Dopo aver anticipato il festival di San Remo lunedì scorso vincendo contro la Lazio, il Vecchio Balordo ha anticipato il Martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale, vincendo contro il Chievo: 6 punti in due trasferte consecutive. Ottimo!
Sul Carro di Carnevale rossoblu le principali maschere sono quelle di Ballardini che studia le gare bene; i cambi; la difesa totalmente blindata e impermeabile con chiunque giochi; i precisi movimenti nel cuore del gioco di Bertolacci; Hiljemark che macina chilometri,
Sul carro anche la maschera di Pandev. La sua qualità e la sua tecnica non si discutono ma i due scatti negli ultimi cinque minuti di partita dimostrano che il Gerovital di Pilati e Barbero funziona anche con gli over.
La maschera principale del Carnevale rossoblu è però Laxalt. Come contro la Lazio non è l’acuto del gol a collocarlo sul gradino più alto del podio ma sono la verve, la gamba, lo scatto e il cross ritrovato. Per i sostenitori dei mussi volanti Laxalt è mascherato da Papà Gnoco uno che ha avuto due occasioni da gol trasformando il Bacanal del Gnoco clivense in un Carneval Brasilero per i tifosi genoani presenti al BenteGODIGODIGODI, prolungatosi per lungo tempo finita la partita e sulla via del ritorno.
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— Buon Calcio a Tutti (@buoncalcio) February 12, 2018
Torniamo a parlare di calcio. Si è divagato perché vista la gara in TV. Maledetta influenza.
Dopo un non bel primo tempo, confermato anche dal Balla, il Vecchio Balordo con atteggiamento aggressivo, palleggio e circolazione del pallone ha meritato la vittoria per le occasioni create. Non era giusto lo zero a zero anche se poteva accontentare.
Il Genoa sembra aver ripetuto la stessa gara contro la Lazio: passare dal non bello al pratico e concreto dopo i cambi del tecnico avversario. Ballardini in quel momento come contro Inzaghi ha capito che al Genoa interessavano e si potevano fare i tre punti non regalando e buttando via niente.
Importa poco il possesso pallone, che ormai è diventato non solo per i media come la necessità dei numeri nei moduli tattici. Contano le chiusure, le ripartenze, il pressing che
Rievoco Pilati e Barbero quando nell’estate del 2015 in Austria in una conferenza stampa dissero semplicemente: “si lavora per far correre di più i nostri calciatori negli ultimi 15’ di partita per fare risultato come succede in altri campionati esteri“.
Un piccolo appunto o una domanda da cronista sfacciato (davanti a una TV altrimenti gli avrei fatto la domanda) visto il risultato a Ballardini: perché non Lazovic dal primo minuto considerate le buone prestazioni quando utilizzato ultimamente nei secondi tempi? Pereira diventerà bravo se seguirà gli insegnamenti suoi e di Regno. Mister, dovrebbe essere finito il periodo influenzale che per molti genoani si chiamava lazovicite. Fra l’altro la prestazione nascosta di Pereira non ha illuminato Rigoni fino all’ingresso del serbo.
Scusi Mister, sono quisquiglie di uno davanti a un televisore che ha notato più gli errori del
Lapadula: è lui il caso o lo è il gioco del Genoa? Lapadula grande voglia, cattiveria, ma non può rendere nell’attuale modulo rosso blu. Il bomber dalle polveri bagnate ha bisogno che la squadra stazioni di più nell’area avversaria per essere predatore e incubo di avversari. I 27 punti in classifica potrebbero portare qualche gol in più da parte di Lapa. Balla ci studia da lungo tempo.
Per tutti i genoani dentro e fuori dal campo bisogna ripetere una frase di Lazovic a fine gara a Radio Nostalgia e Buoncalcioatutti: “bisogna continuare così senza guardarci le spalle. Ricordiamoci quanto abbiamo rischiato l’anno scorso, non va ripetuto lo stesso errore”. A buon intenditore poche parole.
Sabato tocca all’Inter. Una partita dove conterà il divertimento per chi si recherà al Tempio e dopo, anche se non dovesse cadere una signorina in mare, potrebbe essere una buona occasione per continuare a lavorare e crescere.