Nel corso della settimana “corta” che sta accompagnando il Genoa alla sfida contro il Chievo, seconda trasferta consecutiva per il Grifone, l’entusiasmo per il successo dell’Olimpico ha ceduto poco a poco il passo alle insidie che riserverà la trasferta del “Bentegodi”. Per andare più a fondo su quello che potrebbe raccontarci la gara tra Genoa e Chievo, fra Ballardini e Maran, abbiamo contattato Simone Antolini, redattore e firma del giornale L’ArenaEcco quanto ci ha raccontato.

Pregi e difetti di questo Chievo?

Il Chievo sta vivendo uno dei periodi più lunghi e difficili della gestione Maran, dove è rimasto sorpreso anche dai risultati, venuti a mancare. In passato il Chievo partite come quelle con Crotone, Benevento o Bologna in casa non le avrebbe mai sbagliate. Adesso deve recuperare il tempo perduto.

Venendo ai pregi, sicuramente il Chievo è una squadra che si conosce: ha esperienza, ha la giusta maturità per uscire dalle difficoltà e non è appagata. I difetti – che poi non sono difetti – sono stati gli infortuni pesantissimi che hanno minato equilibri e certezze di questa squadra. Mi riferisco soprattutto a Castro, giocatore che è mancato tantissimo a questo Chievo. Giocatore in mezzo al campo capace di saltare l’uomo e di tantissima qualità. Parlo anche di Meggiorini, punta che a livello realizzativo non ti dà grandi numeri ma che è preziosissimo come primo difensore e nell’attaccare, dare profondità alla manovra e supportare l’altro attaccante. 

Non in ultimo mi riferisco anche ad Inglese, che si è fermato dopo la gara col Benevento e che si è rivisto in campo contro l’Atalanta. In questo momento è il principale terminale offensivo del Chievo, il giocatore che ti dà quel qualcosa in più e che è mancato proprio nel momento del bisogno. 

Dov’è finita la capacità di Maran di far giocare male i propri avversari?

Questo aspetto è tattico, pur essendo la tattica consolidata, ma è soprattutto legato all’intensità. Per far giocare male un avversario devi stargli addosso, avere una lettura difensiva sempre perfetta e intasare la mediana. Nel momento in cui il Chievo perde questa intensità dato che perde giocatori chiave che fanno e danno intensità; nel momento in cui non si trova nella condizione di allenarsi bene perché questa intensità viene a mancare durante la settimana; nel momento in cui all’intensità fai mancare anche la qualità necessaria, ecco che va in difficoltà.

La linea difensiva ha dovuto fare a meno anche di Dainelli, che un giocatore che, nonostante la carta d’identità per così dire “ingiallita”, fa sentire la sua assenza. Se si sommano l’impossibilità di avere un allenamento costante e continuo alla mancanza di uomini chiave, il Chievo va in difficoltà. Ha preso, per esempio, delle imbarcate cui non aveva abituato: le cinque reti subite con l’Inter o la sconfitta con la Lazio all’Olimpico. Una somma di difficoltà che sono aumentate e hanno messo nudo il Chievo di fronte alle proprie responsabilità. Si è creata questa emergenza nell’emergenza che non ha permesso a Maran di avere quasi mai il Chievo migliore.

Dirò di più: nelle gare di Crotone e Benevento è mancato l’approccio mentale giusto. Probabilmente la buonissima partenza iniziale in campionato ha creato un inconsapevole senso di appagamento: perché il Chievo quando doveva fare punti li ha sempre fatti. Quando vivi di questo ricordo puoi anche fregarti da solo. Ora il Chievo deve dimostrare di poter tornare il Chievo che si descriveva prima.

Il calciomercato può aver colmato qualche lacuna del Chievo?

Il calciomercato fatto dal Chievo è il mercato che il Chievo voleva. Un po’ perché a dicembre e gennaio non ci sono mai state rivoluzioni reali, anche se in passato abbiamo assistito all’arrivo di 5/6 giocatori. Il Chievo non necessitava di tanti innesti, bensì di ritrovare i giocatori infortunati: sono loro gli acquisti al termine del loro percorso riabilitativo. 

Giaccherini è già partito titolare con l’Atalanta e Maran può considerato come giocatore arruolabile dall’inizio. Vero che – si è visto chiaramente – avendo giocato poco col Napoli non ha nelle gambe il ritmo partita. Viene difficile dire ora se giocherà dal primo minuto o meno: potrebbe anche essere una soluzione a partita in corso. E tra l’altro potrebbe cambiare anche il modulo rispetto alle gare contro Atalanta e Juventus. 

Il Genoa non segna al Chievo, in trasferta, da oltre 180 minuti. Il Chievo invece non vince da nove turni. A che gara andiamo incontro e che Genoa ci si attende?

Parto dal fondo: ci si aspetta un Genoa in grande salute. Una squadra non va a vincere per caso all’Olimpico contro la Lazio. Quindi ci sarà grande rispetto. Il Chievo dal canto suo dovrà essere una squadra “coraggiosa e senza ansie”, per citare Maran. Perché solo attraverso la prestazione può arrivare il risultato. Sembrano discorsi per certi versi banali, ma sono certi, reali e sicuri. Il Chievo non ha mai perso la strada maestra: piuttosto è rimasto un po’ sorpreso da un perdurare negativo che si protrae da nove turni. 

In settimana la società, nella figura del presidente Campedelli e dell’allenatore Maran, ha avuto modo di parlare con la squadra rassicurandola e cercando di togliere le pressioni. E, come ti dicevo prima, parlando di un Chievo che deve approcciare alla gara senza ansie e senza paure. Anche perché onestamente questa gara e quella successiva contro il Cagliari, ancora in casa, hanno un grande peso sulla stagione del Chievo ma non sono partite da ultima spiaggia.

Concludendo, quali saranno le mosse di Maran in vista del Genoa? Castro sarà rischiato dal primo minuto?

Al momento, dalle indicazioni del campo, l’impressione è che Castro non verrà rischiato dal primo minuto ma utilizzato a gara in corso. Per quanto riguarda le mosse non dovrà più essere un Chievo contenitivo, ma propositivo. Ci sarà quindi il passaggio dal 5-3-2 al 4-3-1-2. Abbozzando una formazione, direi Sorrentino in porta; De Paoli, Bari, Gamberini e Jarosinski in difesa; Bastien (rientra dalla squalifica), Radovanovic ed Hetemaj a centrocampo. Infine Birsa a supporto delle due punte Meggiorini e Inglese col beneficio di inventare.

DI SEGUITO L’AUDIO DELL’INTERVISTA A SIMONE ANTOLINI DE “L’ARENA”

 

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