C’è chi sottolinea che il peso del VAR in questa 36° giornata non abbia influito più che in altre giornate di questa stagione, ma in realtà ci sono state partite senza zone d’ombra e altre, come Genoa-Fiorentina, che ne lasciano più di una. Ma andiamo con ordine.
JUVENTUS-BOLOGNA – Viene difficile pensare che la Juventus possa perdere il settimo scudetto. La mano protesa sul trofeo la formazione di mister Allegri la ha messa definitivamente vincendo a domicilio contro il Bologna, che per voce del suo tecnico Donadoni non è uscito pienamente confortato dalle scelte dell’arbitro Irrati e del VAR. Anzitutto è inequivocabile l’interpretazione del fallo da rigore di Rugani su Crisetig: giusto
Proprio nella gara dello Stadium si apre il primo di tanti episodi da VAR per falli non puniti, o sanzionati dopo una revisione: il riferimento è al fallo da dietro a centrocampo di Crisetig su Higuain allo scoccare dell’ora di gioco. Un’espulsione che, nell’ordine normale delle cose, avrebbe pareggiato l’inferiorità numerica se Rugani fosse stato espulso nel primo tempo.
UDINESE-INTER – Non è certo l’espulsione di Fofana ad indirizzare la gara della Dacia Arena, dove l’Inter passeggia sull’Udinese. Sicuramente spicca però il ritorno del VAR sulla scelta, ritenuta “chiaramente errata”, di Mazzoleni, che a velocità di gioco non aveva punito Fofana per un’entrata dura su Perisic. Lo corregge Giacomelli portando l’arbitro ad assumere migliore – e più giusto – partito: espulsione diretta per il centrocampista friulano. Ricordate il Behrami non sanzionato in Udinese-Genoa su Biraschi? Non smetteremo di ripeterlo: si chiarisca quando e come fare intervenire il VAR anche in situazioni di falli gravi di gioco. E che si intervenga con uniformità.
GENOA-FIORENTINA – Poi c’è il lungo capitolo sulla gara del “Ferraris”, chiaramente condizionata dall’espulsione diretta a Pandev e mai realmente in controllo da parte di Manganiello. Intanto si mettano in evidenza, rispetto a quanto letto questa mattina sui maggiori quotidiani sportivi nazionali, che al minuto 13, fra gli applausi dello stadio in
Nel secondo tempo i due episodi più importanti, a cui è doveroso aggiungere la giusta lettura dei direttori di gara e del VAR nel non valutare attiva la posizione di Hiljemark in occasione del primo gol rossoblu. Rapida ed efficace è infatti la lettura di Hiljemark che, essendo in offside, palesa con un gesto delle braccia il suo disinteressarsi del pallone permettendo a Bessa di andare sul fondo e servire Rossi a centro area. Passano cinque minuti dall’episodio ed ecco che Manganiello estrae il rosso diretto all’indirizzo di Pandev.
L’intervento del macedone viene valutato da Manganiello come intervento dalla “vigoria sproporzionata”, come resta la regola 12 del protocollo arbitrale, che prevede l’espulsione per il calciatore che “eccede nell’uso della forza necessaria e mette in pericolo l’incolumità di un avversario”. Sicuramente nella scelta del fischietto piemontese pesa questa valutazione, molto meno il buon senso: le gambe di Pandev cercano il pallone e non Bruno Gaspar, che bravo nello spostare all’ultimo il pallone viene colpito sul piede sinistro. Le due gambe non sono alte, ma unite quanto basta per rendere il cartellino da giallo a rosso. Non viene considerata neppure la contingenza del terreno bagnato, che dalle immagini sembra aver influito in quello che sarebbe diventato un tackle ritenuto “brutale” o sproporzionato per vigoria. Esplicita la richiesta di Pandev all’arbitro di andare a rivedere la circostanza, ma Abisso e Piscopo scelgono di avallare le scelte di Manganiello.
Pesa anche la scelta, a pochi minuti dal recupero, di non valutare come “da rigore” il contatto in area fra Lapadula e Milenkovic. Il difensore serbo non prende mai il pallone, così come la sua corsa da dietro a cercare l’anticipo non impatta mai su
CAGLIARI-ROMA – Episodio analogo peserà sul finale di gara alla Sardegna Arena dove sarà Gerson a rischiare, da dietro, intervenendo su Deiola. Il contatto sembra avvenire quando il pallone ha già attraverso la zona d’intervento del giocatore cagliaritano. Per Di Bello non è rigore, ma anche in questo caso nessun intervento del VAR (Tagliavento).