MediaPro e la Spagna, dove siamo andati per raggiungere direttamente la fonte, invadono l’Italia e il mondo del pallone italico, anche se indirettamente all’orizzonte potrebbe esserci ancora la Cina degli investitori: è infatti in previsione entro la fine di marzo il via libera del Governo cinese (arriverà?) all’acquisizione del 54% di Imagina (gruppo di cui MediaPro è partecipata, ndr) da parte di Orient Hontai Capital. Questo aspetto in Spagna non lo mettono particolarmente in risalto, anche se è voce che aleggia da ottobre 2017, mentre fanno notare con falsa modestia, fra un editoriale e un altro, che l’unica concessione che accorderanno al calcio italiano sarà di chiamarlo ancora con la “C” maiuscola, laddove MediaPro metta le mani sul pacchetto per i diritti televisivi non esclusivi. A meno di colpi di scena, quindi, il calcio italiano dovrà prepararsi se non altro a un cambio di prospettive: qualcosa, rispetto agli ultimi quindici anni, inevitabilmente cambierà. Ma andiamo con ordine.
COSA FA MEDIAPRO E QUALI SCENARI PROSPETTA – Commercializza i diritti televisivi della Liga Spagnola in tutto il mondo, mentre in Spagna trasmette le partite di campionato attraverso due piattaforme online, la più nota beIN Sport e la più “decadente” Gol TV. E già questo dovrebbe far riflettere su cosa potrebbe trovarsi davanti l’utenza del calcio italiano nel prossimo triennio: non più una piattaforma – o al massimo due – che al costo di un abbonamento offrono un intero pacchetto sportivo, ma più provider (fornitori di servizi, ndr) ai quali viene venduto da un soggetto terzo lo stesso prodotto, a sua volta rivendibile nel più classico dei metodi pay tv. E magari, contemporaneamente, chi vende questi pacchetti ha anche un proprio canale televisivo, come accade in Spagna.
Andando ancora più a fondo, si aggiunga che MediaPro si caratterizza per essere titolare, (sul solo territorio spagnolo, ndr) dei diritti per la diffusione di UEFA Champions League e
Ci proverà anche Javier Tebas (foto sopra a sinistra, ndr) ad insidiare quella poltrona e lo farà nelle vesti di attuale presidente della Federcalcio spagnola. Sarebbe un colpo doppio della Spagna, per quanto porterebbe con sé le polemiche di un passato politico ed istituzionale “scomodo” per Tebas e una vera e propria invasione spagnola all’interno di istituzioni calcistiche, quelle italiane, appena commissariate. Si creerebbe probabilmente un’instabilità, il preludio a un Big Ben calcistico che potrebbe rilanciare il calcio italiano. Sarebbe il colmo che la Spagna, oggi indiscutibilmente un passo avanti, rappresentasse un decisivo aiuto per il rilancio del mondo del pallone italiano. Almeno in chiave economica.
IL MONDO DELLO STREAMING E AMAZON PRIME – Ma tornando a MediaPro, l’offerta che proponeva al calcio italiano era di quelle che, a detta di tutti, non si potevano rifiutare.
Qui sta la vera questione, almeno apparentemente. Il calcio infatti non può aver sottovalutato la potenza di Internet e dello streaming, che peraltro è riscontrabile senza particolari problemi anche via social network, in particolare da quando Facebook appare sempre più vicino ad essere un motore di ricerca in stile Google. Per non rischiare una deriva fuori controllo dei contenuti e una perdita in termini economici, a MediaPro
Per capire meglio a cosa si andrà incontro, il primo passo è il voto del 14 febbraio prossimo, poi lo saranno il via libera dell’Antitrust e le notizie dal Governo cinese. Intanto i tifosi stanno col fiato sospeso e restano nel mezzo: a quanti hanno consolidato negli anni l’abitudine a sostenere i loro beniamini da casa, che conto verrà presentato?