Dal 7 novembre Ballardini ha cercato di far capire che ogni rete non realizzata nasce da errori meno tattici e più tecnici di esecuzione, anche se i gesti per arrivare allo scopo sono stati ben eseguiti. Tutto succede al contrario per quelli incassati e, se non eseguita bene, oltre la tecnica potrebbe innestarsi anche la tattica. Nell’attuale Genoa c’è uno spartito tattico e quando suona il gesto tecnico è piacevole.
Ballardini preparerà la gara di domani contro il Torino con fasi attendiste e altre con pressioni alte collettive. L’intenzione di accorciare le distanze tra i reparti per migliorare le due fasi di gioco sulla carta è giusta considerando gli uomini che ha disposizione nella rosa.
Strategia giusta quella del Balla: importante andare in marcatura ad uomo nella zona a tutto campo ed essere efficaci nel riaggredire perché il Genoa rischia quando è lungo. Il Grifone contro il Toro più che alto non dovrà essere troppo lungo viste le caratteristiche dei granata dal centrocampo in su e considerate anche le assenze importanti di Belotti, Ljajic e Baselli.
Dietro Sirigu e gli altri non dovranno trovare spazi per iniziare la costruzione. Sirigu cerca e riesce a trovare l’uomo giusto tra le linee avversarie con il lancio lungo. Contro Iago Falque e compagnia, per contrastarli, dovranno alzarsi tutte le linee rossoblu per non rischiare di dare la profondità agli avversari, e non solo all’ex rossoblu.
Il Genoa contro il Torino dovrà dare il massimo e migliorare nel portare il pressing in maniera collettiva. Tutto dovrà essere misurato alla lettura della situazione più in campo che dalla panchina.
Il Genoa dovrà salire più a pallone coperto, operazione riuscita difficile in alcuni frangenti del primo tempo anche con il Benevento. Per pallone o palla coperta si intende affrontare l’avversario in possesso dandogli poche possibilità di giocarla bene. Quando si è concesso troppo spazio a un qualsivoglia giocatore tra la prima e l’ultima linea di pressione si sono visti in difficoltà i centrocampisti rossoblu, finiti per sbagliare scelte intasando inutilmente spazi già coperti. Chi ne ha sofferto di più di questa situazione tattica è stato Veloso che ha inseguito, a discapito della qualità, il suo dirimpettaio (e non soltanto lui).
Il Vecchio Balordo contro il Torino dovrà approfittare del fatto che dietro concedono abbastanza essendo poco equilibrati con alti e bassi durante le gare. Mihajlovic per sopperire a tutto ciò ha mandato nella mischia Burdisso, che usa tanta forza.
La formazione del Genoa, con il recupero di Bertolacci, sarà la solita. Spolli sarà monitorato fino a domani: nel caso di un forfait dal primo minuto pronto Rossettini, da buon ex voglioso di giocare. Pandev-Lapadula il solito ballottaggio: aggiungiamo anche “Pepito” Rossi in corso di gara.
CAPITOLO TORINO – La formazione di Mihajlovic arriva alla fine dell’anno, all’ultima del girone di andata, con una stagione ancora da indirizzare con qualche picco di crisi non previsto. Dubbi e incertezze, prese di posizione del tecnico anche nella settimana che precede la gara con il Genoa, restano all’ordine del giorno. Nessuna risposta definitiva dopo 18 giornate su quali siano gli obiettivi.
Rispetto allo scorso campionato è cambiato solo l’organico. La proprietà ha cercato di mettere a disposizione di Mihajlovic una rosa più ampia e più di qualità con gli inserimenti di Sirigu in porta, N’Koulou in difesa e Rincon a centrocampo. Non male come spina dorsale, se poi ci si aggiunge anche Niang.
Anche con i quattro, con Ansaldi in più arrivato nell’ultimo giorno di mercato, non c’è stato un miglioramento. Un anno fa a meno uno dal giro di boa avevano due punti in più (25) rispetto agli attuali 24. L’Europa, obiettivo di inizio stagione, non è lontana ma neanche vicinissima.
