Da ieri sera, dal triplice fischio dell’arbitro Pasqua, il Genoa vive nel segno del numero 14, che gli esperti della numerazione – e pure un po’ degli astri – narrano sia legato all’alternarsi delle situazioni attive a quelle passive. Al costante cambiamento, che nel Genoa permette di passare da note positive a note negative. Quattordici sono infatti diventate ieri sera le sconfitte del Genoa in questo campionato: in pratica una partita su due. Ma quattordici sono diventate anche le partite che il Genoa targato Ballardini ha concluso, a fine primo tempo, senza subire gol (e diventano diciassette su ventinove considerando anche quelle della precedente parentesi Juric, ndr). Come se non bastasse, con la sconfitta di ieri a Napoli, sono cresciute a quattordici le partite di campionato in cui il Genoa ha chiuso al triplice fischio senza gol messi a referto. Un dato che mischia segnali positivi di compattezza difensiva, che ancora parlano del Genoa come quinta difesa del campionato capace di andare soltanto ieri sera in doppia cifra per reti concesse in trasferta (10), ad altri segnali meno incoraggianti provenienti dalla fase offensiva. Qui il sacrifico e la voglia di incidere ci sono e non mancano, ma non bastano e non garantiscono quei gol pesanti che servirebbero per capitalizzare al meglio la capacità, ormai intrinseca, di tenere le partite aperte sino alla fine. Questo diventa oggi più che mai dato di fatto, a suo modo “confortato” dai numeri: il Genoa è terzultimo per gol fatti (21), per capacità di tradurre in rete i tiri in porta (vedi Tabella1) e per gol fatti in casa (13); addirittura penultimo per reti fatte lontano dal “Ferraris” (8). Infine, il Grifone risulta quindicesimo per tiri totali (246).
Ben venga a questo punto la pausa per fare in modo di scacciare via questi numeri e non considerare le tre sconfitte consecutive patìte nell’ultimo mese di marzo come un campanello d’allarme: la classifica ancora racconta di un +6 sul terzultimo posto e una gara da recuperare. Inoltre le due settimane di pausa serviranno a Ballardini per lavorare, mettere minuti nelle gambe di calciatori chiave come Taarabt e Rossi e, soprattutto, per impostare al meglio la rincorsa finale alla salvezza. Una corsa che partirà subito forte con quattro gare casalinghe che il Grifone dovrà disputare nel giro di due settimane, derby compreso.
LE STATISTICHE DI NAPOLI E GENOA – Spostandosi sul fronte della gara del “San Paolo”, sono probabilmente due gli aspetti da evidenziare in una gara che, fra editoriale e commenti post partita, è stata sviscerata già in maniera molto ampia. Anzitutto, quando Ballardini dice che il Genoa non è stato inferiore al Napoli, intende dire, fra le altre cose, che con meno di cinque minuti di possesso pallone nella metà campo avversaria (4′ 54″) il Genoa ha creato almeno 5/6 presupposti per andare in gol. E intende anche sottolineare l’equilibrio del bilanciamento offensivo della squadra, che non si è sbilanciata attaccando solo sull’asse di destra o su quella di sinistra, ma ha lavorato equamente da entrambe le parti (38% di offensive sia da destra che da sinistra) lasciando una buona fetta di partecipazione alla manovra offensiva anche a chi lavorava nelle zone centrali del campo, sull’asse Bertolacci-Pandev.
Inoltre vale la pena sottolineare le 59 palle perse dal Napoli contro le 29 della formazione rossoblu, in parte conseguenza del pressing iniziale genoano e di una serata in cui è sceso in campo un Napoli nervoso, impreciso e talvolta precipitoso nell’andare alla conclusione. Ma in campo scendono anche gli avversari: non a caso Sarri avrebbe teso le lodi del Genoa nella conferenza stampa post-partita (clicca qui per saperne di più).
A lanci lunghi come è andata la partita? Il Napoli, per centimetri e per idea di gioco, non ne fa largo uso ma ieri sera è stato costretto almeno una dozzina di volte a fare ricorso a lanci per tagliare fuori la difesa del Genoa. Saranno invece 63 quelli conteggiati sul fronte Genoa, addomesticati dagli attaccanti Pandev e, specialmente, Galabinov in maniera più fruttosa che non in altre partite. Un altro dato da mettere da parte e su cui ragionare perché proprio da un paio di situazioni di gioco in cui il reparto offensivo rossoblu ha gestito il pallone facendo salire la squadra si sono creati i presupposti di maggiore pericolosità per la difesa avversaria. Si veda, per esempio, il disimpegno di Rosi nel primo tempo a cercare Galabinov, che a sua volta avrebbe lanciato nell’uno contro uno Lazovic con Koulibaly. Poi sappiamo tutti come sarebbe finita.
Tabella 1. LA CAPACITÀ REALIZZATIVA DELLE 20 SQUADRE DI SERIE A RISPETTO AL NUMERO DI TIRI IN PORTA TOTALI DA INIZIO STAGIONE (in percentuale %)*
- Lazio: 33% (+4)
- Juventus: 31,9% (-1)
- Udinese: 29,2% (+9)
- Sampdoria: 27,3% (+4)
- Napoli: 25,8% (-3)
- Hellas Verona: 25,2% (+13)
- Bologna: 24,6% (+4)
- Torino: 23,7% (+2)
- Spal: 23,5% (+8)
- Inter: 23,5% (-6)
- Roma: 22,8% (-8)
- Cagliari: 22,3% (+2)
- Atalanta: 22% (-6)
- Crotone: 20,7% (+4)
- Fiorentina: 20,5% (-6)
- Chievo: 19,8% (=)
- Milan: 18,2% (-11)
- Genoa: 17,8% (-5)
- Benevento: 13,8% (+1)
- Sassuolo: 12,5% (-5)
* fra parentesi la posizione in questa particolare classifica rispetto all’attuale posizione in campionato
I NUMERI DEL GENOA (aggiornati alla 29° giornata)
- GOL FATTI: 21 (18° attacco della Serie A)
- GOL FATTI IN CASA: 13 (18° attacco della Serie A)
- GOL FATTI FUORI CASA: 8 (19° attacco della Serie A)
- GOL SUBITI: 29 (5° difesa della Serie A)
- GOL SUBITI IN CASA: 19 (12° difesa della Serie A)
- GOL SUBITI FUORI CASA: 10 (3° difesa della Serie A alla pari con l’Inter)
- RIGORI A FAVORE: 3
- RIGORI CONTRO: 2
- VITTORIE: 8
- PAREGGI: 6
- SCONFITTE: 14