Nel giorno di S. Rita e delle rose tante le spine hanno avvolto il calcio italiano. Il 22 maggio era il giorno in cui Mediapro doveva presentare la fideiussione di 1,2 miliardi di euro. Mediapro non ha presentato le garanzie bancarie. La speranza della Lega è che sia solamente una questione di tempo. Gli spagnoli non hanno versato un ulteriore conguaglio, hanno reso visibile solo alla Lega il patrimonio netto del gruppo, che a febbraio è passato per il 54% nelle mani di Orient Hontai per circa un miliardo.
Il problema? Che la cessione ai cinesi, come è successo per le squadre milanesi, è lunga e non ancora conclusa. Mediapro sparge sicurezza: “Si stanno limando le ultime procedure burocratiche”.
Le vicissitudini del calcio italiano con gli spagnoli-cinesi prima del giorno 22 è continuata con un’altra tappa che tiene ancor di più la Lega, le società e gli appassionati di calcio in apprensione. Gli iberici hanno presentato, oltre al ricorso contro la sentenza del Tribunale di Milano che ha dato ragione a Sky, un altro appello anche al TAR contro la delibera dell’Antitrust del 14 marzo, delibera che approvava l’assegnazione a Mediapro indicando i limiti entro cui avrebbe potuto agire come intermediario indipendente. Il ricorso è tecnico e non agirà su quello del Tribunale di Milano.
Il secondo ricorso ha lasciato non in braghe ma in mutande Malagò, coinvolto in una telenovela dalla quale non capisce come uscire e le società di calcio che aspettano gli euro per programmare la prossima stagione. Ieri in lega la riunione non ha partorito nessuna fumata nera o bianca. Malagò ha continuato a sollecitare gli spagnoli con la speranza che ci siano garanzie finanziarie. Si è votato ma non si è presa nessuna decisione: solamente per un pelo o un voto il pallino è rimasto nelle mani di Mediapro, che dovrà mettere sul tavolo una trance di 138 milioni di euro entro domani e altri 200 milioni di euro da garantire subito entro fine giugno.
Il soldo o euro spagnolo per i club italiani non sarà come il dischetto di rame comunemente adoperato come cacciavite. Serve per l’iscrizione al campionato, al calciomercato e alle altre ricorrenze finanziare da liquidare primo dell’inizio della stagione che non è il 19 agosto ma il primo luglio. Tutto da rifare dunque per i diritti TV delle partite di Serie A nei prossini tre campionati fino al 2021? Lo decideranno stamattina, con un’altra votazione, le società di calcio.
Senza le garanzie non più a parole ma con fatti concreti la Lega oggi dovrà prendere una decisione a poco più di tre mesi dal previsto avvio della stagione che rischia di essere senza immagini televisive. Il grave errore di Lega e Malagò? Che il 5 febbraio abbiano abboccato all’amo degli spagnoli che avevano offerto mille euro superiore alle richieste minime della Lega vincendo l’assegnazione dei diritti TV senza avere le garanzie finanziarie nero su bianco.
Sky non ci è stata, il giudice del Tribunale di Milano gli ha dato ragione affermando come si tratti di “un operazione commerciale che potrebbe causare gravi squilibri nel mercato configurando un abuso di posizione dominante da parte di Mediapro”. I tempi disponibili sono pochi e non sembrano consentire la ripresa di una procedura di gara avente diversi contenuti nelle sue proposte di pacchetti. Perciò oggi in Lega si vota per mandare a casa gli spagnoli che probabilmente proporranno, oltre dare garanzie economiche visibili, di fare la TV di proprietà della Lega e loro padroni di tutta l’operazione commerciale, oppure ritornare da Sky pronta a rimettere sul piatto del calcio italiano per l’esclusiva 970 milioni di euro. 230 milioni di meno rispetto ai sogni di febbraio-marzo che non faranno piacere alle società di calcio medie di Serie A.
Tutto provvisorio in Lega calcio, anche l’AD Brunelli eletto ad interim fino a settembre.
Tutte le buone idee di Malagò ai tempi dell’ultimo Carnevale, è stato così poco pulito che dopo tre mesi non il giorno dopo bisogna metterci sopra le Ceneri. Godono i poltronisti della FIGC che rilanciano alla Presidenza Giancarlo Abete, non il nuovo che avanza ma il vecchio che ritorna con un obiettivo: non avere nemici riconsegnando le vecchie poltrone apparse sfondate dopo il passaggio al Commissariamento.
Il Milan ieri è stato rimandato dalla UEFA, che vuole più chiarezza sui conti cinesi-rossoneri. Tutto rimandato a meta giugno. Il Diavolo potrebbe anche non essere ammesso alla prossima Europa League direttamente nei gironi. Difficile che avvenga, più probabile multa e nessuna operazione di calcio mercato in entrata come è successo per altre società. L’Atalanta freme per capire se potrà allungare le vacanze, la Fiorentina invece se deve anticiparle dovendo partecipare al primo preliminare del 26 luglio.
Capitolo Perin: Le parole alla Festa per il Gaslini le ascoltate in un altro pezzo sul sito. Tutti lo vestono già di bianconero, anche lui potrebbe essere soddisfatto ma nessuno fa i conti con il Genoa e Preziosi, che non vogliono essere presi non alla gola ma per i fondelli da Marotta e compagnia. Perin vale per il Genoa almeno 20 milioni di euro, solamente perché il prossimo anno è in scadenza, altrimenti visti i prezzi degli altri numero uno in Italia come minimo ne varrebbe il doppio. La Signora, se lo vuole, deve mettere nelle casse rosso blu euro e rinforzare la rosa di Ballardini non con giovani di belle speranze.
Napoli e Roma alla finestra. Perin al Napoli potrebbe lasciare in discesa, oltre gli euro, la pista Younes al centro di una diatriba con in partenopei. Il calciatore dell’Ajax afferma di non aver firmato nessun contratto o pre-contratto con il Napoli lo scorso gennaio, De Laurentis dice il contrario anche se il contratto non è stato depositato in Lega. Younes se arrivasse sarebbe veramente la ciliegina sulla torta per i 125 anni del Vecchio Balordo. Per Perin al Napoli occorre anche l’ok di Ancelotti, prossimo a sedersi sulla panchina sotto il Vesuvio.
La Roma è la terza ipotesi, ma tutto è legato a dove andrà o se rimarrà in giallorosso Allison. Altri annunci del Joker in settimana di arrivi sotto la Lanterna. Ieri per il calcio italiano le spine delle rose di S.Rita, oggi non sarà un mercoledì da leoni.