Il motivo del non salto in classifica potrebbe essere che il Gallo Bellotti non canta più, solo 4 reti realizzate. Per il bomber dello scorso anno con 26 reti bisogna anche considerare la persecuzione della sfortuna al ginocchio destro che continua anche con l’ultimo infortunio di mercoledì scorso.
La squadra costruita dalla società e da Mihajlovic intorno a Belotti non è riuscita. La volontà del serbo di costruire una squadra offensiva, rischiosa ma affascinante, non è riuscita. Il 4-2-3-1 a favore del Gallo con Ljajic a supporto e due esterni di qualità da scegliere tra Falque, Niang, Berenguer, Boyè è finito ben presto nella cantina del Filadelfia dopo aver subito 17 gol nelle prime 10 giornate.
Sinisa Mihajlovic è tornato quindi all’antico con il 4-3-3 composto da un metodista, due incursori e un tridente quasi sproporzionato con Ljajic o Niang (subito fuori dal 4-3-3) a sinistra e Falque a destra utilizzato “alla Callejon” a supporto di Belotti.
Il Toro gioca sempre a testa bassa, cerca di usare l’impostazione offensiva ma difficilmente riesce a dominare l’avversario. La strategia è quasi unica: risalire velocemente il centrocampo e servire i talenti alle spalle di Belotti sfruttando in particolare la catena di destra con Falque e De Silvestri. La sinistra non ha funzionato bene neanche con Ansaldi, sempre alle prese con infortuni. L’ultima operazione di ernia inguinale non ha aiutato e la coppia di sostituti Molinaro-Barreca ha lasciato a desiderare. A sinistra non bisogna dimenticarsi della diatriba caratteriale tra serbi : Mihajlovic e Liajic (sarà assente contro il Grifo per affaticamento muscolare, ndr).
In difesa Miahjlovic si affida agli stagionati centrali Burdisso e Moretti. Gli ex rossoblu si giocano in ogni gara il posto vicino a N’Koulou.
Con l’infortunio di Belotti assente domani Mihajlovic dovrebbe tornare all’antico, al primo infortunio del Gallo del primo ottobre scorso contro l’Hellas. Belotti assente per tre gare sostituito da Ljajic accompagnato da Falque, Niang e Sadiq: si giocava con il 4-2-3-1.
Il nigeriano proveniente dalla Roma giocò da prima punta. Gli 8 gol incassati dal Toro in 4 gare fecero cambiare il modulo con il Cagliari con il rientro di Belotti. Fu ancora 4-3-3, modulo che portò alla vittoria contro i sardi salvando la panchina dell’allenatore. Con il 4-3-3 Sadiq e Niang hanno scaldato la panchina, il nigeriano proveniente dalla Roma non è stato convocato nelle ultime gare.
Se non dovesse cambiare modulo contro il Genoa, salvo colpi di teatro, Mihajlovic potrebbe affidare il ruolo di prima punta a Niang con questa probabile formazione: Sirigu; De Silvestri, Burdisso, N’Koulou, Molinaro (Barreca); Rincon, Valdifiori, Obi; Falque, Niang, Berenguer.
Torino-Genoa sarà diretta da Irrati di Pistoia. Arbitro internazionale dal 1 gennaio 2017, nato nel 1979, avvocato in Pescia. 80 gare dirette in serie A con 23 rigori e 22 espulsioni. Otto le gare già dirette in stagione tra cui Milan-Torino e Genoa-Sampdoria. Sei rigori concessi, zero rossi nel tabellino stagionale. Con il Torino 14 gare in carriera: 5 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte; con il Genoa 8 gare: 4 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte.
Primo assistente Alassio di Imperia, secondo Rossi di Rovigo. Quarto uomo Marini di Roma. VAR: Maresca di Napoli. AVAR: Lo Cicero di Brescia. In diffida: Taarabt, Rossettini, Veloso, Zukanovic.