La famiglia Walsingham di nuovo a Genova. L’ultima volta era stata nel 1954, in occasione di un Genoa-Inter con tante vecchie glorie del passato sugli spalti del Ferraris. Percy Graham nasce a Londra, cresce tra la passione per la comedy e per il buon vino, scopre il football nel regno del cricket e approda a Genova nel 1912, portandosi dietro una toppa della Union Jack da giustapporre al fianco della Croce di San Giorgio. La vittoria nel campionato “mutilato” a causa della guerra nel 1914-1915 è il fiore all’occhiello in una vita ritmata come in un assolo di percussioni, lo strumento preferito del figlio Alan, oggi al Genoa Museum per una visita guidata e per ricevere la maglia firmata dal capitano rossoblù Mattia Perin.
In una vita passata tra gli studios di Birmingham e la capitale, ricca di successi e compagni di suonate, il 90enne Alan così come il figlio Peter hanno voluto sottolineare l’attaccamento affettivo verso la società più antica d’Italia, porto d’arrivo e punto di partenza nella carriera di Percy: “Il Genoa ha sempre significato qualcosa per me fin da bambino, – ci racconta Alan – Perché mio padre parlava sempre delle sue meravigliose gare qui, di quando aveva cominciato a giocare a calcio”.
Con una speranza proiettata verso il futuro, ben consapevole del fatto che “ogni giorno è un bonus” nel percorso della vita. “Sono abbastanza vecchio, Dio permettendo sarebbe bellissimo venire a una delle vostre partite: sarebbe il culmine della mia vita”. Una vita da tuttofare, proprio come quella del padre, con cui ha cominciato la vita da comico a soli 5 anni sui moli delle cittadine inglesi, a pochi passi dal mare. Se nei giochi di prestigio tanto amati dalla famiglia spesso venivano fatte sparire le monete, anche nella vita dell’ex giocatore del Genoa mancano alcuni tasselli per completare il puzzle. Forse va bene così, perché una vita avvolta nel mistero ha contribuito a rendere Percy Grahame un da raccontare pur nella nebulosità e semplicità delle fonti a disposizione. Semplicemente Walsingham.