La 35esima giornata non andrà facilmente in archivio. Tre giornate alla fine che saranno al Veleno con gli arbitri nel mirino; al pepe e al peperoncino per vittoria finale, posti Champions, Europa League (conta solo il sesto posto perché il settimo è da sciagura per le squadre italiane), salvezza. Tutto riguarderà solo 15 squadre con cronisti e commentatori che hanno già messo in costume da bagno Torino, Genoa, Bologna e Sassuolo.
Il Sabato del Villaggio è partito alle ore 18 con la Roma che fa prove tecniche di Champions rifilandone quattro al Chievo sul baratro della Serie B. Panchina saltata per Maran che ha fatto un girone di ritorno a ritmo di retrocessione: dentro il fedele D’Anna per evitare di andare in B. La Roma con la vittoria contro il Verona rinsalda il quarto posto in classifica in attesa di un’altra remuntada contro il Liverpool di Klopp, che fa turnover, pareggia 0-0 in Premier e rischia il quarto posto utile per la prossima Coppa con le orecchie. Altro gol di Schick che farà studiare la formazione anti-Liverpool a Di Francesco: più che il ceco bisognerebbe tenere sotto osservazione El Shaarawy in grande forma e più pronto a fare le due fasi di gioco contro i Reds.
La febbre del sabato sera tra Inter e Juventus è continuata anche alla domenica sui social. Facebook, Twitter e Instagram scatenati con ricordi del passato di calciopoli tra bufale e fake news. Tengono più campo e audience le presunte parole di Tagliavento quarto uomo nel richiedere quanto recupero assegnare per alzare la lavagna e il suo incontro in zona mista con Allegri, parole che richiedono addirittura la richiesta del presunto filmato dalla Procura del calcio, che il fallo di Vecino prima sanzionato con il giallo e a seguire con il rosso da Orsato e il secondo giallo mancato a Pjanic. I vertici arbitrali non sconfessano però Orsato. La domanda però è unica: il protocollo VAR è trattato come il regolamento del gioco calcio alla regola 12 “Falli e scorrettezze”: ognuno con il fischietto e da dietro il video lo utilizza non tanto a suo uso e consumo, ma non certo in modo uniforme. Orsato ha sbagliato nel non estrarre il secondo giallo a Pjanic. Qui secondo i soloni della tecnologia il VAR non poteva intervenire: perché? Bastava solamente suggerire la gravità dell’intervento ad Orsato via auricolare , estrarre il rosso e non fare la sceneggiata dei pollici TV. Anche la regola 18 non scritta (il buon senso) per i commentatori o per cronisti è come la pelle delle “huevos”: ognuno la può tirare a proprio uso e consumo.
Attenzione perché il campionato non è finito dopo la disfatta del Napoli. Perché contro dieci dell’Inter non possono bastare 2 minuti finali da scudetto da parte di Allegri e la Signora che rispetto al Ciuccio ha una “gioia” in panchina. Orsato ha graziato Pjanic, ma Spalletti che ha sbagliato gli ultimi 10 di gara con i cambi volendo giocare contro la Juve e non per il quarto posto in classifica non può uscire vergine.
La prima gara della domenica ha visto protagonista il Crotone che ha rifilato una quaterna al Sassuolo squagliatosi sotto il sole di mezzogiorno allo Scida. Al pomeriggio in scena l’Europa League con vittorie di Atalanta, Milan e Sampdoria. La Dea liquida il Grifone in 20 minuti e mantiene il sesto posto sul Milan vittorioso in casa del Bologna, che insegue sempre ad un punto. Gattuso nero in volto per le polemiche dopo la sconfitta casalinga nel turno precedente con il Benevento che hanno messo in discussione e criticato tutti e tutto, compreso Ringhio, senza successi da 6 giornate consecutive. Poi c’è la Samp di Giampaolo che ritrova estro e qualità contro un Cagliari che incomincia seriamente a pensare alla possibilità di non cadere nella rete finale della salvezza. Domenica sull’isola arriva la Roma e tutti gli isolani sperano che abbia la pancia piena di reds.
Sempre al pomeriggio, Benevento-Udinese è l’unico pareggio della giornata e termina 3-3. Tudor era in panchina e non al centro della difesa e i friulani hanno incassato gol rocamboleschi dalle streghe che non mollano mai.
Il Verona affonda al Bentegodi contro la Spal e saluta la Serie A: la stramberia essere rimasti sempre con Pecchia in panchina dopo i patemi dello scorso anno per salire in A e la discesa in B dell’attuale stagione.
