“Grazie Roma” canta Venditti. Grazie Roma deve cantare il calcio italiano per aver battuto finalmente una squadra spagnola. Grazie Roma non lo possono gridare i capi, i dirigenti del calcio italiano perché tra i capitolini giocavano solo 2 figli della Lupa: De Rossi e Florenzi, più El Shaarawy per 10 minuti.
La vittoria della Roma non deve far dimenticare a nessuno che il Caos, Casino, Calcio continua. Tutto già scritto due mesi fa, nessun risultato.
Passa il tempo con Presidente in Lega e Commissari in FIGC ma nulla si muove, eccetto i diritti TV. Gli spagnoli di Mediapro che vogliono una Tv della Lega se non raggiungeranno la cifra del loro investimento con Sky e Mediaset sul piede di guerra che per adesso, dal primo di maggio, si scambieranno film e telenovele. In seguito che succederà?
In Federazione stanno mettendo le mani nello Statuto per arrivare ad elezioni non bulgare. Via il voto agli arbitri e nei consigli Federali dovranno essere eletti e non nominati i futuri consiglieri, cioè niente più nomi decisi per interesse di poltrona e di voti futuri.
Ad oggi troppo poco per risollevare il calcio azzurro sempre in preda al caos di Top club finiti in mani troppo lontane per essere controllabili. Nazionale sempre allo sbando, nessuna novità con pochi giovani in campo, tanti stranieri, e tutto continuerà fino alla fine in questo campionato che finalmente per la prima volta non vede posizioni di classifica già delineate a sette giornate dal termine.
Questo cattivo governo, anche se a fine campionato i dati saranno diversi al botteghino solamente per la rinascita delle milanesi e gli incassi di Juventus e Napoli, riducono in ogni giornata di competizione la passione dentro gli stadi, anche con il sole. L’unica assicurazione avuta dalla Federazione è che dopo – o entro – il 20 maggio ci sarà il nuovo Commissario della Nazionale .
La guida per la ricostruzione dell’Italia calcistica è il gioco del giorno: “Chi governerà l’Italia” come in politica. La paura è che in FIGC e Lega non si siano resi conto delle macerie del calcio italiano e cerchino di illudere gli italiani con la nomina dell’allenatore. Il problema del fallimento del calcio italiano non è solamente di Ventura. Il fallimento è iniziato con Lippi, eliminato dalla Nuova Zelanda e la Slovacchia, e continuato con Prandelli, eliminato in un girone in cui c’erano il Costarica e l’Inghilterra ai minimi termini degli ultimi dieci anni.
In Russia sarebbe stata un’altra agonia rallentata di qualche mese viste le convocazioni, non solo farina di Di Biagio nelle ultime due amichevoli con Argentina e Inghilterra.
I giovani azzurri non riescono a farsi le ossa, a tutto ha contribuito anche Conte che ha fatto un buon Europeo ma con i senatori della Juventus in difesa vicini oggi al capolinea. Conte sempre a caccia del risultato si è dimenticato di crescere gli eredi.
In Italia sono pochi, se avranno la possibilità, quelli pronti ad esprimersi a livello europeo. Chi arriverà a fare il selezionatore dovrà girare tutti i campi non solo della serie A e come successe negli anni ’70 cercare futuri campioni. Perderà delle partite ma in seguito potrebbe avere dei successi come successe a Bearzot, che ereditò il lavoro di Fulvio Bernardini ritrovandosi coloro che fecero rinascere il calcio italiano in Argentina ”78 e Spagna 82 tra i quali Antognoni, Roggi, Rocca, Graziani, Tardelli ed altri rimpolpati dopo da Bergomi, Collovati, Bruno Conti, Gentile, Cabrini, Rossi, Scirea.
La caccia anche all’allenatore della nazionale non sarà facile se Mancini, Conte, Ranieri – ai quali si sono aggiunti Ancelotti, amico di Costacurta, e u defilato Capello dopo il licenziamento cinese appendendo la panchina al chiodo, a meno che i nostri eroi trainer all’estero con i top giocatori in squadra non accettino di giocare senza giocatori. Oltre l’ingaggio sarà questo il vero problema.
Bisogna rimettere in piedi prima dell’inizio del prossimo campionato non solo la nazionale ma anche il Campionato favorendo gli azzurri, obbligando le società a far giocare, in particolare nei top team, un numero di 4/5 di calciatori italiani in grado di crescere per la Nazionale.
La nazionale è la vetrina di tutti se arrivano i risultati, però passare un altro anno senza capire se ci saranno più controlli nelle cessioni delle società, ricercare dirigenti competenti e un vero progetto per centri federali giovanili – oltre dare altre date per il calciomercato combattendo la giungla degli agenti e procuratori – non ci sarà ricostruzione. Tutto è difficile in FIGC, anche fare la cosa più semplice: la riforma della Coppa Italia.
Un stimolo in più per chi guiderà il calcio italiano la sindrome europea, senza illudersi della Roma o delle squadre italiane: sarà pure che gli avversari sono più forti corrono sempre e di più, ma il principale motivo delle sconfitte è che il calcio italiano è uno sport per vecchi.
A forza di prendere schiaffi qualcuno lo capirà?
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