Genoa-Milan se fosse una domanda sarebbe la “domanda delle cento pistole” anche senza Sandro Paternostro.
Domanda delle “cento pistole” perché è difficile a priori dare una risposta: sarebbe bello che domani sera alle ore 18 la soluzione la trovasse Ballardini e guadagnasse la ricompensa delle cento monete d’oro. Domanda difficile anche su 1/11 della formazione da mettere in campo da parte dei due allenatori .
Ballardini a destra ha Biraschi, Rosi o Lazovic, tre modi diversi di interpretare e attaccare; Gattuso a sinistra più quantità con Borini al posto della qualità di Calhanoglu.
Contro il Diavolo occorreranno qualità e quantità a centrocampo che potrebbero essere utili considerato che il Vecchio Balordo quando farà gioco sarà contro una squadra che dovrebbe giocare alla “Rocco”, difesa e contropiede, anche se adesso i termini sono cambiati.
Oltre Pandev, contro i rossoneri sarebbe bello vedere anche altre giocate da parte dei giocatori schierati. Per essere vincente il Grifone dovrà essere abile nelle giocate e nelle sovrapposizioni degli esterni bassi ed alti, negli inserimenti dei centrocampisti per non permettere a Gattuso di avere la superiorità davanti al suo portiere con il raddoppio di marcatura sul portatore di pallone rossoblu.
Altra operazione anti Diavolo sarà quella di controllare al meglio i punti di forza rossoneri: Suso, Bonaventura e se ci sarà Calhanoglu. Tre giocatori che sono in grado – e lo hanno dimostrato dall’arrivo di Gattuso – di banchettare negli spazi tra centrocampo e difesa avversarie. Ballardini studierà al meglio la strategia per tutti i 90’ di gioco più recuperi.
Disporrà della sua esperienza e di quella di quanti studiano calcio, che potrebbe essere unica: il calcio non è una maratona dove dopo 42 chilometri ti fermi e recuperi. Il Diavolo di Gattuso dal 3 dicembre ha giocato 20 gare tra Campionato, Europa League e Coppa Italia: più di tre maratone.
Nel calcio le maratone di recupero di risultati si sono sempre pagate anche se Ringhio spera che non sia vero e tutto si possa ribaltare. Qualcosa ha incominciato a scricchiolare contro gli inglesi dell’Arsenal giovedì sera e non solo per errori tecnici.
Visto il Diavolo contro Roma, Lazio e giovedì con gli inglesi è apparso leggermente in apnea: tutte le seconde palle erano inglesi, la difesa presa alle spalle difficilmente si è vista nel campionato italiano. L’Arsenal semplicemente ha cercato superiorità numerica dove c’era il pallone per recuperarlo subito e puntare l’area rossonera nell’anello debole di destra. Il Genoa non ha la qualità dell’Arsenal ma Pandev non ha nulla da invidiare a Ozil: tra le linee entrambi possono avere le chiavi giuste per aprire la cassaforte di Gattuso.
Altra mossa di Wenger giovedì sera è stata quella di bloccare sul nascere Bonucci e Biglia. Per battere il Milan, per chi gioca, occorrerà un Genoa “tripallico” come diceva il Professore, con pressing alto e “Kick and run”. Pallone sempre avanti e pedalare, con testa. Una base di partenza che il tecnico Ballardini sta utilizzando al meglio.
Formazione del Grifone con pochi cambiamenti, come detto in precedenza. Se Ballardini ne individuerà qualcuno lo deciderà domani mattina dopo il risveglio muscolare, perciò aspettiamo che arrivino le formazioni in Tribuna Stampa. Anzi, prima sul social genoano.
Capitolo Milan. Gattuso da subito ha messo in atto, non solo a parole ma anche sul prato verde, che tra lui e Montella c’erano delle differenze importanti. L’Aereoplanino puntava molto su un possesso pallone più delle volte sterile, Gattuso vuole difendersi prima di tutto, attaccare la profondità e verticalizzare.
Ringhio dal suo insediamento ha fatto pressoché fuori il pallone e tanto lavoro a secco per aumentare l’intensità.
La scossa per i calciatori rossoneri non è arrivata solo dalla corsa ma dai risultati. Il Milan in ogni gara giocata prova sempre a saltare il primo pressing percorrendo diverse strade: i lanci in diagonale di Donnarumma verso i terzini pronti a smarcarsi alle spalle degli avversari, le verticalizzazioni di Bonucci, le uscite a sinistra puntando sui lanci di Rodriguez.
