“Così non VAR“. Titolava così un manifesto cartaceo distribuito all’ingresso dello stadio Olimpico lunedì scorso, quando ci dirigevamo per raccontarvi la partita fra Lazio e Genoa. Le polemiche erano per le discusse scelte del 22° turno, alcune fortemente penalizzanti nei
absolute scenes in Portugal tonight, Boavista concede a blatantly offside goal but the ref can't use VAR to prove it because someone was blocking the camera with a giant flag pic.twitter.com/pJQkwef6iu
— alex (@illiquidswords) February 7, 2018
Insomma, a parte tutto il contorno internazionale, serve una regola più chiara, che renda il VAR ancor più attento nelle diverse circostanze (al Ferraris perché non si è visto a posteriori il tocco di Murru, comunque involontario? Che stava osservando il VAR? Senza proteste non c’è revisione al VAR?) ma anche più libero di prendersi delle responsabilità in linea con un regolamento più al passo con un calcio televisivo da cui sottrarsi diventa ormai quasi impossibile. Il VAR non può intervenire soltanto quando si infervorano le polemiche tra spalti e campo: altrimenti la strada è tracciata e l’occhio di falco del mondo del tennis, per dirne una, potrebbe diventare una strada ancora percorribile. A chiamata corrisponderebbe revisione.