“Se ho domato il calcio totale degli olandesi dell’AZ Alkmaar? Sì, è vero: ma tutte queste difficoltà non ce le aspettavamo“. Nell’intervista post gara esordisce così, un colpo al cerchio e uno alla botte, il tecnico del Genoa Primavera, Carlo Sabatini, che ha così commentato ai nostri microfoni il rotondo 4-1 inflitto alla formazione olandese.
Possiamo dire che mister Sabatini ha domati il calcio totale degli olandesi nel primo tempo cambiano qualcosa nel secondo?
Sì, è vero: non ci aspettavamo tutte queste difficoltà. Ci avevano riferito di una squadra che giocava bene a calcio, ma non così aggressiva. Abbiamo subito la loro aggressività: del resto dovevano vincere per forza per restare nel torneo. Abbiamo sbagliato completamente l’approccio. Non riuscivamo a gestire il pallone come siamo abituati, anche per colpa del veloce rimbalzo del campo. Nel secondo tempo, con qualche cambio e qualche rimprovero opportuno – quando ci vuole ci vuole – i ragazzi hanno cambiato marcia e sono andati in campo subito con grande determinazione. Quell’uno-due iniziale ci ha dato una mano, ma dopo non c’è stata più partita.
Sbaglio oppure hai cambiato modulo nel secondo tempo?
Sì, anche se poi i numeri contano poco e conta l’interpretazione. Perché, per esempio, Micovschi è un quinto di centrocampo che fa praticamente l’ala. Noi abbiamo cambiato la fascia destra, assolutamente in difficoltà, anche perché non riuscivamo proprio a esprimere gioco da quella parte. Abbiamo cambiato i due interpreti e risistemato la squadra. Ma è stato proprio l’atteggiamento più aggressivo e determinato a far cambiare la partita.
Nella distinta dell’AZ Alkmaar c’erano classe 2002, 2001, 2000: può aver influito sui tuoi ragazzi aver visto una distinta così?
Non penso, oltretutto non credo nemmeno la abbiano vista perché di solito non gliela facciamo vedere. Non ci aspettavamo più che altro un’avversaria così aggressiva. Siamo partiti addormentati e non si può e non si deve fare a questi livelli.
Ti descrivono come un grande lavoratore: questo Viareggio è una vetrina davvero importante per tutti, non solo per i giocatori.
Ci teniamo molto a questo Viareggio, e in primis la società. È un torneo prestigioso. Ho grande passione e non mi pesa andare in campo: lo faccio con l’entusiasmo di quando ho iniziato. Lavorare con ragazzi dalle grandi qualità come quelli trovati qui al Genoa è poi motivo di grande orgoglio e lo faccio con grande piacere.
Vedendo giocare gli olandesi nel primo tempo ci ha fatto pensare che fosse tornato Rinus Michels: non avevano una linea a tre, quattro o cinque ma si muovevano tutti insieme, come una fisarmonica.
Sì, loro hanno questa attitudine di costruire gioco dal basso, muoversi tutti assieme in maniera armonica: e devo dire che l’hanno fatto molto bene. Avevamo visto qualche filmato e sapevamo che dal punto di vista della manovra erano una squadra molto competitiva. Non ci aspettavamo un’aggressività così alta che non ci faceva costruire gioco come siamo abituati a fare: complimenti a loro per l’ottimo primo tempo e complimenti a noi a ribaltare la situazione.
Se all’AZ Alkmaar giocano assieme da 5/6 anni? Credo che quello conti molto perché chiaramente le sincronie diventano più fluide e il gioco migliore. Anche noi abbiamo leve che sono cresciute insieme: 1998, 1999, 2000 e anche qualche 2001. Quindi ottenere questa omogeneità è più difficile. Tuttavia quando ci sono le qualità di base il calcio è uguale per tutti e questa omogeneità, questa fluidità si deve comunque perseguire.
La Coppa Carnevale forse non è stata organizzata nel momento giusto visto che ti porterà via diversi giocatori per le nazionali…
Infatti adesso partiranno svariati giocatori. Chi perdiamo? L’ultima notizia è che potrebbe essere convocato nell’Under 20 anche Zanimacchia. Perderemo Micovschi e Karic e abbiamo già perso Candela e Szabo (Ungheria, ndr). Vuol dire che abbiamo giocatori importanti e chiaramente la squadra può perdere qualcosa. Dietro abbiamo ottimi cambi, magari un po’ più indietro dal punto di vista fisico. Ma questa potrebbe essere un’occasione proprio per vederli e farli crescere.
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