Non sarà una gita del Vecchio Balordo quella nel Sannio e lo sa benissimo Ballardini. I sanniti nell’ultima gara casalinga in serie A cercheranno di far vedere le Streghe a Perin e compagnia.
Il Genoa può andare in difficoltà subito nei primi minuti di gara se non prenderà immediatamente le misure ad un inizio degli avversari tatticamente ordinati, pronti ad utilizzare transizioni rapide e movimenti di pallone veloci su direttrici esterne che potrebbero causare scompensi difensivi pericolosi. Se tutto ciò dovesse succedere non sarebbe un caso viste le altre gare casalinghe dei giallorossi. Parlare di approccio sbagliato sarà fuorviante perché non indentificherebbe nessun problema reale, tecnico, tattico e mentale. In termini di motivazioni, il Benevento non si gioca nulla e desidera solo salutare i tifosi con una vittoria, perciò la qualità dei rossoblu dovrà fare la differenza anche se Ballardini continuerà a fare, più che esperimenti, degli esami proiettati al futuro.
Ballardini dovrà cercare subito di capire come stanno in campo gli avversari, se ripeteranno il 3-2-1-4 visto contro la Spal o ritorneranno al 4-3-3 o 3-4-2-1 mascherato. Capire quali distanze tenere tra i reparti, quali situazioni utilizzare di più per gestire il pallone, e quindi il ritmo, con una temperatura massima di 22° e l’emotività del gioco.
Comprese le modalità attraverso cui far valere la propria superiorità tecnica e tattica, toccherà ai calciatori di più qualità fare la differenza, in particolare se giocheranno in verticale dietro le linee avversarie con la famosa “imbucata”, operazione non gradita dagli “stregoni” riguardando gli 83 gol incassati.
Il Genoa a Benevento avrà poche scuse anche se è la penultima gara di campionato e, col Genoa già salvo, potrebbe trasformarsi in Gerovital e Croce Rossa, come già successo in altri finali di campionato. Deve giocare solo per vincere e la lezione di Atalanta e Fiorentina dovrà essere capitada tutti. Chi giocherà, non solo tra i giovani, deve pensare di avere l’occasione di mettersi in vetrina avendo la possibilità di giocarsi il futuro con più qualità e carattere.
La formazione rosso blu come al solito la rimandiamo a domani alle 17.30 e rispetto alla precedenti gare, con il Grifo salvo, aspettiamoci altri esami.
Capitolo Benevento. Nonostante la retrocessione matematica, da lungo tempo gioca meglio degli avversari che ha incontrato, l’ultima volta in casa della Spal. Pur giocando meglio ha perso indossando il nuovo abito tattico di De Zerbi, un 3-2-1-4 in parte visionario visto e considerato come Paloschi e Antonucci si sono presentati davanti a Puggioni.
Per inciso, l’atteggiamento del Benevento è una lezione a tutte le squadre non solo in lotta per la salvezza ma anche per quelle che non hanno da chiedere nulla al campionato: l’ultima della classe, nonostante la matematica, continua a giocare seriamente, per di più divertendosi e facendo divertire.
Il paradosso, malgrado giocassero bene contro tutti gli avversari sia con il primo allenatori Baroni sia col subentrante De Zerbi, è che hanno perso complessivamente 29 gare compresa la Coppa Italia contro il Perugia, pareggiate 3 e vinte 5. La vittima preferita è stato il Milan di Gattuso perdente in casa e fermato fuori sul pareggio.
La società sannita a gennaio credeva ancora nella possibile salvezza e ha rivoluzionato la squadra ingaggiando 8 calciatori e la sorpresa del campionato, Diabatè, il maliano che ha fatto doppietta alla Juventus, probabilmente utilizzato in ritardo dal tecnico. Tra Capodanno e la Befana vincendo due gare consecutive con Chievo e Sampdoria avevano illuso i tifosi campani.
