Chi si alza di buon mattino raccoglie acqua chiara“. Non sarà un proverbio iberico a sfatare il mito di una Spagna per tradizione disillusa, ma se il calcio spagnolo ha portato a casa il suo primo Mondiale nel 2010 un motivo ci sarà. Imparando ad alzarsi di buon mattino e rispolverare fin dai settori giovanili una cultura del calcio semplice, veloce e convogliata verso la cura del minimo dettaglio, la Spagna ha saputo ribaltare l’ironia popolare e si gode ormai da un decennio, dalla vittoria dell’Europeo 2008, una delle rappresentative nazionali più forti del mondo e più solide da un punto di vista identitario prima ancora che calcistico.

Ci sono tuttavia alcune novità. Rispetto alla gloriosa Coppa del Mondo sudafricana del 2010, saranno solamente in sette a comporre nuovamente la spedizione in terra russa alla guida del commissario tecnico Julen Lopetegui (Reina, Piquè, Sergio Ramos, Iniesta, Busquets, Silva e Azpilicueta). Oltre metà squadra fa parte invece di una Spagna “nuova”, ancora non affermatasi al Mondiale ma capace di risultare imbattuta da 18 gare consecutive anche dopo la dipartita di Vicente Del Bosque. Inoltre mancheranno alla spedizione profili come Xavi, il trio del Chelsea composto da Fabregas, Pedro e Morata e, infine, il Juan Mata del Manchester: un lusso che in pochi potrebbero permettersi. Da sottolineare infine la grande peculiarità di questa nazionale: aver convocato 16 calciatori su 20 che nell’ultima stagione hanno giocato in Liga e nella quasi totalità dei casi decine di partite nelle coppe europee.

PORTIERI – De Gea (Manchester United), Kepa Arrizabalaga (Athletic Bilbao), Reina (Napoli);

DIFENSORI – Carvajal (Real Madrid), Odriozola (Real Sociedad), Pique (Barcellona), Ramos (Real Madrid), Nacho (Real Madrid), Azpilicueta (Chelsea), Alba (Barcellona), Monreal (Arsenal);

CENTROCAMPISTI – Busquets (Barcellona), Koke (Atletico Madrid), Saul (Atletico Madrid), Thiago Alcantara (Bayern Monaco), David Silva (Manchester City), Iniesta (Vissel Kobe):

ATTACCANTI – Isco (Real Madrid), Asensio (Real Madrid), Vasquez (Real Madrid), Aspas (Celta Vigo), Moreno (Valencia), Costa (Atletico Madrid).

LA STELLA – Sarebbe troppo facile prelevare Don Andrès Iniesta da un mazzo così prestigioso, per questo si estragga Francisco Román Alarcón Suárez, in arte Isco, quale giocatore chiave di questa formazione. Cresciuto esponenzialmente dopo il suo ritorno al Real Madrid dal prestito al Malaga, ha trovato con le Furie Rosse la propria graduale consacrazione. Con cinque reti segnate nel girone di qualificazione (di cui due all’Italia) è stato assieme a Morata, Diego Costa e Silva il miglior realizzatore spagnolo. Vanta 27 presenze in nazionale e in coincidenza della sua prima convocazione (2013) viene insignito del titolo di miglior giovane promessa del calcio spagnolo. A distanza di cinque anni tutto confermato: oggi ha 26 primavere, ammalia per controllo del pallone, doti di calcio e capacità di districarsi e giocare il pallone nello spazio, anche stretto, e conta già 408 presenze in carriera fra club e nazionale condite da ben 87 reti.

COME SI SCHIERA – Nazionale capace di rinnovarsi seguendo sempre lo stesso leitmotiv del 4-3-3 varato dall’ormai marchese Del Bosque, anche con Lopetegui conferma la tendenza a schierare quasi integralmente elementi provenienti dalle prime tre della classe: Barcellona, Atletico Madrid e Real Madrid. Perché in squadre forti nascono, fioriscono e si consolidano calciatori forti.

Unici strappi alla regola il portiere De Gea, autore di una stagione di grande livello con Mourinho ai Red Devils, e David Silva, che sulla destra fa da contraltare alle azioni di Isco sulla sinistra. Presenza fondamentale anche quella del centrocampista Koke, che tecnicamente ed atleticamente è stato plasmato e reso indistruttibile dal Cholo Simeone. Diego Costa è la punta centrale, ma attenzione alle incursioni da dietro: da Lucas Vasquez a Iago Aspas, da AsensioRodrigo Moreno, classe ’91 autore di 16 reti nell’ultima stagione vestendo la maglia del Valencia (e facendo coppia con Zaza).

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