di scimmiottare quello che si fa in Inghilterra, in Premier League. Un Boxing Day all’italiana che è un cazzotto per i tifosi. Il Boxing Day, il “giorno della scatola”, è una tradizione non solo calcistica per gli anglosassoni di fede cristiana. Il giorno dopo Natale, infatti, si regalano doni alle persone meno fortunate della società.
Il calcio inglese fa un “dono” calcistico ai più bisognosi, non solo con i prezzi inferiori per i più giovani fino ai sedicenni anni (un euro per l’ingresso in qualche gara accompagnati da genitori e parenti, ndr), ma regalando un’abbuffata di calcio con almeno tre gare di campionato. Le regole sono uguali per tutte le squadre: le gare si giocano alle 15 e sono rigorosamente bandite le televisioni sul territorio nazionale per portare famiglie allo stadio. Importante per il calcio anglosassone ragionare prima di tutto con le abitudini degli inglesi adattandosi a queste ultime. Non viceversa, come da noi.
In Italia invece il “cazzotto day” ha creato scompiglio nelle famiglie giocando il 23 dicembre, quando tutti erano a caccia di regali e ultime spese per il cenone. E si giocherà il pure il 29 dicembre, tutti fuori le mura a organizzarsi il Capodanno o in vacanza.
Da noi il “cazzotto day” non ha creato appeal perché come sempre FIGC e Lega hanno cercato di pianificare l’internazionalizzazione televisiva senza tenere conto che in Italia si vende solo il 46% dei biglietti. Il recupero dei tifosi allo stadio non interessa e sono tutte balle gli stadi fatiscenti e compagnia.
La FIGC e la Lega sono miopi, se non orbe, quando si tratta di individuare l’opportunità di valorizzare il calcio. Solo un’unica preoccupazione: i diritti TV. Tutto questo si è verificato durante il “cazzotto day”, e meglio se davanti alla Tv e non dentro gli stadi.
Se si volessero riportare i tifosi allo Stadio basterebbe copiare la Premier che trasmette solo il 40% delle proprie gare di campionato in Tv sul territorio inglese. Invece nell’italico “Barnum” del pallone gli orari sono saltimbanchi a favore delle trasmissioni Oltre Oceano e se ne fregano degli abbonati o degli orari lavorativi. Dopo tante guerre, si è deciso di fare anticipi e posticipi alla lunga senza tenere conto della classifica.
La domanda è: perché non si è scelto di giocare il Campionato italiano il 26 dicembre? C’è stato il veto di De Laurentiis altrimenti i “cinepanettoni” sarebbero andati in buca dato che vivono solo una settimana? Perché non si gioca il primo gennaio, tutti reduci dal Capodanno e probabilmente presenti senza guardarla in diretta televisiva? Perché si gioca il 6 gennaio, festa della Befana, e non, con lo stesso criterio di prima, il 7 gennaio?
Sono solo domande che non avranno risposta perché attualmente non ci sono né Lega né Figc. Per adesso sono solamente considerazioni di tifosi e cronisti. Tranquilli, il Vaso di Pandora, il contenitore di tutti i mali del calcio italiano, si scoperchierà dopo i 20 giorni di sosta del campionato quando il 13 e 14 e il 20/21 febbraio si giocheranno gli ottavi di Champions ed Europa League e tutti avranno una scusa in più se non passeranno il turno: carichi della nuova preparazione e poco ritmo partita nelle gambe.
Il “cazzotto day” non è solo per il calcio ma anche per i saldi che rispetto all’Inghilterra iniziano il giorno 5 invece che il 1 gennaio. Sarebbe stato facile preventivare che l’afflusso sarebbe stato maggiore con tutti in festa.
Anche in occasione di quest’ultimo “Cazzotto Day” si è capito che lo stadio non è per i giovani. Si continua con un format superato e il calcio non è a misura delle famiglie. Addirittura nel 2007 si è fatta una legge (4 aprile , articolo 11 ) che come al solito viene gabbata. Legge che impone ai club di garantire i biglietti gratuiti per i minori di 14 anni per almeno il 50% delle gare organizzate nell’anno. Tutto superato con le gare di Coppa Italia fino agli ottavi e altre partite di basso cartello.
Le famiglie potrebbero essere una buona medicina per stemperare quello che succede qualche volta negli stadi. Invece si preferisce lasciare i ragazzi e i padri davanti alle Tv.
Il calcio italiano sta affondando nel mal costume e nei debiti. Per adesso ci pensano le Tv a far vedere che tutto funziona bene inquadrando fanciulli, nonni, fidanzati durante le partite.
Il “cazzotto day” poteva essere l’occasione giusta per applicarla in tutte le gare quella legge, anche in quelle di Coppa Italia che attraverso un’assurda formula ha messo di fronte derby nelle città di Torino e Milano. Partite di Coppa Italia – per fortuna occasionali – che per FIGC e Lega sarà motivo di orgoglio averle organizzate nella scatola delle Feste.
Basta fare elogi al calcio britannico e cercare di copiarlo. È il momento di passare dalle parole ai fatti e questo “cazzotto day” del calcio italiano potrebbe insegnare qualcosa a coloro che prossimamente, chissà quando, verranno eletti ai vertici di FIGC e Lega.