I giocatori del Milan sono stati pronti e coinvolti nell’impostazione, preparati ad attirare la pressione avversaria e a reagire a seconda di dove si muovesse. Bonucci e Romagnoli nuovamente difensori di rango in ogni situazione provano ad allargarsi per lasciare spazio a un Biglia rigenerato da Ringhio con Rodriguez e Calabria pronti a prendere alle spalle gli avversari sulle corsie laterali. Quando l’operazione fasce non riesce, il Milan punta direttamente lo spazio dietro il centrocampo.
Tutto questo si è visto poco o niente contro l’Arsenal e la domanda, anche se i Gunners sono più forti, è se sia solo questione tecnica o di fiato. Non solo contro gli inglesi ma anche contro Roma e Lazio, nelle ultime tre gare dei rossoneri ci sono state delle spine nel gioco di Gattuso. Quando dietro si insiste con i dribbling, i passaggi, il Diavolo rischia di perdere il pallone; quando gli avversari schermano Bonucci e Biglia, la luce rossonera diventa fiacca.
Rispetto al passato nel campionato italiano, dopo gli errori, i giocatori non sono apparsi più fragili e i risultati arrivavano anche dal punto di vista mentale. Gattuso bravo a liberare la fiducia o la depressione invitandoli a mantenere la calma sotto pressione e provare a fare anche giocate non facili come il passaggio laterale per liberarsi del pallone. Al Milan, pur correndo di più, manca non spesso l’ultimo passaggio.
Kessié è il principale protagonista sulla trequarti con le imbucate da dietro, che per scelte sbagliate o errori tecnici e pur puntando le difese avversarie non crea occasioni da gol.
Rimanendo alle gare giocate in Serie A, il Milan gioca compatto con due linee e Kessié in altre parti del campo è tornato al modello Gaspe dello scorso anno essendo il principale tagliatore di aria al più bravo degli avversari. I rossoneri ripartono sempre da Biglia, il geometra del gioco, sia a destra che a sinistra. La forza di Gattuso è stata quella di aver fatto capire e insegnare il 3 contro 2 sulle corsie laterali: a sinistra la catena o la diagonale sarà Rodriguez, Bonaventura, Cahlanoglu-Borini contro il Grifo. A destra Calabria, Kessié, Suso.
Mossa del 3 contro 2 che ha portato risultati costringendo uno dei difensori avversari ad alzarsi in marcatura per pareggiare i conti, operazione che scopre la propria difesa alle spalle. Altra mossa quando Suso, il talentuoso ex genoano, è dentro una gabbia quella del taglio profondo di Chanalogu da sinistra a destra per aprirgli degli spazi. Gattuso sta dando qualcosa di nuovo anche alla nazionale italiana insegnando a Bonaventura a fare il mediano.
Altra differenza tra Gattuso e Montella, indipendentemente dalla corsa e dalla minore staticità, che Ringhio ha una peculiarità in più adattandosi meglio alle situazioni avversarie.
Formazione quella cosiddetta dei “titolarissimi” per necessità con il solo dubbio Cutrone o Kalinic. Con Cutrone giocate rasoterra, con Kalinic cross aerei. L’altro ballottaggio Borini/ Chanalogu, col primo favorito.
Arbitro di Genoa-Milan sarà Fabbri di Ravenna, nato a Faenza nel dicembre del 1983. Geometra, esordio in serie A nel maggio 2013. Altre 4 gare dirette nella massima categoria prima di passare definitivamente alla serie A nel luglio 2015. Tra queste gare c’è Genoa-Palermo nel novembre del 2014.
Il tabellino del ravennate in serie A è di 47 gare dirette, 14 rigori e 7 rossi sventolati. Nella stagione in corso dodici i gettoni con 5 vittorie casalinghe, 2 pareggi, 5 vittorie esterne, 5 rigori e quattro espulsi. Vi è anche Genoa-Inter (2-0) del febbraio appena passato; mai il Milan. Con il Genoa 5 le gare dirette: una vittoria già menzionata, il pareggio con il Palermo nel 2014, tre sconfitte tutte esterne con Cagliari, Atalanta e Chievo. Con i rossoneri solo una gara, ossia la sconfitta casalinga contro la Dea di Gasperini il giorno prima di Natale 2017.
Primo assistente Alassio di Imperia, secondo Bindoni di Venezia. Quarto uomo Abbattista di Molfetta. Al VAR Manganiello di Pinerolo; all’AVAR Ranghetti di Chiari .
Diffidati Genoa: Taarabt, Veloso, Rosi; diffidati Milan: Bonucci
Ballardini e Gattuso, una sfida fra compattezza, grinta e fase difensiva