Ballardini cerca un altro golpe al Dall’Ara di Bologna domani alle ore 18. Non cercherà lo spettacolo ma la detenzione dell’avversario attraverso le sue idee di giuoco che se dovessero funzionare, non lasciando spazi a nessuno davanti la difesa genoana, dovrebbero dare fastidio al Bologna senza la qualità di Verdi e Palacio.
Al Genoa sanno di non fare dei calcoli ma possono anche credere di provare a fare lo sgambetto al Balanzone bolognese. Ballardini predicherà dopo le tre vittorie consecutive che per fare risultato bisogna essere bravi in attacco e nei movimenti senza pallone, giocando molto sulle corsie laterali. Una delle idee principali di Ballardini quella di creare superiorità numerica in quelle zone del campo.
La svolta di Ballardini arriva dalle parole dei calciatori che hanno fatto sapere di essere felici di giocare nel ruolo a loro più connaturale, mettendo da parte la duttilità. Il pensiero del Balla è che se ogni calciatore gioca nel ruolo a lui più connaturale, più adatto, allora tutti dovrebbero giocare individualmente meglio.
Questa assunzione di responsabilità dei giocatori assecondati tatticamente nei loro desideri dall’allenatore dovrebbe permettere al Vecchio Balordo di affrontare serenamente le prossime partite.
Il Genoa targato Ballardini sta cercando di diventare alla svelta un incrocio tra zona e uomo, tra lo spostamento dei giocatori negli spazi. Il Genoa ha ripreso la sua strada. Nessuno cerchi più di fuorviarlo, dentro e fuori dal terreno verde.
Dopo le buone prestazioni contro Lazio, Chievo e Inter, Davide Ballardini potrebbe confermare a Bologna più che il modulo la strategia con quasi la stessa formazione di domenica scorsa. Quasi perché c’è solo un dubbio alla vigilia della trasferta emiliana, ovvero sia quello su chi affiancherà Bertolacci e Hiljemark a centrocampo.
Il Genoa domani per fare risultato dovrà cercare di essere perfetto o quasi nella gestione del possesso per controbattere l’aggressività dei felsinei, utilizzando ribaltamenti veloci per ottenere un risultato positivo.
Capitolo Bologna. La squadra di Donadoni 30 punti di cui 25 fatti contro chi segue in classifica, compreso il Genoa. Domenica scorsa ha giocato male contro il Sassuolo, ma ha vinto al 43’ con una sassata da 20 metri di Pulgar. Ha fatto fatica e i meriti della vittoria il tecnico bergamasco li deve dividere con gli errori del Sassol. I tre punti però consolano sotto le Torri bolognesi.
L’assenza di Palacio e Verdi è stata pesante e continuerà anche contro il Grifone. Come gioca il Bologna: Verdi dipendente fino all’infortunio nella gara con il Napoli, conta molto su Destro e la difesa a quattro.
Per di più Donadoni ha perso per un mese anche Palacio, l’alternativa tattica di Verdi, cioè la fonte creativa per far sgorgare il gioco offensivo.
Il Bologna è una squadra verticale, fisica nel cuore del gioco, che cerca di azionare i calciatori di maggior qualità ruotando intorno a Verdi e Palacio. Senza la qualità dei due assenti, la chiave per scardinare le squadre avversarie è Dzemaili ritornato dal Canada coi suoi tiri da lontano.
Senza Palacio e Verdi addio al 4-2-3-1 casalingo. Il punto fermo sarà Mattia Destro con le polveri bagnate: su 17 gare solo 5 reti ma in grado con il suo gioco, non utilizzando Donadoni un calcio di dominio di possesso ma fatto di verticalità, di diventare importante con fisico e dinamismo per mantenere il pallone e appoggiarlo sugli esterni o ai centrocampisti pronti a provare il tiro da fuori area.
Il centrocampo felsineo è di quantità con Pulgar e Pioli punti fissi e dal calciomercato di gennaio si è aggiunto Dzemaili.
L’altro dogma di Donadoni è la difesa a quattro. Con De Maio squalificato rientrerà Masina a sinistra. E peraltro Donadoni medita di lanciare e fare debuttare in Serie A dal primo minuto l’ultimo acquisto di gennaio: Simone Romagnoli, “fratello” di quello del Milan (cresciuto proprio nel settore giovanile rossonero, ndr), un classe 1990 con passato in serie B. L’ultima di cadetteria l’Empoli, ma con una nazionale under 21 nel curriculum nel 2012.
Le conseguenze logiche di queste scelte e di questo organico sono che il Bologna è una squadra di grande agonismo, pronta a praticare un buon pressing a tutto campo e non far giocare gli avversari, in particolare tra le mura amiche. L’idea fondamentale è quella di giocare velocemente sulle fasce laterali in zona offensiva cercando in particolare i calci piazzati con punizioni dirette che hanno già fruttato 6 reti, addirittura uno che ha fruttato 3 punti direttamente da calcio d’angolo contro la Fiorentina.
La probabile formazione: Mirante; Mbaye, Gonzales, Helander (Romagnoli), Masina in difesa; Poli, Pulgar, Dzemaili a centrocampo; Orsolini (Krejci), Destro, Di Francesco in attacco.
Direttore di gara di Bologna-Genoa sarà Antonio Giua sardo di Calangianius della sezione arbitrale di Olbia. Ha 29 anni, è ingegnere gestionale. Prima gara in serie A , primo sardo a dirigere nel massimo campionato.
Giua ha bruciato le tappe della carriera nell’AIA tralasciando la Lega Pro. Debutta in serie A dopo 11 gare dirette in serie B, la prima il 3 settembre 2017 (Ascoli-Pro Vercelli). Un record che potrebbe far vacillare quello di Collina e Rizzoli. Nelle 11 gare dirette in B ha assegnato 4 calci di rigore e 3 cartellini rossi.
In bocca al fischietto, Antonio. Dimostra che sei bravo perché l’Aia ne ha bisogno. Per il Vecchio Balordo bene avere un debuttante in trasferta.
Primo assistente sarà Gori di Arezzo, secondo Valeriani di Ravenna. Quarto uomo ufficiale Gavilucci di Latina. VAR: Pasqua di Tivoli; AVAR: Piccinini di Forli.
Diffidati Bologna: Helande, Mirante; diffidati Genoa: Taarabt, Veloso, Rosi.