Dalla location dell’Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure torna a parlare il presidente del Genoa Enrico Preziosi, accorso in Liguria per una questione che lega la società Assobello, di sua proprietà, ad alcuni parcheggi nella zona di Portofino. A margine della conferenza stampa, il presidente rossoblu ha risposto anche ad alcune domande riguardanti il mondo Genoa, in particolare a quel relative al futuro di mister Ballardini.

Su Ballardini: “Avrei dovuto fare una partitella stasera e poi andare a cena per fare un punto della discussione, ma non era in discussione la conferma o la riconferma che sarà valutata a salvezza acquisita, quando ci saranno le basi per poterne discutere. Ci sono ancora 5 partite da giocare. Ballardini l’ho chiamato per la terza volta, ma nessuno si è mai chiesto il perché un allenatore che viene chiamato qualche anno fa, viene poi non confermato – pur avendo raggiunto obiettivo e dato risultati – lo si chiama una seconda volta senza venire confermato, poi la terza volta? Un allenatore si chiederebbe ‘cosa vogliono da me’, così come nessuno si è chiesto il perché Criscito abbia rifiutato tre milioni e mezzo dall’Inter. Evidentemente perché ci sono stime, rapporti importanti”.

“Sono contento perché Ballardini non ha fatto un buon lavoro, ha fatto un ottimo lavoro. Per come eravamo conciati, anche se la rosa non era così da buttar via, i problema era che anche il manico conta. Juric sarà un grande allenatore, probabilmente non era pronto ma mi ha dato una grande delusione. Il gioco lo aveva ben chiaro in testa, ed era convincente, ma poi l’esperienza per portare avanti una società come il Genoa forse gli mancava. Aveva bisogno di più tempo, forse non era il momento di riconfermarlo: l’ho fatto pensando che potesse cambiare registro sfruttando gli errori del passato. Lui sa quanto gli abbia voluto bene, adesso un po’ meno per quanto mi ha fatto soffrire, ma la mia convinzione su Juric era partita dal fatto che sul campo e nello spogliatoio avesse dato sempre tutto e conoscevo la sua professionalità. So che prima o poi riuscirà nel suo lavoro, qui non ce l’ha fatta e ci ha inguaiato” 

Ballardini non ha fatto un buon lavoro, ha fatto un ottimo lavoro, è prima di tutto una persona seria e sapevo anche che i nostri giocatori fossero ragazzi seri. Il mio unico merito è averlo scelto in tempo, se avessimo perso contro il Crotone sarebbe diventata molto dura. Qualcuno storce il naso perché manca il gioco, ma eravamo conciati talmente male da non poterci permettere altre cose. Se sei in difficoltà non puoi guardare l’altro che beve Champagne, devi accontentarti del frizzantino per poi poterti permettere tornare a berlo. Ho sempre detto che ci vuole equilibrio, dando consigli anche a Juric senza mai interferire. Ballardini ha fatto un ottimo lavoro, è prima di tutto una persona seria. Ha portato equilibrio, quel che deciderò su di lui lo deciderò io tra qualche settimana“.

“Non mi farò influenzare da nessuno, né dagli applausi né dai fischi. Me ne infischio non per mancanza di rispetto, ma perché in qualche modo ti condizionano nel bene e nel male. Detto questo condivido quanto detto su Ballardini da Perin e ZukanovicMolti giornalisti si sono poi sbizzarriti dicendo che siamo una società allo sbando, ma io sono stato sempre presente nelle decisioni del Genoa. Non vado di certo a raccontare quel che faccio con Ballardini, quante volte ci siamo parlati e confrontati: forse qualche merito è anche mio? Quando le cose vanno bene non è mai merito di una persona, sempre degli altri. Quando le cose vanno male, si trova sempre un capro espiatorio. Mezz’ora fa abbiamo fatto un’analisi della partita con Ballardini, a cui ho detto che non potrà fare un intervento cattivo su di me perché non potrò giocare. Poi saremmo andati con Alessandro e Perinetti a cena per fare il punto della situazione, ma non per prendere decisioni che ho già preso: ve le comunicherò a tempo debito. Quando leggo su Tuttosport che avrei già preso un altro allenatore, cosa dovrei pensare? Se sapete già tutto voi…

