Balla con il Grifone, altro che Lupa. Per molti alla vigilia poteva essere uno scontro impari, per qualcuno anche alla fine, ma facendo un bel rewind dei due tempi di gioco abbiamo tutti capito che il Genoa sul piano organizzativo e tattico, grazie alla “capoccia” di Ballardini e come auspicato alla vigilia, ha fatto vedere di aver del gioco non solo difensivo con uno stringato difetto: pericolosità nei 16 metri. E qui non c’entrano nulla numeri di moduli e strategie.
Il Genoa contro la Roma non è stato a guardare. Non ha subito senza impegnarsi, ha cercato di contrattaccare con mordente.
Nel primo tempo solo l’errore di scalatura sul cross di Kolarov e l’inserimento di Under alle spalle di Rigoni e Hiljemark ha permesso ai giallorossi di andare in vantaggio. Perin non poteva farci nulla sul primo palo. Nel primo tempo più azioni da gol dei rossoblu in bambola per 10’ dopo la rete subita. La più ghiotta un rigore di testa a porta spalancata di Hiljemark.
Secondo tempo subito il patatrac dell’auto gol di Zukanovic! Rete che avrebbe ammazzato un toro e che invece ha ringalluzzito Ballardini. Altro atteggiamento tattico quello invocato da tutti un 4-3-2-1 made in Balla vecchia maniera.
Roma sotto, Di Francesco spaventato immetteva dentro Manolas e correggeva la Roma in un 4-4-2 inaspettato che confermava che Dzeko e Schick difficilmente possono giocare in coppia.
Genoa che ci ha provato fino alla fine: finalmente si è visto un Lapadula non più nel deserto dei Tartari che ha incominciato a maneggiare tutti gli strumenti del centravanti cercando spazio per sé e per i compagni che si inserivano e veniva premiato da un bel gol, la medicina giusta per qualsiasi centravanti.
Ballardini ha indovinato la strategia del primo e del secondo tempo: tutti liberi di dare numeri di modulo. Importante tagliare tutte le vie di gioco agli avversari e se hai qualcuno che crea superiorità numerica sulla trequarti le occasioni arrivano anche contro squadre più’ forti.
Ha ragione Ballardini quando dice che il Genoa non è mai stato messo sotto da nessuno e che le motivazioni contano più degli schemi, frase fatta che si ripete spesso nel mondo pallonaro con le formule per fare risultato che rimangono sempre le stesse: difendere l’oro degli attaccanti e – per vincere – sfruttare i fuoriclasse o la qualità dì qualcuno. E anche il Genoa ne ha ma non si poteva utilizzare se il primo obiettivo era salvarsi.
Grazie Roma l’abbiamo sentita per l’ennesima volta, ma ieri sera bisogna anche dire “Grazie Genoa-Balla”. Per la prima volta, anche se il Grifo ha perso, mi sono divertito.
Bravo El Yamiq: debutto non facile superato con un’ampia sufficienza. Il marocchino conferma quello visto nella Coppa delle Nazioni Africane: ha difeso bene ma soprattutto, col suo lancio di 30-40 metri, può essere un’arma in più per le ripartenze ballardiniane.
A Migliore, giunto in zona mista, abbiamo chiesto più cose. Il suo commento è tutto nell’intervista e nell’audio pubblicati ieri sera. Adesso sono cinque giornate alla fine. Tutti si aspettano la Balla-Connection.