È ricominciato il campionato ma il pensiero di dirigenti, allenatori, calciatori e tifosi è stato ancora più rivolto al mercato che al campo. La gara più importante, annunciata, della seconda di ritorno (Inter-Roma) è finita con un pareggio all’antica che non serve a nessuno ai fini della classifica, solo alla Lazio che aveva strapazzato al pomeriggio il Chievo con una cinquina anche senza Immobile infortunato. Simone Inzaghi riprende il gioco e l’Inter, piazzandosi al terzo posto con Milinkovic Savic e Luis Alberto macchine da assist, tiri e gol. Maran ha rinunciato agli over 30 e + si sarà pentito? Stasera la Lazio vuole mettere sotto il Cupolone il terzo posto nel recupero con l’Udinese.
Inter e Roma non sanno più vincere. La Roma di Di Francesco attacca e dopo si spaventa per le parate di Allison che stoppa da solo Icardi, passa al 3 5 2 fa alzare il baricentro di Spalletti e prende gol al 90’ circa. Dzeko non pervenuto, con il cervello già in Inghilterra. Alle 12.30 la Dea non è stata indigesta al Ciuccio partenopeo che ha sfatato il tabù Atalanta e Gasperini. Atalanta non brillante, non per il caso Petagna in panchina anche sotto di uno a zero. Sarri gode per la vittoria alla Dino Viola con un gol “questione di centimetri”. Gol al limite del fuorigioco che non ferma la lingua “biforcuta” – come diceva Tex Willer – del mister partenopeo contro i posticipi e anticipi rispetto alla Juventus, parole che hanno scatenato un dibattito tra i saccenti calciofili sul fatalismo come una dottrina che cerca di contraffare la firma di Dio. Sarri gioca come sai e alla fine farai i conti, gli alibi non fanno punti.
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Una libecciata di Kessié stronca il maestrale e il Cagliari. Capitan Gattuso, sull’isola come Capitan Uncino, arpiona la seconda vittoria consecutiva. L’isola del tesoro rossonera non è vicina, quella rosso blu isolana svanisce tra le mura amiche.
Quaglia&Rami levano i fantasmi blucerchiati al Ferraris con assist e gol. Quagliarella ha battuto il record con 15 gol. La Fiorentina è sempre viola come prima della sosta: svogliata, apatica anche con il 3 5 2. Gli 8 risultati positivi mai stati frutto di un’identità precisa di gioco. Ferrero ha ordinato a Bogliasco di togliere gli specchi dallo spogliatoio in vista della doppia sfida tra sera e domenica prossima con la Roma. Udinese-Spal: ritorno al passato per i friulani, con più fortuna grazie a un tiro e un gol .Orgoglio spallino in attesa della rivoluzione di gennaio con il calciomercato.
I saldi del calciomercato hanno rilanciato il Crotone di Zenga, che ha fatto saltare il Bentegodi sponda Hellas. Saldi con Benali e Ricci, che quando mangia nduja si sveglia risorge con assist e gol. Visti allenamenti e partite, non digeriva il pesto? Pecchia, il tecnico veronese, non è arrivato al capolinea: riconfermato. Rivedrà tutti gli errori dei singoli che sotto la panca fanno crepare il mister. In Bologna-Benevento le streghe rianimano non solo gli “asinelli” felsinesi,ma anche la squadra di Donadoni. Il “nessun dorma “ di Simone Verdi è continuato dopo il rifiuto al Napoli con assist e gol. Benevento vede solo le streghe, in difesa senza Capitan Lucioni squalificato. Dopo le vacanze canadesi tornato al gol Blerim Dzemaili.
Juventus-Genoa: Vecchio Balordo cornuto e mazziato dopo le sentenze del Giudice Sportivo con le diffide a Spolli e Rosi che si aggiungono a quelle di Veloso, Rossettini e Taarabt. Ieri si è capito il 360º + 1 di Ballardini, signore incazzato solo al triplice fischio finale. I giudizi dei media su Di Bello di Brindisi lasciano perplessi. Merito del VAR o giocare contro la Juventus che produce elettroshock per chi la giudica. La Juve e forte, è la più forte del campionato italiano, basta fare un giro nei dintorni dello Stadium, anche senza pallone in gioco, per capire che vincerebbe senza il solito codazzo di tromboni che sfiatano sui giornali e TV. Il Genoa ha perso contro i bianconeri, riguardando la gara si renderanno conto che una Signora così stanca, confusa, azzoppata non la incontreranno più. Passare dal sole delle Maldive agli 0° di Torino può anche succedere.
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Il teatrino del VAR continua non con i rigori ma con i centimetri di fuorigioco. Il calcio italiano prima o dopo si accorgerà di essere stato usato come cavia, non per prestigio ma economicamente nel massimo campionato. Per adesso tutti si consolano per le grandi proteste, messe a tacere nonostante le vistose cappelle. Qualcuno incomincia a chiedersi cosa cambierà se i difetti del VAR sono e saranno sempre alimentati dagli stessi arbitri che regolarmente fanno errori con il fischietto in bocca, fuori e dentro l’area di rigore e dietro i teleschermi rallentati e vivisezionati. Silvio Berlusconi lancia la quinta zampa del centrodestra. Qualcuno a Milano gongola, prima i cani e dopo il Milan, qualcuno spera prima del 4 marzo. Il Cav. potrebbe provarci, per non essere coinvolto nelle Idi di Marzo della politica italiana.
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— A Tutto Milan 1899 (@ATuttoMilan1899) January 22, 2018