Il posticipo della 34ª giornata al Ferraris è stata una sfida che valeva una stagione. Non tanto per il Grifone, per Ballardini e l’Hellas Verona. Per il Genoa la salvezza non poteva essere messa in discussione a 38 punti e con 4 gare da giocare, anche se all’ordine di ogni giornata di campionato accadono miracoli. Valeva una stagione per Ballardini e gli esami continueranno anche nelle prossime 4 gare. Non solo per il tecnico, anche per i calciatori.
Ognuno ha voluto interpretare le parole di Preziosi a Santa Margherita, ognuno ci ha fatto titoli (giustamente, sono quelli che fanno leggere gli articoli, vendere giornali e cliccare sui siti internet), messo virgolettati sulle presunte negatività e non positività dette dal Joker sulla permanenza di Balla al Genoa il prossimo anno.
Per tale motivo, anche se è faticoso, da quando è nato Buon Calcio A Tutti, in fondo in ogni intervista mettiamo l’audio integrale; ascoltando le parole dell’intervistato si possono cogliere sfumature diverse, senza punti, virgole e punti e virgola.
Ballardini lo sa, lo ha capito: nelle prossime gare il Vecchio Balordo deve far vedere gioco, gol e risultati. Balla e compagnia devono fare una buona prestazione con l’Atalanta, partita a cui tengono in molti dopo le sberle di Gaspe dello scorso anno. Con l’aiuto del Tempio si possono fare buone gare con Fiorentina e Torino. La più difficile in queste ultime 4 gare è a Benevento, l’ultima gara in A delle Streghe, avvicinandosi al 10° posto in classifica, sarebbe difficile per il Joker dare il terzo benservito a Ballardini.
Non abbiamo ancora visto “Loro 1” , la carezza di Sorrentino a Berlusconi (esce nelle sale domani), ma abbiamo sentito i cori di tutto il Ferraris a fine gara coccolare il tecnico ravennate e lui rispondere semplicemente con un gesto della mano senza prendersi o rubare la meritata scena, imbucando subito gli spogliatoi e lasciando il palcoscenico ai giocatori.
Il Joker è pentito per la riconferma di Juric dello scorso, con il parere non favorevole di qualche famigliare. Ci poteva anche stare Juric: sul campo aveva dimostrato di avere idee, doveva essere supportato e non bisognava fargli fare l’Alex Ferguson della situazione. In tutti i modi bisogna ringraziare il Presidente se per la 12ª volta il Genoa calcherà i campi della Serie A. Qualcuno penserà, dirà “il solito ruffiano”. È la verità, anche se nel mondo Genoa si rappresenta sempre tutta nuda ed ognuno può vestirla come vuole ad uso e consumo non solo degli audience, per ripicche e campanilismo. Sono comunque stati 12 anni in Serie A tra pregi e difetti.
A proposito, qualcuno mi messaggia, mi ferma chiedendo perché ad ogni inizio gara del Grifone su Radio Nostalgia ringrazi Preziosi perché ci permette di andare in onda diretta. È un’altra verità: non ringrazio solamente il Joker, ma tutti gli altri sponsor. Oltre a Preziosi grazie a Zarbano, Perinetti, Abbagnara, Ballardini, a tutti gli altri, senza fare altri nomi e cognomi per non dimenticarne qualcuno. Grazie a quelli che hanno lavorato sul campo, nei fondi di Villa Rostan e dietro le scrivanie per questo GenoAAAAA.
Genoa-Hellas, il Grifone non ha fallito l’operazione 41 punti a 4 giornate dal termine del campionato. Il Genoa di Ballardini non ha approfittato di un Verona non spento ma solamente poco ispirato da e con troppe diavolerie senza senso del tecnico Pecchia, che a Verona non si è mai consultato con Bagnoli. Gli avrebbe spiegato che il “terzin deve fare il terzin e l’attaccante l’attaccante”. La strategia di Pecchia di confondere gli avversari con giocatori fuori ruolo e continuo cambiamento di posizione in campo, probabilmente non è stata capita neanche dai calciatori.
Ballardini anche contro l’Hellas ha dimostrato che il sistema di gioco è relativo. Contano impostazioni individuali, organizzazione di gioco, marcamenti difensivi, inserimenti, combinazioni di gioco e quando si alza il baricentro diagonali difensive per difendersi. Due sono state perfette contro il Verona: quella di Laxalt nel primo tempo e Lazovic nel secondo, pronte a disinnescare una ripartenza a campo aperto degli avversari.
I gol di Medeiros, sempre più Iago Falque, uno che sente e vede la porta da fuori area, scoperto dalla “struttura” dopo 4 anni nella Nazionale Under-18 portoghese visto e rivisto da Salucci, tutto confermato dalle cronache passate. Il gol di Bessa, che lo scorso anno ha portato in Serie A il Verona e ieri l’ha affondato quasi matematicamente. I veneti hanno solo una speranza, domenica prossima contro la Spal al Bentegodi. La perla di Pandev, una “palombella” per festeggiare gli 80 anni di Eraldo Pizzo, caimano genoano in piscina come tanti presenti non solo in Gradinata Nord, sono a testimoniare come nel calcio vinca non solo l’organizzazione ma anche la qualità.