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Benevento 1-0 Genoa, Puggioni salva le streghe e Diabatè punisce. Grifone a casa senza punti

Ultima trasferta della stagione per il Genoa di mister Ballardini, che nell’ottica di “esaminare” la propria squadra getterà nella mischia Omeonga ed El Yamiq dal primo minuto, così come Izzo, al ritorno dopo tre mesi di assenza. Il Benevento risponde con un più che probabile 4-3-3 cercando di chiudere in bellezza una stagione per mille motivi travagliata, la prima in Serie A del club sannita.

NOTIZIARIO

Piove nel tragitto che ci porta verso il “Ciro Vigorito” di Benevento, dove oggi è atteso il tutto esaurito per salutare la Serie A. Non manca un nutrito drappello di tifosi rossoblu (235), che fanno sentire il loro appoggio ed espongono in curva striscioni che vanno dal “Torriglia presente” al “Tranvieri rossoblu”, dal “Sette Settembre” al “Vecchi da Bira” passando per “Sgreuzzi”, “Quezzi”, “I Caruggi” e “Via Armenia 5R”. Intorno ai 24 gradi la temperatura percepita qui nel Sannio, dove per l’appunto è piovuto per tutta la prima parte del pomeriggio. Pronta una coreografia da parte della curva dei tifosi sanniti. Arbitrerà Chiffi, fischiato padovano. In tribuna Giulio Migliaccio, ex giocatore di Atalanta e Palermo, che dalle parti di Benevento non è raro intravedere. Saranno 13616 i tifosi al “Vigorito” di Benevento.

Benevento-Genoa, le formazioni ufficiali

PRIMO TEMPO 

La data di nascita del club sannita e “I’m never giving in, on with the show…the show must go on” gli striscioni comparsi nella curva giallorossa. Qualche problema per Lazovic durante il riscaldamento: esce toccandosi l’intento coscia destro e parlando con Pilati e Murgita. Attesa nel vedere se giocherà dal primo minuto o lascerà il posto a Rosi. Ed effettivamente all’ingresso in campo, con Cofie capitano rossoblu, non ci sarà l’esterno serbo.

Tutto pronto per il fischio d’inizio. Si parte al “Vigorito” con Omeonga provato a sinistra, Rosi a destra al posto di Lazovic. Cofie in mezzo supportato da Bertolacci e Hiljemark. Letizia, molto offensivo in questo Benevento e controllato da Omeonga, gioca a destra come esterno di centrocampo in un 3-4-1-2. Brignola svaria su tutto il fronte d’attacco assieme a Diabatè. Parigini l’esterno di centrocampo a sinistra, dove ci si sarebbe attesi Letizia. I primi cinque minuti scorrono in una fase di attesa e studio da parte di entrambe le squadre.

Non troppe le emozioni, sul campo, in questi primi minuti di gara: il Genoa cerca di condurre il gioco quando in possesso, ma risulta impreciso e troppo lento nello scegliere la giocata.  Al decimo di gioco un retro passaggio maldestro di Sandro regala il primo corner al Genoa. La battuta è di Medeiros: El Yamiq cerca lo stacco ma non trova il pallone.

Al quarto la prima ripartenza pericolosa del Genoa dopo un disimpegno ancora sbagliato dalla difesa sannita: Medeiros si invola verso la porta ma nell’uno contro uno viene contenuto da Djimsiti. Risponde il Benevento con una serie di tiri rimpallati dalla difesa rossoblu. La partita sembra potersi accendere.

Al 17′ buona chiusura di El Yamiq su Letizia dopo che Izzo scivolando aveva fornito il pallone all’esterno giallorosso, che poteva ripartire in campo aperto. Hiljemark sin qui ha lavorato moltissimi palloni assieme con Bertolacci: il centrocampista svedese se la deve vedere con Sandro, capitano sannita, che tiene d’occhio minuto dopo minuto. E anche Bertolacci ha compiti di marcatura su Viola.

Al 20′ primo tiro dalla bandierina anche per il Benevento. E sugli sviluppi del corner Viola trova Djimsiti che fa valere i centimetri e colpisce di testa: pallone di poco fuori rispetto all’incrocio dei pali.

Al 26′ si toglie la pettorina Spolli: Rosi ha chiesto il cambio per un risentimento all’adduttore, esattamente come Lazovic. Mentre il difensore argentino si prepara e riceve le ultime indicazioni dal vice Regno, Letizia ha la grande occasione per portare avanti il Benevento. La sua confusione esce di poco alla sinistra di Lamanna. Spolli ha preso posizione centrale nella difesa a tre, con El Yamiq a destra e Izzo sempre a sinistra. Biraschi è adesso il quinto di centrocampo, a destra. Passata mezz’ora di questo primo tempo.

Al 33′ Brignola sguscia via in area di rigore e mette al centro per Diabatè: provvidenziale la diagonale di un attento El Yamiq. L’attaccante mariano avrebbe concuso pressoché a porta vuota. Ballardini in panchina, in questo finale di tempo, non appare per nulla contento di alcune ripartenze orchestrate con troppa fretta e scarsa precisione dai suoi calciatori. Al 38′ intanto secondo angolo per la formazioni di casa. Al 39esimo giallo per Cataldi, che ferma con un’entrata dura e irruenta la possibile ripartenza del Genoa sul calcio d’angolo d qualche minuto prima.

Ci si avvia verso la fine della prima frazione di gioco, che ha regalato poche emozioni e nessuna parata dei due portieri. Al minuto 42′ ci prova Hiljemark di testa in inserimento: il suo avvitamento è buono, ma il pallone finisce largo. Al 43′ ammonito anche Bertolacci, che di fatto restituisce la dura entrata di prima (rimediata da Cataldi, ndr) allo stesso numero 8 giallorosso. Uno solo il minuto di recupero concesso dall’arbitro Chiffi: un minuto che traghetterà verso la fine del primo tempo: 0-0 il risultato al “Vigorito”. Nel Genoa già infortunati Lazovic e Rosi.

