Babà amaro per i rossoblu. Anzi “frittura globale totale” alla Felice Caccamo nel giorno in cui Napoli ha ricordato Luigi Necco, giornalista di 90° Minuto. Frittura globale totale perché il Genoa ha fatto di tutto per mettere in crisi e in ansia il Ciuccio e Sarri, prendendo un gol su un colpo da calcio d’angolo dove con le marcature a zona, a zona mista o a uomo si perdono i colpitori di testa annunciati facendo il pesce “sasso”: solo Albiol o Koulibaly si poteva far gol di testa.
Nuovamente il Vecchio Balordo può recriminare solo sul risultato anche se i gol di Silva con il Milan e quello di Albiol faranno riflettere alla ripresa dei lavori. Il pareggio in entrambe le gare per il gioco e le occasioni mancate sarebbe stato strameritato.
Sotto il Vesuvio, il Napoli ha preso due pali da giocate singole, il Genoa ha sbagliato e sprecato almeno 4/5 azioni da gol da buttare alle spalle di Reina. Il Genoa, insomma, ha avuto le occasioni pur chiudendosi. Il Napoli ha provato a giocare d’orchestra ma troppo lentamente per essere pericoloso. Il Genoa con la strategia di Ballardini è riuscito a non farla accordare per almeno 60′ grazie all’intensità e all’occupazione degli spazi .
Buono il primo tempo con una squadra pronta alle ripartenze, all’occupazione delle corsie laterali per il lavoro di Hiljemark e Lazovic mezzali stantuffi a tutto campo pronti a dar man forte a Rosi e Laxalt sulle corsie laterali, oltre a provare a controllare il gioco nel cuore partenopeo. Il Genoa pronto a rintuzzare ogni iniziativa partenopea non se lo aspettava nessuno, in particolare coloro che prevedevano come Totò di andare al Funerale di un morto.
Il Genoa, che abbia avuto tante occasioni – ma almeno 4 nitidi palloni gol, come detto in precedenza, e quasi come il Napoli – l’altra sorpresa per i napoletani sotto la pioggia del San Paolo a maneggiare cornetti. Chi capiva di calcio tremava visto che il Ciuccio perdeva regolarmente le seconde palle e Reina almeno 6 volte è stato servito dai compagni dal cerchio del centrocampo.
Andato in vantaggio, il Napoli ha incominciato a palleggiare, un tic toc lento che non scoraggiava i giocatori rossoblu e Ballardini. Quest’ultimo si giocava le carte Taarabt, presente nell’azione più importante della gara del secondo tempo, un contropiede di tre contro 2, che ciabattava nelle mani di Reina invece di servire i compagni a centro area. A seguire anche Pepito Rossi, 15’ circa da spettatore. Entrambi non potevano essere il Messia dopo la lunga assenza, anzi l’uscita di Pandev, non molto presente sacrificandosi su Jorginho in marcatura, ha avuto lo stesso risultato nel tabellino di domenica scorsa contro il Milan.
Adesso benedetta sosta. Il buon stato psico-fisico anche dopo la gara con i partenopei dovrebbe esserci, pressioni per la posizione in classifica non dovrebbero esservene. Due settimane per prepararsi a far girare ancor di più le gambe e il pallone, cercando di aumentare la cattiveria davanti alle porte avversarie tirando da qualsiasi parte. Sosta per recuperare quasi a pieno regime Taarabt e Pepito Rossi.
La salvezza si conquista prossimamente al Ferraris con 4 gare consecutive. Spal, Cagliari, Derby, Crotone. Tutto in quindici giorni, una cura ingrassante della classifica per non rivedere i fantasmi dello scorso anno.
Grifone alla ricerca del gol da parte di tutti. Le astinenze fanno male non solo agli attaccanti. I gol si sbagliano e al rendimento delle punte sotto porta avversaria bisogna aggiungere il rendimento non al meglio della truppa genoana nella metà campo avversaria.
Bravo Balla per l’ennesima volta, perché anche a Napoli ha dimostrato che il suo calcio non può limitarsi solamente a non far giocare gli avversari.
AUGURI A TUTTI I PAPÀ
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