Al Genoa in questa settimana che porta alla festività di S. Rita si sono cercate rose senza spine, pronti a ripartire con tanta chiarezza come San Bernardino: “colui che parla chiaro, ha chiaro l’animo suo“.
Sembra impossibile nel calcio ma Preziosi, Perinetti e Ballardini hanno chiaro cosa fare per la prossima stagione. Il Presidente avrà esagerato perché ha in mano i due profili che potrebbero ricordare Perotti e Falque, che non sono sicuramente quelli che sono circolati per “sgobb”, eccetto Günter, un classe ‘94 svincolato. Bravi a prenderlo in tempo anche se dovrà avere qualche cura in più rispetto agli altri che partiranno per il ritiro.
Il Genoa contro il Torino non sarà da numero uno visto che le numerose assenze importanti hanno colpito ruoli specifici. Il Vecchio Balordo deve credere di riuscire a fare il gioco e il risultato indipendentemente da chi giocherà: per farlo dovrà essere umile. Non avrà più esperienza del Toro, ma l’esperienza non è mai decisiva. Semmai quello che hanno subito e fatto in passato, nel bene e nel male, dovrà aiutarli meglio a capire che cosa devono fare in campo.
Mister Loco Bielsa all’Università di Perugia disse: “il calcio è gambeta e dribbling, il suo gesto più alto e bello, non si può insegnare e modificare. Però se non si fanno dribbling bisogna pensare come aggirare e superare l’avversario“.
Arrivati alll’ultima partita non solo per noi, che la stagione finita sia stata di insegnamento a tutti e che con il nuovo anno si inizi con: regole, filiera dirigenziale chiara, giocatori selezionati per quello che hanno fatto sul campo e che servano al gioco del tecnico ma anche per il loro atteggiamento. Ognuno ci aggiunga le varie ed eventuali.
La formazione anti-Torino dovrebbe avere pochi sussulti rispetto all’ultima giornata di campionato, qualcosa in più con i quasi recuperi di Rigoni, Bessa Pereira che hanno lavorato con i compagni. Perin tra i pali ci sarà, Laxalt sul recupero se ne fosse stata la necessità Ballardini l’avrebbe schierato, considerato che ha una pre-convocazione per il Mondiale Russo lo lascerà ancora fuori o in panchina.
Se qualcuno più tardi durante la conferenza stampa dovesse fare la domanda a Ballardini se cambierà qualcosa, probabilmente (non lo farà) con la sincerità che ha contraddistinto il suo lavoro potrebbe rispondere: che formazione farebbe Lei. Chi gioca non è importante. Importante che siano dei Grifoni.
Torino. Domani al Ferraris il Genoa troverà un Torino diverso rispetto a quello del girone di andata. La cura Mazzarri subentrato il giorno della befana a Mihajlovic ha incominciato a dare qualche frutto e maturare in questo finale di campionato.
Il Torino era stato costruito per giocare 4-3-3. Mazzarri ci ha provato per nove giornate. Le quattro sconfitte consecutive con Juventus, Hellas, Roma Fiorentina e gli otto gol incassati hanno convinto il tecnico Livornese di tornare al passato e al suo credo calcistico della difesa a tre.
Operazione non facile considerato che tre dei difensori a disposizione, Burdisso, Lyanco, N’Koulou sono tutti di piede destro. Per mettere in piedi la difesa a tre Mazzarri è ricorso ad un altro genoano, Moretti, dimenticato dal precedente allenatore, lui di piede sinistro.
Il 3-5-2 “mazzarriano” che gli ha portato risultati ai tempi del Napoli e dell’Inter era difficile da mettere in campo considerato che la società non aveva piazzato al calciomercato invernale nessuno tra Ljajic, Falque, Niang, e il giovane Edera. Solamente uno in quella strategia avrebbe potuto giocare alle spalle di Belotti.
Per tale motivo ha rinunciato al 3-5-2 mettendo in campo un 3-4-2-1 foriero subito di 3 vittorie e 2 pareggi consecutivi e a seguire 3 pareggi 2 sconfitte più una vittoria, l’ultima, con la Spal. Prima i risultati avevano avevano fatto fare sogni pindarici di Europa non solo ai tifosi del Toro: a seguire contestazione al Filadelfia durante gli allenamenti.
Il 3-4-2-1 di Mazzarri era stato apprezzato nella stagione napoletana con un secondo posto in classifica ribadito anche dal Presidente partenopeo per schermire quello attuale di Sarri. In porta Sirigu è il titolare, in difesa N’Koulou, Burdisso e Moretti. Difficile qualche cambio perché i giovani Bonifazi in recupero e Lyanco non sono al meglio.
Dubbi di Mazzarri anche a centrocampo già all’inizio dell’avventura granata. La prima operazione è stata mettere da parte Valdifiori non ideale per il suo gioco. Gli altri a giocarsi 2 posti da centrali sono stati Baselli, Rincon, Acquah e Obi. La scelta finale è caduta sul Generale e Baselli, con Acquah pronto a subentrare nei secondi tempi per dare fisicità.
La corsia laterale di destra è di De Silvestri tornato goleador nelle ultime due gare, a sinistra si giocano il posto Ansaldi, Barreca e Molinaro. L’altro dubbio in tutte le gare è chi gioca alle spalle di Belotti. Difficilmente fino alla gara con gli estensi si erano visti insieme dal primo minuto Ljajic e Falque. Con entrambi in campo Mazzarri teme di lasciare scoperto il centrocampo e per tale motivo si affida ad un mezzala in grado di fare meglio le due fasi di gioco. Centravanti titolare non sarà Belotti, infortunato, ma Niang che già fremeva alle sue spalle.
Mazzarri tornerebbe volentieri al porto sicuro del 3-5-2 ma per farlo dovrà attendere l’inizio della prossima stagione.
Contro il Genoa all’ultima di campionato rischierà la formazione che ha vinto contro la Spal con Falque e Ljajic alle spalle non di Belotti, che ieri ha avuto un problema alla caviglia e ha saltato allenamento, ma di Niang. Il tutto con Acquah pronto a subentrare se ce ne fosse bisogno in base al risultato. Sirigu, N’koulou, Burdisso, Moretti, De Silvestri Rincon, Baselli Ansaldi, Falque, Ljiaic, Niang.
“C’ero anch’io” si può dire anche questa volta per salutare il Vecchio Balordo, Ballardini e compagnia: i prezzi sono dimezzati.
Genoa-Torino diretta da Illuzzi di Molfetta, primo assistente Scarpa di Reggio Emilia, secondo Luciano di Lamezia Terme, quarto uomo De Martino di Teramo. VAR Pezzuto di Lecce, AVAR Di Iorio di Monfalcone.
Illuzzi Lorenzo è nato nel giugno 1983, istruttore di educazione fisica. Neofita in serie A, in serie B dal 2015. Dirette 44 gare con 6 rigori e 16 rossi sventolati. Sabato scorso 4° uomo in Benevento Genoa.
Difficile giudicare un calciatore dopo 5 partite ufficiali, anche per Illuzzi lo stesso metro di giudizio: aspetteremo domenica alle 17. Tutti gli altri colleghi del pugliese sono alle prime apparizioni in serie A. Un premio per quello che hanno fatto in B o un saluto con la prima gara di serie A. La risposta a fine giugno.
Il Genoa in questa stagione palestra di arbitraggio? Importante che venga ricordato il prossimo anno dalla Can A. Coi due rigori contro Fiorentina e Benevento la classifica sarebbe diversa, più consona a quello visto in campo e anche ai premi di fine campionato.