Il Benevento in questo campionato è apparso attorniato, assediato di aura maledetta, nulla di particolare in una città fortemente di tradizione magica dove non solo il liquore ma anche i calciatori vengono chiamati “streghe o stregoni”.
Lasceranno il segno gli “stregoni” nel campionato 2017/2018. Segno negativo ma anche positivo.
Il primo punto in campionato è stato confezionato dal portiere Brignoli al Milan. Gol che andrà nella storia come quelli di Rampulla del 1992 e Taibi nel 2001. Gol del portiere Brignoli che ha interrotto una catena maledetta e senza precedenti.
I record negativi del Benevento iniziano a fine ottobre perdendo con la Fiorentina: mai nessuna squadra aveva cominciato un campionato così male. Tutto è proseguito con la dodicesima sconfitta consecutiva in casa della Juventus: nessuna squadra nel campionato italiano aveva mai messo insieme una serie di sconfitte così lunghe.
Ci saranno di mezzo anche le Streghe ma il campionato dei sanniti dovrà essere una grande lezione su quanto sia facile, ma allo stesso tempo difficile, fare risultati per una squadra poco e male attrezzata prima della partenza della stagione.
Il Benevento lascerà poi il segno perché sarà la pietra di paragone negativa, lo spauracchio per tanti tifosi chissà per quanti anni. Ma come giocherà De Zerbi contro il Genoa? Continuerà con la difesa a tre come a Ferrara , frutto anche di risultati piuttosto deludenti in carriera oppure cambierà tornando al suo 4-3-3 preferito. Troppo inadeguati gli stregoni per giocatore a 3 in difesa.
Al Vigorito De Zerbi, adattandosi alle caratteristiche della squadra, avendo una qualità bassa in difesa e non potendo gestire la qualità degli avversari davanti al proprio portiere, cercherà di rimanere alto sul terreno di gioco. La difesa a tre De Zerbi l’ha spesso mascherata con Sandro metodista, travestendo il 4-3-3.
Il Benevento prende gol e perde perché non leggono bene le letture di possesso degli avversari che spesso scompaginano il sistema difensivo giallorosso prendendo alle spalle centrocampisti e difensori.
Traducendo, il gioco di De Zerbi se non ripeterà il 3-2-1-4 tenterà di essere spumeggiante, fatto di sovrapposizioni sulle fasce e di tecnica in avanti al servizio dell’unica punta: strategia o impostazione di gioco che richiede però troppo dal punto di vista fisico ai calciatori con i finali partita che diventano un calvario di gioco e di gol incassati.
La formazione del Benevento con qualche altro esperimento, oppure con un esame anticipato in vista della cadetteria. Anche per le streghe aspettiamo lo speaker del Vigorito.
Direttore di gara Chiffi di Padova. Classe 1984, 34 anni a dicembre. Particolare importante la nascita del secondo semestre considerato che l’anno calcistico inizia a luglio e a 35 anni se non sei approdato alla serie A difficilmente vieni riconfermato.
Chiffi, ingegnere gestionale, è un arbitro della CAN-B, 8 gare in serie A dal campionato 2013/2014. Debutto a Genoa nel maggio 2014 a Marassi con Sampdoria-Napoli. Nei campionati a venire sempre al massimo 2 gare nella massima serie con tre direzioni per il Torino e due per l’Empoli. Il padovano ha diretto anche Torino-Genoa dell’ottobre 2015, 3 a 3 con pareggio di Laxalt al 95esimo. Quest’anno con la gara di domani raggiunge il terzo gettone in stagione importante per mantenere la categoria della B diretta 88 volte in carriera.
Primo assistente Lombardi di Brescia, secondk Cipressa di Lecce. Quarto uomo Illuzzi di Molfetta. VAR Maresca di Napoli , AVAR De Meo di Foggia
Diffidati Benevento: Venuti, Sandro. Diffidati Genoa: Veloso.