Iniziato un giorno in anticipo il Festival del Genoa: volare nel blu dipinto di rossoblu alla Modugno o, alla Nilla Pizzi, vola Grifone.
Genoa bestia nera della Lazio. Il Grifone vola più in alto dell’Aquila perché è una creatura leggendaria nella mitologia con il corpo di leone, quello messo in campo dai protagonisti rossoblu, e la testa d’aquila del suo condottiero Ballardini che legge bene le gare in anticipo e in campo. Quando è seguito può fare male a qualsiasi squadra.
I Griffon d’oro sotto il Cupolone sono stati tanti. Gli Harry Potter sono stati due: Ballardini preparando squadra e partita con vecchi e nuovi in modo ottimale e Pandev, il mal di pancia di Lotito, che sfodera una prestazione super nelle due fasi gioco annullando Leiva e le ripartenza laziali.
Partita difficile per il centrocampo del Genoa nel contrastare quello di qualità e mobile dei biancocelesti con una peculiarità vincente, non vista nelle altre partite di campionato: prendere alle spalle la difesa avversaria con le ripartenze sulle corsie laterali grazie al lavoro di forza e massacrante di Galabinov, centravanti che gioca per la squadra. Non lo si è visto solo nell’occasione del primo gol di Pandev ma soprattutto con gli inserimenti delle mezze ali (più Hilljemark che Rigoni) pronte a tagliare con il numero 88 sulle spalle la difesa biancoceleste.
Ballardini contro la Lazio ha sofferto poco, la cura di difesa e fase difensiva è al top: cambiano i suonatori ma non la musica. Ha fatto sfogare la Lazio all’inizio dei due tempi di gioco dando l’impressione di studiare ma quando il Vecchio Balordo ha trovato incisività e equilibrio ha comandato il gioco anche con il baricentro basso. Il miglior Genoa contro le squadre di vertice è anche merito del calciomercato e di chi lo ha fatto.
Quelli che hanno debuttato quando avranno più minuti nelle gambe saranno utili alla causa, alla ricerca del gol e dei tre punti dopo aver anestetizzato gli avversari.
La Lazio, che alla vigilia visti i risultati doveva fare un solo boccone del Grifone, è stata vittima della paura del suo tecnico e della bravura del Genoa. Inzaghi ha sbagliato la formazione iniziale: un 3-5-1-1 con poco senso contro una squadra che non lascia spazi a nessuno. Quando ha provato a rimediare con il 3-4-2-1, con l’ingresso di Nani e Anderson, ha nuovamente sbagliato. Ma viste le ripartenze del Genoa e i cambi di Balla si è capita la prudenza iniziale.
Il più incacchiato era Lotito, oltre che per il risultato anche per i diritti Tv saltati quasi al mattino, e per il fallimento dei prezzi popolari con conseguente Olimpico semi vuoto. Per ripicca non ha neanche comunicato il numero dei paganti. Grande gioia dei 200 genoani arrivati a Roma da Genova e dalle altre Regioni del centro Italia.
La cura Ballardini continuerà. Alla guarigione calcistica mancano solamente i gol e i tre punti dentro il Tempio.