SECONDO TEMPO

Nell’intervallo riscaldamento intenso per Giuseppe Rossi e Salcedo. Nel secondo tempo primo cambio per De Zerbi: fuori Parigini, dentro Coda. E si riparte con la gara che sembra riallinearsi sui binari emotivi del primo tempo. Letizia è però tornato a sinistra, lasciando a Brignola la possibilità di svariare maggiormente a destra.

Al 49′ ci prova Medeiros con un sinistro al volo ma il pallone finisce quasi nel settore ospiti. Al 53′ il primo tiro in porta che scalda i guantoni di Puggioni è di Lapadula, servito da El Yamiq bravo nell’anticipare un avversario e creare superiorità numerica in ripartenza. La conclusione sarà troppo centrale. Si prepara intanto Giuseppe Rossi, che rileva al 56′ Iuri Medeiros. Anche il “Vigorito”, come tanti altri stadi italiani, tributa al numero 49 rossoblu un lungo applauso al momento del suo ingresso in campo. Avrà 35 minuti di gara per ripetersi nel segnare, come accaduto contro la Fiorentina.

Hiljemark, tra i giocatori del Genoa a macinare più chilometri da quando è tornato a vestire rossoblu, ricopre da tutta la gara una posizione leggermente più avanzata rispetta a quella di Bertolacci propiziata anche dalla posizione di Sandro, l’uomo di cui deve seguire anche l’ombra che spesso gravita a ridosso della propria difesa. Passata l’ora di gioco, al minuto 61′, ci prova Pepito Rossi col sinistro dalla lunetta dell’area di rigore. Pallone alto.

Al 64esimo terzo corner del Benevento conquistato da Diabatè, che sarà l’attaccante a colpire dopo la battuta e a spedire ben oltre la traversa. Entrerà Salcedo, che ritorna il campo dopo l’esordio a Reggio Emilia, nella gara contro il Sassuolo alla prima giornata. Entra al posto di Spolli, altra doppia sostituzione dopo quella di Rosi, entrato e poi infortunatosi. De Zerbi toglie invece Cataldi, fuori tra i fischi, ed inserisce Gyamfi. Siamo al 67′ di gioco.

Quello del Genoa adesso è una sorta di 4-4-2 in fase di non possesso, con Omeonga di fatto terzino sinistro e Salcedo esterno di centrocampo, sempre a sinistra. Rossi ad agire a fianco di Lapadula. E proprio il tandem d’attacco vedrà non concretizzarsi al minuto 71′ una doppia occasione clamorosa, con due parate decisive di Puggioni a chiudere lo specchio prima a Rossi, poi a Lapadula (ripartenza innescata da Biraschi sulla destra e rifinita da Hiljemark, ndr). Dubbi anche per un tocco da dietro su Lapadula, che Chiffi però non ravvisa come rigore. In tema di miracoli risponde Lamanna al minuto 73′ salvando su Sagna libero di colpire a rete di testa da pochi passi. Sono stati 3/4 minuti di ribaltamenti di fronte e chance per andare in vantaggio, sia dall’una che dall’altra parte. Ma le porte restano inviolate. 

Mancano 15′ di gioco alla fine della gara, con Lapadula che al 76′ viene intercettato al momento della conclusione da un attento Djimsiti. Azione che propizia il doppio miracolo di Puggioni prima su un tiro di Hiljemark da pochi passi, poi con una conclusione precisa da fuori area di Omeonga deviata in angolo. Un derby personale per il portiere sannita che nell’arco di una decina di minuti ha salvato ben quattro volte la formazione di casa. Gli risponderà al 79esimo ancora Lamanna su una potente conclusione di Viola.

Mancano meno di dieci giri d’orologio alla conclusione di questa gara, ancora fermo sullo zero a zero. All’83esimo altra occasione per il Genoa tutta made in Rossi: l’attaccante anticipa Sandro, si accentra saltando due uomini e conclude a rete da posizione centrale cercando di piazzarla alle spalle di Puggioni. Conclusione larga alla sinistra del portiere avversario.

All’86esimo parte “L’Inno del Genoa” nel settore ospiti. Il Genoa in quel momento è sulla bandierina con Hiljemark, concedendo però il contropiede ai padroni di casa. Sarà una ripartenza letale, perché Brignola, ostacolato ma non fermato né da Omeonga né da Cofie, si invola in area e premia Diabatè a centro area, che tutto solo può battere un incolpevole Lamanna. La rete del vantaggio sannita arriva all’87esimo di gioco. Il Genoa ad ogni modo non molla. Diabatè nel frattempo viene sostituito: al suo posto Sanogo all’esordio in A. Saranno 3′ i minuti di recupero.

Genoa che esce a bocca asciutta dal “Vigorito”, che oggi salutava la massima serie e che ha trovato un Puggioni in grande spolvero. Decisiva la rete nel finale di Diabatè, in ombra per gran parte della gara ma alla fine il mattatore di una gara che aveva poco da dire ai fini della classifica e che il Genoa ha provato a giocarsi fino alla fine. Grifone che lascia Benevento con tre infortuni, la cui entità sarà da valutare: sono quelli occorsi a Rosi, Lazovic e Spolli. Col Torino l’ultima gara di questo campionato per salutare il pubblico rossoblu, oggi presente con voce e colore in contrada San Colomba.

IZZO FESTEGGIA LE 100 PRESENZE IN SERIE A CON LA MAGLIA DEL GENOA 

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