Oggi prima della partita c’è stato un saluto, dopo 23 anni dalla sua scomparsa, a Vincenzo “Claudio” Spagnolo, scomparso il 29 gennaio 1995. In tribuna c’erano i suoi genitori, tra cui il padre Cosimo, che con la sintetica saggezza di chi ha vissuto sulla propria pelle il dolore ha parlato così del tributo offerto a suo figlio prima della sfida fra Genoa e Udinese. Una partita nella partita, ma ben più importante. Con Claudio che guidava dal terzo anello.
“Dopo 23 anni la cosa più bella che ci possa essere è che nessuno ha dimenticato. Quindi questo vuol dire che questi ragazzi vogliono che non succeda più un fatto del genere. Ragazzi che magari ancora non erano nati e che con la lezione della storia si augurano che questa cosa non succeda mai più. E lo stanno dimostrando coi fatti altrimenti non sarebbero qua. Poi tutte le domeniche che il Genoa gioca in casa Claudio è con loro alla Nord: lo vediamo dallo striscione. Non l’hanno mai dimenticato e continueranno a non farlo. Questo ha un significato molto forte per lo sport: vuol dire che al di là di ogni risultato, il valore della vita dei ragazzi che vanno allo stadio è maggiore di qualsiasi altro risultato“