“Cominciare dalla rivoluzione, ossia distruzione, senza costruzione, è spogliarsi tutto nudo per un buco nel vestito” (Prévost)
Tutto ciò non è successo a Malagò, Commissario della Lega Calcio, che non ha fatto nient’altro in una riunione per di più informale con la Confindustria del calcio che mettere nero su bianco quello che i Presidenti delle società di Serie A volevano, auspicavano da tempo e che per ripicche come in Parlamento non sono mai riusciti a realizzare, anche se in questo caso non avrebbero toccato gli interessi di nessuno.
Tutto in Lega Calcio era come una specie di riforma elettorale di cui, dopo l’elezione, i protagonisti trombati e no della politica italiana erano pentiti. La fortuna è che nel calcio non si vota.
Meglio ripetere che tutte le decisioni prese da Malagò non più con barbetta incolta ma rifinita, eccetto i recuperi della 27esima giornata, sono da mettere nero su bianco considerato che la riunione di Lunedì era ufficiosa, quasi amichevole.
La vittoria di Malagò in Lega in solo due riunioni confidenziali fare accettare all’unanimità Gaetano Miccichè presidente della Lega che verrà nominato ufficialmente nella riunione – non più informale – del 19 marzo prossimo venturo.
Che il Boxing Day si giocasse il 26 dicembre con tutte le famiglie in giro e in festa e non il 23 dicembre con tutte le famiglie in giro alla ricerca di regali e del vitto del Natale era stato detto, annunciato, anche da noi. Gli stadi vuoti non potevano che far cambiare idea.
Adesso bisognerebbe che durante il Boxing Day come in Inghilterra si permetteste alle famiglie di andare allo Stadio con prezzi agevolati ed anche solamente non facendo pagare totalmente i giovani almeno fino ai quattordici anni se accompagnati dai genitori. Durante le feste fino alla ripresa del campionato nessun digiuno di calcio integrale perché dopo i 7 giorni di festa dei calciatori il 13 gennaio si giocherebbero gli ottavi di finale di Coppa Italia, con orari spalmati da chi offrirà di più nell’imminente asta sulla competizione.
La diminuzione delle giornate di calciomercato, bloccandolo la sera prima dell’inizio del campionato e della fine della sosta invernale, la si potrebbe migliorare terminando alla fine di Luglio: il mercato è una rottura per dirigenti, allenatori, calciatori. Godono solo i mercanti dentro e fuori il tempio del calcio.
Calciatori e tifosi dovrebbero appoggiare l’insurrezione affratellati contro questo mercato, anche se questa volta non si giocherà con partite di campionato in corso, riportando in primo piano il bene del gioco calcio, sempre troppo oppresso dagli interessi delle parti. Al mercato bisognerebbe anche aggiungere di finire di far girare il mondo alle società di calcio durante la preparazione estiva per Tournée porta euro e dopo lamentarsi degli infortuni e dei cali di condizione nei momenti topici delle Coppe Europee.
Calciomercato più corto nonché rose a disposizione degli allenatori con anticipo sull’inizio del campionato potrebbero essere la soluzione per ritrovarsi più giovani in campo se le società non avessero fatto delle scelte oculate.
Verrebbe fuori il talento non solo del calciatore ma anche dell’allenatore capace di raddrizzare un programma tecnico imperfetto, reiventando un giocatore in un ruolo scoperto senza passare dall’espediente del calcio mercato sempre aperto.
Anche la Coppa Italia cambia con il sorteggio integrale dove le Big non giocheranno obbligatoriamente tra le mura amiche. Giusta decisione perché potrebbe portare linfa alle casse delle società che devono fare salti mortali per portare avanti un campionato.
Nessuna rivoluzione di Malagò. Il cerino acceso passerà nelle mani di Miccichè che dai problemi di una banca dovrà fare il saltimbanco (in senso positivo) in Lega per mettere tutti d’accordo.
Oltre statuti, date delle competizioni, calciomercato e altro, il nuovo Presidente non avrà solo la grana dei diritti tv visto che in via Rossellini nella sede della Lega non sono preoccupati della risposta dell’Antitrust del 25 marzo prossimo sul passaggio agli spagnoli-cinesi.
Tanti altri problemi saranno sul tavolo: Stadi degli anni ‘90; fallimenti e controllo di altre società come il Modena di Caliendo, procuratore d’oro di Baggio e Trezeguet; controllo sulle cessioni delle società visti i tanti avventurieri che si affacciano sul nostro pallone; riportare l’azzurro tra i tifosi; sovrintendere i ricambi di personaggi in FIGC; sistemare l’antilotitismo e il lotitismo a caccia di poltrone; dare più spazio a giovani finendo di parlare di extracomunitari, ma solo per un semplice motivo: tutti hanno un nonno, un parente in Italia e diventano subito comunitari.
Tanta carne al fuoco insomma: se ne potrebbe mettere altra ma non serve. Un lavoro difficile quello del nuovo Presidente considerato che in un anno i capi delle 20 squadre di Serie A non sono riusciti a tirare fuori un Presidente accettato da tutti e ne hanno subito gradito uno accolto e portato da un Commissario, sicuramente a conoscenza di tutti i mali del calcio, essendo il Presidente del CONI e intervenuto in ritardo come tutti gli altri per metterci una pezza.
A questo punto se qualcosa andrà in porto per il bene del pallone italico bisognerà dire: grazie Svezia.
Le parole di Malagò. “Recuperi il 3/4 aprile. Cambieranno le date del calciomercato” – AUDIO