Ritorno al passato da parte del calcio, eccetto in Spagna e in Brasile dove il riferimento offensivo viene considerato lo spazio e non il pivot, anche se l’idea di Guardiola al Barcellona non viene più perseguita e il falso nueve produce poco proselitismo.
La filosofia di Guardiola, che non prevedeva finalizzazioni dirette a favore di un gioco manovrato che avesse come principio di gioco un sistema più attento al possesso pallone così da non lasciare all’avversario la possibilità di comandare il gioco, non è più un veicolo promozionale.
Anche Ballardini nella sua lezione ai giornalisti giovedì scorso ha cercato di farlo capire: alla Cantera spagnola – non solo quella del Barcellona – non guardano il fisico del calciatore ma il palleggio che si cura sin dalla tenera età. Iniesta, Xavi ed altri ne sono la prova.
Il calcio attuale, specialmente in Europa, sta avendo una grossa crescita sotto tutti i punti di vista ma in particolare sul piano fisico, tecnico e tattico. Guardando le gare in Europa tutto ciò ha fatto sì che le difficoltà aumentassero sensibilmente per tutti contro qualsiasi avversario, di qualsiasi nazione e campionato.
Le tante possibilità offerte dalle nuove tecnologie applicate al calcio hanno permesso agli addetti ai lavori di studiare e aggiornarsi continuamente sulle nuove tendenze per poi trovare accorgimenti tattici da sviluppare e da opporre alle stesse.
Uno di questi è l’uso del cosiddetto “pivot”, che tradotto significherebbe “fulcro”. Probabilmente nulla di nuovo considerato che a Coverciano ne rispolverano l’utilizzo già prima della fine del millennio.
Ballardini durante la carestia di panchina, assieme col suo staff, si è sempre tenuto aggiornato e in questo momento sta mettendo in atto tutto quello studiato cercando di trasmetterlo ai discepoli rossoblu.
L’utilizzo del pivot ha una grande valenza in entrambe le fasi di gioco, sia in quella di possesso che in quella di non possesso. Molte squadre non avendo riferimenti offensivi in profondità, hanno incominciato ad avere sempre maggiori difficoltà nell’uscire da situazioni di forte pressing da parte degli avversari. Una delle soluzioni al problema è stata quella di utilizzare la figura di un Pivot che permettesse di trasferire il pallone in zone di campo meno pericolose perché più lontane dalla propria porta con un numero di passaggi minore, in certi casi ridotto anche ad un singolo rilancio del portiere.
Molte squadre con un gioco di manovra e senza riferimenti offensivi in profondità, ma solo in ampiezza, trovano grandi difficoltà a perforare una difesa ben chiusa e attenta solamente a non subire gol. La figura del pivot può facilitare molto la trasmissione del pallone nel cuore della difesa avversaria e servire d’appoggio per gli altri compagni che tentano inserimenti da posizioni più arretrate.
Ballardini docet? I fatti e i punti gli danno ragione.