Il mondo della Serie C è vasto, ricco di storie, promozioni di livello e partite. Pensare che le singole squadre quest’anno potevano giocare da un minimo di 34 partite sino ad un massimo di 45, considerando anche le dinamiche tutte nuove dei playoff.

A RIVEDER LE STELLE – Fra le neo promosse in Serie B, i nomi sono quelli di nobili decadute come Livorno, Padova e Lecce: tre squadre che insieme, nella loro storia, sommano 49 campionati di Serie A, 88 di Serie B.

Si parta dal Livorno dicendo che ha avuto qualcosa di rossoblu per larghissimi tratti di una stagione che lo ha visto risalire la china e, al fotofinish, spodestare nella lotta alla promozione diretta due antagoniste storiche come il Siena di Amir Mahrous, giovane di proprietà del Genoa, e il Pisa. Si parla del presidente Aldo Spinelli, dell’allenatore Andrea Sottil, vecchia conoscenza sotto la Lanterna, e del direttore sportivo Elio Signorelli. Poi c’è il Padova, che dopo il fallimento del 2014 e la ripartenza dai dilettanti ritorna in cadetteria guidato da Pierpaolo Bisoli e da vecchie conoscenze del massimo campionato come Giampiero Pinzi o il capitano Nico Pulzetti. Tra le file biancoscudate, peraltro, militava anche il figlio di Mandorlini. E poi ancora non ci si dimentichi del Lecce di mister Liverani e del suo vice Manuel Coppola, entrambe vecchie conoscenze del Genoa. Il binomio Liverani-Coppola ha condotto il campionato dall’inizio alla fine in testa, combattendo contro avversarie temibili come Catania e Trapani e collezionando il record di punti di tutta la Serie C avendo chiuso a 74.

LE NOBILI DECADUTE – In Serie C c’è però un altro grande tema, già affrontato dalla nostra redazione, ed è quello dei fallimenti e dei mancati adempimenti alle scadenze. Un panorama tetro che ha fatto sì che già prima di cominciare e concludersi, nei rispettivi gironi si conoscevano già i nomi di alcune, nobili decadute condannate a ripartire dai dilettanti. A campionato in corso è stato escluso e retrocesso d’ufficio il Modena, prima erano già stati resi noti i destini nefasti di Mantova, Messina, Maceratese, Como e Latina, ripartite dal dilettantismo. Uno scenario del genere ha portato a sole sei retrocessioni, con un turno di play-out allargato che ha visto salvarsi la Paganese, il Vicenza dell’ex rossoblu Nicola Zanini ed il Cuneo. Si sono unite al coro delle retrocessioni Gavorrano, Racing Fondi, Santarcangelo, Prato ed Akragas oltre al già citato Modena.

C’È CHI SCENDE, C’È CHI SALE – Al netto delle retrocessioni d’ufficio e degli squilibri preoccupanti della Serie C, ritroveranno questa categoria ben dieci squadre. Nove sono già note e più della metà (5) aveva già avuto a che fare con questo campionato (Pro Patria, Rieti, Potenza, Vibonese e Rimini); le altre quattro lo affronteranno per la prima volta. Fra queste troviamo squadre come la Virtus Verona, squadra del quartiere veronese di Borgo Venezia e terza squadra della città di Romeo e Giulietta; la Vis Pesaro, che farà il salto dai dilettanti al professionismo per la prima volta dopo 120 anni di storia; i piemontesi del Gozzano che hanno soffiato la promozione ai “cugini” del Como; il miracoloso Albissola (ancora in corsa per la vittoria dello scudetto della Lega Nazionale Dilettanti) dove milita in prestito anche il rossoblu Gulli, classe ’97. La decima promossa uscirà dai play-off che ancora si stanno disputando e che hanno portato alla fase finale Matelica, Albalonga, Cavese, Arzignano Valchiampo, Imolese e Igea Virtus.

LA LUNGA ROULETTE PLAYOFF – Manca ancora un posto anche per le
promozioni in Serie B, così come ne manca uno per quanto riguarda chi, tra Entella e Ascoli, tornerà in Serie C. Erano diverse le formazioni che avrebbero potuto spiccare il volo verso la cadetteria. I playoff hanno cambiato volto questa stagione, con 28 squadre coinvolte: tutte le formazioni che nei tre gironi si sono piazzate dal 2° al 10° posto, a cui va ad aggiungersi la vincitrice della Coppa Italia Serie C. Se, come nel caso dell‘Alessandria, la formazione vincitrice del trofeo fosse già qualificata per ragioni di classifica, allora ai playoff avrebbe avuto accesso l’undicesima  del girone in questione: quest’anno è toccato al Pontedera, eliminato subito al primo turno dalla Viterbese. Su 28 squadre, in corsa ne sono rimaste otto (Cosenza, Sambenedettese, Reggiana, Siena, FeralpiSalò, Catania, Viterbese e Südtirol) e questa sera si affronteranno in contemporanea nell’andata dei quarti di finale, con ritorno il prossimo 3 giugno. Solamente tre di queste otto compagini non hanno mai raggiunto la cadetteria (FeralpiSalò, Südtirol e Viterbese), mentre le restanti cinque sommano assieme addirittura 120 campionati di Serie B e, senza considerare Cosenza e Sambenedettese, anche 29 di Serie A. La finale sarà allo stadio “Adriatico” di Pescara, in campo neutro, il prossimo 16 giugno. In uno scenario, quello di playoff e playout, che prevede un regolamento assai stringente sull’adozione obbligatoria di almeno 4 giovani da presentare in lista. Giovani che, come prerogativa della formazioni dalla Serie C in giù, costellano ogni anno tutte le diverse formazioni. Non è più una novità. Per fare un esempio della mole di giovani pronti a farsi le ossa, si pensi solo che al contributo fornito dal Genoa quest’anno spedendo (e solo in Serie C) il centrocampista Quaini al Racing Fondi oppure l’esterno Mahrous e il centravanti Emmausso al Siena. Senza dimenticarsi poi di Panico al Teramo, Ferrari alla Pistoiese, Tascone e Paganini alla Paganese, Corsinelli al Pontedera, Voltan alla Feralpisalò, Ierardi al Ravenna, Piscopo alla Carrarese, Fassone al Casale, Albertoni alla Lucchese e Falou Samb alla Reggina. Siamo davvero sicuri, a questo punto, che le seconde squadre facciano davvero al caso dei club di Serie C?

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