Alle 18 – 17 senza l’ora legale – in molti si aspettavano un Napoli non vestito da Ciuccio e sbattono invece nell’Arena del “Franchi” contro Toro Simeone, autore di una tripletta con il pallone spedito a papà Cholo a Madrid. Buon sangue non mente.
Juventus.Napoli era stata una partita brutta, bianconeri e partenopei avevano dimostrato di essere sulle gambe: tutto confermato a San Siro per la Juve e all’Artemio Franchi per il Napoli. Sarri e i suoi anche in inferiorità numerica per quasi 90’ minuti non possono accampare scuse: senza idee, senza grinta, senza forza hanno difeso sconvenientemente e attaccato peggio. Tutto collegato psicologicamente all’uno/due finale della Signora contro l’Inter che non ha fatto dormire i partenopei? La Fiorentina contro il Napoli è apparsa una squadra top finalista della Champions anche se reduce da un brutto zero a zero con la Spal e due sconfitte brucianti con Lazio (3 a 4) e Sassuolo. La Viola con i tre gol di Simeone ha ingannato tutti, osannata in riva all’Arno anche se dispiaciuta di aver regalato il settimo, probabile scudetto all’odiata Juventus, e non ha tenuto conto della pochezza di un Napoli irriconoscibile.
Alla Sera non vola alta l’Aquila di Lotito: vola altissimo un grande Milinkovic-Savic che trascina i compagni dopo lo stiramento di Immobile al 15’ del primo tempo e il rigore sbagliato da Luis Alberto. Da solo incorna il Toro di Mazzarri che ha riprovato a giocare con il 3-4.2-1 monco di Falque, entrato al quarto d’ora della ripresa al posto di Edera poco avvinto al gioco di Mazzarri.
Tre giornate al termine, tutto in mano ai calendari, ma a poche partite mancheranno le motivazioni. Le più facili sulla carta sembrano concentrate al sabato: Milan-Verona e Juventus-Bologna. Alle 12.30 testa coda tra Udinese e Inter. Alle 15 da paura Chievo-Crotone, da thrilling Lazio-Atalanta. Poi ancora Spal Benevento con le streghe sempre in gioco solo sull’onore a 18 punti, Napoli-Torino ultimo treno che passa sotto il Vesuvio per sperare nella domenica successiva in Roma-Juventus. Infine Genoa-Fiorentina coi grifoni chiamati a rimandare indietro tutte le affermazioni di essere già in vacanza contro una Fiorentina e Simeone che non troveranno le autostrade napoletane per avvicinarsi all’area di Perin. Alle 18 sarà Sassuolo-Sampdoria: Doria da trasferta o casalinga? Alle 21 Cagliari-Roma condizionata dal risultato dei giallorossi contro il Liverpool, anche se Di Francesco ha dimostrato che le seconde linee suonano e conoscono lo spartito come i titolari.
MOTIVAZIONI che riprenderanno subito i grifoni di Ballardini che leggendo le cronache di Atalanta-Genoa si saranno anche incazzati con un Genoa dato “in vacanza, già al mare, con la pancia piena” e, addirittura sui quotidiani bergamaschi, maltrattato dalla Dea.
Ballardini contro la Viola vorrebbe riproporre la squadra del secondo tempo sul terreno dello Stadio Azzurri d’Italia. Dovrà fare i conti con la tenuta di Veloso e Pepito Rossi. Per una volta potrebbe iniziare con la batteria di qualità per cercare di fare gol, mettere il risultato al sicuro e dopo tornare al Genoa che si è salvato.
Tra le altre notizie si schianta l’aeroplanino di Montella. Un anno record: prima cacciato dal Milan e ora via pure dal Siviglia. Carlo Ancelotti dice “no” alla Nazionale non tanto per l’ingaggio ma per i dubbi sul futuro federale. Tutto ciò non può passare sotto silenzio.
Iniesta insegna a tutti come dire addio ai grandi vecchi al calcio giocato tra le lacrime: “a 34 anni lascio perché non mi sento più utile alla causa”. Una modestia che non ha inciso sulla sua carriera priva di narcisismo esasperato come in altri colleghi. Da antidivo lo specchio delle sue brame è sempre stato solamente il terreno verde che lo ha incoronato il più bravo del reame con il Barcellona con 32 titoli, compreso l’ultimo arrivato e quelli conseguiti con la nazionale delle Furie Rosse. Chissà cosa ne pensa Buffon dopo i dolori svedesi e madrileni?
Veleno, pepe e peperoncino, un bene per il calcio italiano sempre alla ricerca di audience internazionale, sponsor. Ritornato il campionato più bello del mondo, non sul piano del gioco.