Al termine della 37° giornata abbiamo contattato telefonicamente Simone Braglia, ex portiere del Genoa e attento osservatore del campionato italiano in tutte le sue sfaccettature. Abbiamo parlato non soltanto degli obiettivi già centrati, come il settimo scudetto bianconero, ma anche del mondo dei portieri, arrivando al futuro di Mattia Perin ed Eugenio Lamanna. Ecco quello che ci ha raccontato.
Un tuo giudizio su questo campionato che volge al termine?
“Il campionato italiano, negli ultimi 2/3 anni, da un punto di vista tecnico è un campionato un po’ più scarso rispetto ai precedenti. Per fare un esempio, il Genoa dei vari Thiago Motta e Milito rispetto a quello di quest’anno credo che metta alla luce del sole come quella squadra, con Gasperini allenatore, fosse nettamente più forte. Così è anche per le squadre di alta classifica, Juventus in testa. Un’altra testimonianza di come il campionato italiano sia inferiore rispetto agli anni precedenti, dettata dal fatto che nessuna squadra riesce ad arrivare alla fase finale delle coppe europee”.
Un tuo giudizio sul campionato dei portieri? Penso alla sorpresa Alisson, alla conferma di Handanovic. E ai buoni campionati di portieri italiani come Perin, Cragno, Sportiello
“Sono d’accordo in parte, perché comunque fra gli esempi ci sono pochi italiani assieme al buon Mattia. Sportiello e Cragno non hanno fatto un buon campionato secondo me, alternando prestazioni eccellenti ad errori mediocri. Lo stesso Donnarumma ha avuto un’involuzione rispetto a due anni fa: penso che sia dettato dal fatto che, da un punto di vista tecnico, sia stato mal seguito negli anni. Un portiere con queste qualità e questa fisicità non può avere una involuzione così negativa. Le colpe non sono state tutte sue, ma la maggior parte sono da attribuire alla poca serenità che ha lui oggi dal punto di vista mentale. Per un portiere è fondamentale la serenità. E credo c’entri particolarmente la questione legata ai procuratori, l’altro male del calcio in Italia”.
“Da questa epurazione, da questa negatività, nasce il fatto che sia stato l’anno della consacrazione definitiva di Mattia Perin. Vuoi perché è stato ben seguito, prima da Gianluca Spinelli e poi da Alessio Scarpi, che ha continuato a lavorare con un determinato tipo di metodologia che ha permesso a Perin di maturare definitivamente e ridiventare quello che è oggi, ovvero sia il miglior portiere che c’è in Italia: gli auguro veramente di cuore di essere il portiere titolare della Nazionale italiana in futuro”.
E proprio il futuro di Perin è sul piatto della bilancia proprio in questi giorni. Il Genoa il suo futuro lo ha in casa e si chiama Eugenio Lamanna?
A questa domanda non rispondo, ma per il semplice motivo che ho risposto già in passato più volte. Leggo – e mi spiace – che ci siano perplessità sull’efficienza di Eugenio, leggo di uno scetticismo generale e mi dispiace. Eugenio Lamanna lo meriterebbe, indipendentemente dal suo valore. E ha una sua valenza perché è un buon portiere, e come tutti i portieri ha fatto i suoi errori. L’anno scorso l’errore di Palermo è stato uno dei gol che ha leso maggiormente il riconoscimento della sua validità. Se volessimo fare un paragone, quell’errore equivale al mio gol preso in un Cagliari-Genoa da Fonseca al “Sant’Elia”. Poi feci quello che feci. Secondo me Lamanna sarebbe il degno sostituto, ma non penso che il Genoa possa dargli la piena affidabilità: leggo che le voci di mercato vogliono qualcun altro portiere. E ciò mi lascia molto perplesso sulla credibilità del calcio italiano attualmente”.
DI SEGUITO L’AUDIO CON LE PAROLE DI SIMONE BRAGLIA