Ieri è giunta la sentenza definitiva da parte della Corte d’Appello di Brescia su Omar Milanetto, detenuto ingiustamente nel 2012 per una settimana nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse, arrestato come un criminale davanti alla sua famiglia e per di più anche filmato.
Non conta il risarcimento pecuniario ma conta il risarcimento morale. Ho parlato con Milanetto questa mattina: non vuole rilasciare dichiarazioni. Vuole dimenticare tutto e rituffarsi nuovamente nel suo lavoro alla ricerca di campioni in giro per il mondo. Dopo l’ultima uscita dal Genoa ha solo visto partite e calciatori in tutta Europa e non ha lavorato con nessuno.
Ho conosciuto Omar Milanetto qualche anno fa perché, pur giocando al calcio, si definiva “cresciuto a pane e vino rosso”. L’ho visto giocare sempre in lotta con la bilancia e la sua velocità di testa, lanci e visione di gioco non li ho più rivisti in casa rossoblu.
Oltre la sentenza della Corte d’Appello di Brescia, Milanetto spera che venga risolta una volta per tutte la “leggenda” sul derby di Boselli. Milanetto ha sbagliato, ha chiesto scusa per aver insultato la gradinata ma non è bastato. Tutto sbagliato non è stato il massimo dell’eleganza, ma uno stadio medio in Italia non lo è mai.
Per quella gara è rimasto solamente lui sul banco degli accusati, pur se la giustizia sportiva avesse assolto tutti già nel 2012.
Nell’ultimo comunicato dopo la vicenda rilasciato tramite il sito genoano, pur conciliante, Milanetto fa riferimento a una “pugnalata alle spalle” con un finale quasi struggente. “Avete perso un calciatore ma acquistate un tifoso. Saluto tutti e, come mi ha insegnato un vecchio amico, sono certo che alcune storie si possono comprendere e amare anche saltando le ultime pagine”.
La speranza, visto come era finito quel derby – cioè nel migliore dei modi – che un genoano possa sperare che finirà anche quella storia. Hannibal adesso con tranquillità torna al lavoro. La vittoria più importante della sua carriera è arrivata tramite la Giustizia, sostanza che più o meno adulterata lo Stato vende al cittadino in cambio di pubblicità e non onestà. Non solo nel suo caso.
Il 77 torna a scoprire talenti di qualsiasi età che si sono persi nel labirinto del calcio internazionale non per colpa del pallone. Se puoi girane qualcuno a Preziosi, uno che non ti ha mai abbandonato, e al Genoa: potresti fare felice chi ama il gioco del calcio.