Sempre disponibile e sempre pronto a raccontare la Roma e quello che le gravita intorno. Stiamo parlando di Davide Stoppini, collega de La Gazzetta dello Sport, che ieri abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare qualcosa in più sulla formazione giallorossa e sui temi principali che ruotano attorno alla sfida dell’Olimpico. Ecco cosa ci ha raccontato.
Cos’è cambiato nella Roma da un girone a questa parte?
Di sicuro qualcosa è cambiato. Quella era una Roma assai lanciata in campionato. Arrivava da un momento favorevolissimo, da un derby vinto e da un campionato che si prospettava addirittura di vertice. La Roma in quel momento non era molto staccata da Juventus e Napoli e aveva una partita da recuperare contro la Sampdoria. Tutto faceva pensare che la Roma si sarebbe avviata a giocarsi in primavera, cioè in questo periodo, un campionato. Viceversa, per quanto il cammino di Champions fosse assolutamente positivo con le vittorie sul Chelsea e il pareggio a Londra e ci si apprestasse al passaggio del turno, era difficilmente immaginabile – anche per i più ottimisti – un cammino che la portasse sino alle semifinali di Champions. La Roma si è verificata e palesata come una squadra più da Champions che da campionato. Più da corsa in linea che da campionato lungo, fatto di tante giornate.
Cambierà relativamente poco Di Francesco nella gara di domani contro il Genoa dopo aver predicato grande attenzione nei confronti della formazione rossoblu?
Di Francesco credo si aspetti un Genoa molto attento in fase difensiva. Non a caso il tecnico giallorosso ha elogiato il lavoro di Ballardini in questa direzione, dicendo che il Genoa è una squadra che subisce pochi gol, soprattutto fuori casa. Penso che si aspetti una partite facile dal punto di vista della lettura tattica. Ma si tratta di una partita complicata perché la Roma ha dimostrato lungo tutta la stagione – e la Champions ne è la risposta indiretta a questa lettura – di soffrire le squadre che si chiudono. I giallorossi le loro prestazioni migliori le hanno fatte, in campionato, a Napoli contro una squadra che evidentemente gioca e lascia giocare. In Europa è sotto gli occhi di tutti la gara di Barcellona, per quanto terminata 4-1: quella si era rivelata una prestazione non certo negativa. E ne sono prove la classifica e il fatto che la Roma faccia più punti in casa che fuori: fatica contro le squadre che si chiudono. Questo credo sarà il gioco che farà domani Ballardini: non credo cambierà strategia e non avrebbe modo e senso.
Cambi sul fronte Roma?
Qualche cambio sarà fatto. La Roma non sarà però stravolta. Di Francesco ha già annunciato che a Dzeko non rinuncerà. Penso si dovrebbe tornare al 4-3-3 abbandonando la difesa a tre che tante soddisfazioni ha dato col Barcellona e che comunque non si è comportata male nel derby con la Lazio concedendo un solo tiro in novanta minuti. Credo che in quest’ottica di ritornare al 4-3-3 Di Francesco possa far riposare qualche titolare. Si vedrà se uno tra Nainggolan e Strootman. Oppure Kolarov, che in linea teorica potrebbe lasciare il posto a Bruno Peres sulla fascia sinistra. Lo stesso Manolas potrebbe lasciare spazio in difesa, a maggior ragione dopo la botta rimediata al derby. Lo stesso Pellegrini potrebbe rivedersi a centrocampo.
La Roma comunque non è nelle condizioni di sottovalutare la partita e la classifica è sotto gli occhi di tutti. In un punto ci sono tre squadre e si sa quanto sia fondamentale, al di là del piacere di giocare una competizione come la Champions l’anno prossimo, giocarla da un punto di vista economico e societario. Significherebbe sistemare i conti: la Roma si avvia, grazie a questa Champions League, a stabilire il suo record di fatturato. Si parla di 240 milioni di introiti, un centinaio portati in dote dalla competizione europea. Facendo qualche calcolo, si capisce quanto sia importante per la Roma entrare fra le prime quattro. Non è quindi nelle condizioni di poter sottovalutare questa volata Champions.
Roma e Genoa, complici un’ottima fase difensiva e due portieri che sono probabilmente i migliori per rendimento della Serie A, hanno volato in trasferta e per larghi tratti del campionato hanno invece faticato in casa: i giallorossi peraltro hanno fatto 6 punti in casa da inizio 2018. Sarà una gara che metterà sul piatto anche questi temi?
Sicuramente questi aspetti saranno un ostacolo in più per la Roma in casa. I giallorossi hanno faticato molto, come si diceva prima, con le squadre che tendono a chiudersi e lasciare poco campo. Qual è la dote migliore della Roma di Di Francesco? Questo pressing ultra offensivo che rende al top con le squadre che amano giocare il pallone da dietro, dai difensori. Non a caso si facevano gli esempi del Chelsea di Conte o di Barcellona e Napoli.
Al contrario, con le squadre che accettano di fare il “controgioco”, non scoprendosi, a quel punto la gara devi costruirtela tu: e la Roma non ha molti giocatori in grado di saltare l’uomo nell’uno contro uno. Ecco perché domani un importante candidato al rientro è il turco Under, uno dei pochi assieme a Perotti (infortunato, ndr) di saltare l’uomo in gare che rischiano di essere bloccate da un punto di vista tattico. Evidentemente chi crea superiorità numerica in gare di questo genere aumenta le possibilità di arrivare vicino al portiere avversario. Dopo questo aspetto subentrerà un secondo problema: la Roma, che contro la Fiorentina non si può dire non abbia prodotto, fece 25 conclusioni verso la porta avversaria senza segnare. Si fa fatica a tirare in ballo la sfortuna: in questo caso è un fatto di determinazione, freddezza e capacità tecniche davanti al portiere avversario. Diventa un fatto di bravura concretizzare la mole di occasioni che ti crei in tutta la partita.
DI SEGUITO L’AUDIO CON LE PAROLE DEL COLLEGA DAVIDE STOPPINI