Fra vicini ci si intende. E se Marco Nosotti, noto giornalista e commentatore di Sky Sport, è di natali emiliani, il tecnico rossoblu Davide Ballardini è romagnolo, nativo della provincia di Ravenna. E nello scenario dello stadio Olimpico di lunedì sera l’uno ha raccontato per via televisiva quelle che erano le richieste, i dettami tecnici e le indicazioni dell’altro. Per sapere cosa ci ha detto questo Lazio-Genoa e quale sia il commento a freddo fatto da bordo campo abbiamo proprio contattato il nostro collega, Marco Nosotti, per saperne di più e chiudere il cerchio sull’ultimo successo rossoblu. Ecco le sue parole.
Ci commenteresti questo Lazio-Genoa visto da bordocampo?
Lo commenterei dicendo che mi è piaciuta come partita per la qualità del secondo tempo e per le emozioni che ha regalato. Ma attenzione: il primo tempo non era da buttare dal momento che il Genoa ha fatto – e poi lo hanno confermato anche i protagonisti – una partita intelligente. Mi è piaciuto molto come ha saputo aspettare e disinnescare la Lazio senza fretta. Devo dire che, poi, mi è anche piaciuto per come ha saputo ritrovarsi di fronte anche a situazioni avverse. Vedi il VAR che ti annulla giustamente il gol, ma che avrebbe anche potuto spezzarti le gambe in quel momento.
Mi sono inoltre piaciute le scelte di Ballardini. Come sempre parla il giusto ed è impenetrabile a bordo campo. Difficile capire le indicazioni che dà: ha trovato la chiave di lettura per dare un senso alla partita dei suoi ragazzi. Parlo della posizione di Bertolacci, che ha fatto una delle partite migliori da quando lo conosco, anche quando è passato al Milan. Mi è piaciuto molto anche Hiljemark, che all’inizio forse non si spingeva tanto ma dopo, coi suoi tagli, movimenti e con un’interpretazione dello spazio, è stato molto significativo.
Ci sono state delle scelte e vi è stata una risposta di squadra condivisa. Questo credo faccia ben sperare per il futuro: si vede che c’è del lavoro condiviso e disponibilità da parte dei giocatori. Prendi pochi tiri, prendi pochi gol: è la prima base per venirne fuori. A un certo punto poi ti metti a segnare e quando ti lasciano il campo, quando gli altri fanno la partita e tu la giochi rispondendo di conseguenza – e in trasferta succede spesso – ecco che si spiegano quei dati importanti che il Genoa ha lontano da Marassi.
Come vive la partita da bordo campo mister Ballardini?
Sempre calma piatta, ma è fuoco sotto la cenere. Ricorre non sempre al pugno o all’urlo: lo fa solo in ultima ratio. Perché lui sa che i suoi giocatori conoscono delle cose e possono tirarle fuori. Rimane sempre impenetrabile: è un romagnolo “sui generis”. Si fa fatica a capire quello che ha detto per dare qualcosina in più a chi sta guardando la partita da casa e a chi la sta commentando. Col “Balla”, sì, alle volte si fatica: ma è persona piacevole, di piacevole eloquio e battute simpatiche. Due o tre cose mi è sembrato però di capirle: ad esempio quando ha messo dentro Medeiros ha cambiato e la squadra l’ha capito subito. C’erano delle situazioni provate.
Tra l’altro è stato un cambio a cui la Lazio non ha saputo rispondere adeguatamente. La formazione biancoceleste poteva forse accontentarsi di un pareggio: in quel momento era la cosa migliore che potesse fare. Poi è stata punita, ma ci sta: fa parte del gioco. E poi Pandev è sempre un guerriero, non si tira mai indietro: che marpione! Finché ne ha avute ha fatto grandi giocate.
DI SEGUITO L’INTERVISTA AL COLLEGA DI SKY SPORT MARCO NOSOTTI: