La 36esima giornata all’orizzonte poteva essere quella dei verdetti decisivi. Sono stati solamente due matematicamente in fondo alla classifica: Hellas Verona retrocesso e Sassuolo salvo.
È fatta invece per la la Juventus anche se la matematica dice no: è la Signora “sette-scudetti”. Scudetto più difficile degli altri arrivato anche per merito degli avversari che l’hanno aspettata prima di Natale, con il Napoli che ha pensato più al tricolore che alle Coppe Europee.
Scudetto sul campo ma anche della società e della struttura.
Disfatta per il Napoli. La discussione tra De Laurentis e Sarri sarà su questo anche in futuro. Chi ha ragione, il Presidente che non ha rimpolpato la squadra a gennaio o Sarri che ha pensato che il team non potesse competere su tre fronti con un difetto per il bancario e tecnico che non ha voluto fare i conti con le riserve giocando non solo con gli stessi calciatori ma sempre con lo stesso modulo?
Per andare a giocarsi la Champions alla Roma manca un punto su 6, alla Lazio vista contro l’Atalanta la forza nelle gambe, all’Inter la continuità di risultati anche se i titoloni per aver spezzato le reni all’Udinese si sprecano: Euro Inter uno su tutti.
Per il sesto posto in classifica, quello che darà il diritto di andare in Europa senza passare dagli spareggi di Luglio, una questione tra Milan e Atalanta. La Dea e Gasperini hanno asfaltato a domicilio la Lazio e la squadra più in forma tra quelle che ambiscono al sesto posto è proprio quella orobica: domenica Atalanta-Milan sarà un jolly che Gasperini non sprecherà se non ci si metteranno altri fattori nel mezzo con le maglie multicolori e il fischietto in bocca, cercando di sfruttare anche la forza fisica che potrebbe mancare al Diavolo dopo la gara con la Juventus per la finale di Coppa Italia. In lizza anche la Fiorentina se troverà un altro Manganiello di turno a spianarle la strada come contro il Genoa.
Si ha una brutta impressione di questo finale di campionato: sembra che ci sia troppo interesse a salvaguardare i bilanci delle milanesi per non essere penalizzati dall’Uefa (che ieri ha rilasciato 14 licenze ai club di Serie A, fra i quali anche il Genoa) e risarcimenti per guai che hanno lasciato il segno in tutta l’Italia calcistica.
Champions, Europa League e salvezza sono nelle designazioni di Rizzoli non solo per i quattro che andranno in campo ma anche dietro i televisori. Nelle ultime due giornate basta esperimenti arbitrali: intanto i giochi di chi sarà promosso tra gli arbitri sono già stati fatti nella camera dell’AIA.
La salvezza resta da brividi: cinque squadre in due punti per evitare il terz’ultimo posto, in particolare per Cagliari e Crotone. Visto il calendario più per gli isolani (Fiorentina fuori e Atalanta in casa) che per i pitagorici, se questi ultimi supereranno lo scoglio Lazio sulle gambe allo Scidal. Poi all’ultima giornata in casa del Napoli in nome del Sud potrebbero trovare un tappeto non rosso ma quasi.
Non vivranno sogni alla “Bonomelli” ma quasi la Spal contro squadre alla camomilla come Torino e Sampdoria, mente Chievo e Udinese se sbaglieranno le gare della 37ma giornata in casa del Bologna e per i friulani al Bentegodi contro Hellas potrebbero essere guai e ricorrere alla fine alla classifica avulsa. Questo per non retrocedere per questione di numeri dovrebbe far pensare alla riforma dei campionati con i play off e i play out.
Nel dettaglio, ecco la 36º giornata. Al sabato il Milan si allena contro l’Hellas Verona che torna in B sempre con Pecchia sulla panchina. Il tutto con vista finale di Coppa Italia. La Juventus invece fatica con il Bologna, entra Douglas Costa e risolve tutto come fece contro la Sampdoria.
Alla domenica alle 12.30 l’Inter ed i cinesi tornano a sperare nel piazzamento Champions e si sbarazzano di una Udinese da brividi con encefalogramma piatto.
Alle ore 15 C’è Chievo-Crotone, Zenga perde l’occasione che si presentava al Bentegodi pur essendo più vispo contro un Chievo depresso. Vince il neo allenatore D’Anna, che cambia anche il modulo ma soprattutto rilancia Birsa dimenticato da Maran.
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Lazio-Atalanta: pareggio che non serve a nessuno. Ha fatto tutto la Dea, bella ma troppo sprecona in casa della Lazio. Il portiere della Lazio fa miracoli nel secondo tempo. Inzaghi oltre Immobile perde anche Luis Alberto per infortunio muscolare.
Napoli-Torino: il Ciuccio si scorda dello scudetto con due giornate di anticipo con Sarri che ribolle in panchina dopo le parole di De Laurentis in settimana. Va in vantaggio la formazione azzurra per due volte grazie ai regali del Toro in difficoltà a difendersi. Pareggia Mazzarri, ma al Napoli mancano le forze e il gioco di Sarri per fare il terzo gol. Lezione per Sarri in futuro, che resti sulla panchina del Napoli o si sieda su un’altra: i campionati si vincono con altra gestione di uomini e opportunità. Sugli spalti si ringrazia la squadra e l’allenatore ma non il Presidente che continua a scambiare il calcio con il cinema con le sue dichiarazioni da scoop.
SPAL-Benevento: gli estensi guadagnano 3 punti per non mollare la salvezza pur giocando peggio del Benevento, bello anche se visionario il 3-2-1-4 di De Zerbi.
Alle 18 Sassuolo-Sampdoria: perde la Samp da trasferta, si salva il Sassuolo raggiungendo i fatidici 40 punti .Iachini gongola ha salvato il Sassol con due giornate in anticipo con Inter e Roma all’orizzonte.
Alla sera Cagliari-Roma: I sardi tra le quelle candidate alla retrocessione danno l’impressione di non aver capito a due giornate dal termine in che situazione sono. Sardi terzultimi ma pensano ancora in modo supponente di avere più qualità degli altri e salvarsi. Gli isolani se la giocano con tutti ma dopo perdono come contro la Roma sbagliando gol impossibili. I prossimi errori non saranno perdonati da Fiorentina e Atalanta. La Roma stanca e con grande sofferenza vince grazie alle parate di Alisson e un gol da biliardo di Under: cose turche per entrambi.
Di Genoa-Fiorentina abbiamo già scritto. Nulla di nuovo nel giudicare da parte dei moviolisti nazionali sul fallo di Pandev. Il regolamento e il VAR per loro somo come i direttori di gara. Il regolamento è chiaro alle regola 12: Pandev non è stato colpevole di condotta violenta, non ha utilizzato le gambe con vigoria sproporzionata e non ha messo in pericolo l’incolumità dell’avversario considerato che Gaspar si è rialzato subito, perciò non si è reso colpevole di un grave fallo di gioco. Il colore del cartellino giallo era più che sufficiente.