Tra me e Ballardini, così come con ogni tecnico avuto qui al Genoa, c’è sempre stato il rispetto. Nessuno è mai uscito dal Genoa sbattendo la porta, questo significa che prima di tutto contano le relazioni ed il comportamento. I tifosi pagano il biglietto, hanno i propri sogni e si deludono. Devono trovare un capro espiatorio e questo è normale, io non ce l’ho con chi mi contesta ma con chi mi offende con frasi inaccettabili. Quando mi si dice ‘Preziosi Vattene’ lo capisco, rispetto l’opinione di chi mi dice che devo andar via perché ho fatto degli errori, di quei tifosi che sono incavolati per aver sofferto troppo negli ultimi anni, capisco anche che si debba trovare un capro espiatorio quando i risultati non arrivano. Mi servirà per esperienza, per correggere il tiro. Le società non vivono di umori ma di programmazioni e decisioni, a volte giuste e a volte sbagliate“.

“Devo parlare con il tecnico e provare a tirare giù un piano che sia condiviso, altrimenti ognuno resta a casa propria. Ho già deciso ma ho anche un piano che dovrà essere condiviso da qualunque allenatore arriverà sulla panchina del Genoa. Per i tifosi del Genoa vorrei non ci fosse un’altra annata come questa: il terzo anno di fila così sarebbe atroce. Non andrò in Europa League o in Champions, vedremo, ma non vorrei più mettermi insieme a terzultime o quartultime. Ci eravamo allontanati, ora ci siamo ricascati. Guardiamo cos’è successo quest’anno. A volte si esaltano le dirigenze di altre società ma anche loro hanno faticato o cambiato allenatore: vedi l’Udinese con un tecnico che era esperto come Delneri ed ora con Oddo, il Sassuolo con giocatori importanti e un allenatore giovane come Bucchi che è stato esonerato, oppure il Torino che con la rosa a disposizione e un allenatore esperto ha chiamato Mazzarri. Anche il Benevento non ce l’ha fatta con De Zerbi, forse per il valore della rosa, il Milan è partito per vincere il campionato e se non fosse arrivato Gattuso non so in che posizione di classifica si troverebbe adesso. Questo a dimostrazione di come nel calcio ogni anno sia diverso: chi fa bene è chi sbaglia meno, eliminare gli errori in questo sport è follia. Noi abbiamo un’idea di giocatori, un programma, vedremo quali saranno le valutazioni del mister e le idee di gioco: non voglio fare 4 gol a partita, anche se si portasse via qualcosa allo spettacolo non importa, non so cosa faremo ma cercheremo di lavorare per evitare di soffrire ancora”.

Su stagione e ritorno allo stadio:Lapadula è un giocatore fortissimo, è stato sfortunato questa stagione con una fascite che gli ha fatto saltare la preparazione e l’infortunio di Udine, ma dopo una grande contestazione già ora si sta cambiando il pensiero. I tifosi avevano da ridire su Biraschi che ora va in Nazionale, Hiljemark è diventato una pedina importante del centrocampo in una stagione nella quale tutti hanno patito questa situazione di difficoltà. Ritornerò allo stadio, perché dopo un anno così è giusto che si cerchi di azzerare tutto e creare un clima più sereno. L’entusiasmo dopo questi anni difficili è un po’ venuto a mancare, ma non il dovere: non mi sono mai vantato degli anni di Serie A con il Genoa, vorrei vantarmi di altre cose: aver dato stabilità, tante altre cose che vanno approfondite e spiegate prima che cominci il nuovo campionato”.

Su Perin: “Lui ha nel cuore il Genoa, è nato e si è formato classicisticamente qui fra le giovanili e la prima squadra. Ha fatto il percorso che doveva fare ed è estremamente consapevole del fatto che non posso trattenerlo di fronte a un’offerta che reputasse importante. Lui è molto serio e molto legato al Genoa, non andrebbe mai a scadenza di contratto. Non ho mai chiesto a giocatori di dover andare via. Il caso Rincon? Bisognerebbe chiedere anche a lui cosa volesse, visto che ha chiesto di andar via. Discorso diverso se non ci fossero offerte serie per lui, ed egoisticamente lo spero. Se chiedesse di andar via, andrà via e deve andar via perché non c’è tempo. Acerbi ha avuto la possibilità di giocare in un grande club e non è stato ceduto dal Sassuolo, pagando mesi difficili. Quando capita così, rischi di pagare doppio”.

Su Nazionale e bando diritti tvMancini più che un allenatore è un gestore, il fatto che Malagò abbia scelto lui mi fa molto piacere. Ha forse più esperienza di Ventura, ma la Nazionale è complicata: uno come Gasperini sono certo che durerebbe tre mesi, perché non avrebbe il campo sotto gli occhi tutti i giorni. Bisogna ancora lavorare, fare l’allenatore della Nazionale è un mestiere diverso. La trattativa MediaPro andrà benissimo. Chiaramente c’è il fastidio da parte di Sky, ma MediaPro ha dimostrato di avere un presidente serio, che è venuto a parlarci e dire che i termini delle fideiussioni verranno rispettate e questo ci permette di poter fare un piano”.

Sul futuro societario e del dg Perinetti:Abbiamo avuto interessi palesi per comprare il club, ad oggi ci sono delle code che io valuto: se mi accorgessi che ci sono progetti e capacità, risorse economiche pronte per il Genoa vi do la mia parola che il prezzo lo farei fare dal mio compratore. Quando parlo di code parlo di code, le trattative quando sono serie sono segrete non vanno sui giornali. Qualcosa potrebbe accadere: vedremo. Perinetti? Ho letto giornali che lo davano a Verona, ma il rapporto con Peirnetti non è quello fra presidente e direttore ma quello fra due persone che già a Como hanno lavorato insieme e che si conoscono da 30 anni. Quando l’ho chiamato lui la mattina dopo era da me, ho dovuto anche pagare Venezia. Quel che io non ho a Genova, lo ho in tutta Italia. Perinetti ha portato equilibrio e tranquillità nella gestione, io e lui siamo per la condivisione e sa già quel che abbiamo fatto a Gennaio e per la nuova stagione. Stiamo tranquilli, sappiamo quel che serve per integrare la squadra e una volta risolto il nodo del mister sapremo quel che servirà comprare per evitare di soffrire”.

Sullo stadio:C’è una perizia in corso e si deve stabilire un prezzo: noi lo stadio lo prendiamo se ci sono le condizioni per poterlo fare. Stamattina ho incontrato Ferrero a Genova – perché lui vive nel mio albergo – e abbiamo parlato. Fosse per me per acquistarlo darei zero visto che i lavori da fare sono enormi e le cifre da investire pazzesche. Qualsiasi cifra superiore a quello che abbiamo nel nostro immaginario, l’operazione non la facciamo. Perché poi il giorno dopo dobbiamo cominciare a fare quello che serve in un progetto condiviso. E dico “condiviso” con la Sampdoria perché ora siamo obbligati, ma per diversa cultura e per la competizione che c’è ci sarebbe da trovare il modo – e l’ho detto al sindaco, lo sa – che ognuno facesse il proprio stadio. Il genoano ama casa sua. Un domani potremo rilevare la quota di Ferrero, o viceversa: mi piacerebbe in futuro avere la casa del Genoa senza nessuna mescolanza”.

Su Giuseppe Rossi: “Stamattina parlavo con Ballardini di Giuseppe Rossi. Non ho fatto un gesto umanitario, ma ho pensato che se avessimo avuto la fortuna di recuperarlo sul piano fisico ci saremmo ritrovati in squadra un campione. Non gli abbiamo potuto dare tante occasioni anche per motivazioni di classifica. A Roma ha accarezzato il pallone, anche se qualcuno sostiene si sia mangiato un gol, era un mio dovere dare una possibilità ad un giocatore così serio e così ostinato. Parlerò con lui e sarei felice di tenerlo anche l’anno prossimo: ci sono condizioni che non si sono verificate, ne stabiliremo altre.”

SEGUITO L’AUDIO CON LE PAROLE DEL PRESIDENTE PREZIOSI