“L’è tutto sbagliato…l’è tutto da rifare” era la frase di Gino Bartali quando qualcuno gli chiedeva un’opinione su questo o su quello, non solo sul ciclismo. La differenza tra la Lega e Bartali che il Ginettaccio poi argomentava tutto con proprietà, quello che non sta avvenendo in Lega calcio sui diritti TV e in FIGC su altri argomenti che dovrebbero rilanciare il calcio italiano.
In Lega calcio non hanno neanche aspettato la sentenza sul ricorso di Mediapro al Tribunale di Milano contro la sospensione del 9 maggio sulla commercializzazione dei diritti TV della serie A prima di decidere sul futuro dei diritti TV. La premura potrebbe far partorire…canali ciechi.
Mercoledì mattina scorso 15 avvocati di Mediapro e Sky hanno discusso il reclamo spagnolo di fronte a tre giudici e un Presidente, che alla fine hanno deciso di decidere nei prossimi giorni. Fra l’altro il Presidente del Tribunale, Alessandra Dal Moro, ha invitato le parti a prendere in considerazione l’ipotesi di una conciliazione.
Lunedì scorso, con due giorni di anticipo rispetto alla discussione del processo, la Lega ha risolto il contratto con gli spagnoli per inadempienza, rimettendo i diritti Tv sul mercato con trattative private. La documentazione presentata da Mediapro con garanzie di 1,6 miliardi di euro non è risultata conforme dagli avvocati della Lega.
La Lega ha subito pubblicato un nuovo bando con una base d’asta di 1,1 miliardi di euro. in crescita rispetto a quella precedente di 1.050 milioni con cui acquisirono a sorpresa i Diritti gli spagnoli.
Mercoledì 6 giugno, mentre in Tribunale discutevano il ricorso di Mediapro, la Lega ha iniziato il primo giro di consultazioni con l’obiettivo di avere almeno due acquirenti tra Sky, Perform e Tim con Mediapro e Mediaset sulla riva del fiume ad aspettare gli eventi.
Nell’assemblea di Venerdì 8 giugno, in Lega si è discusso il modello da proporre con possibili modifiche e il prezzo relativo ad ogni singolo pacchetto. Hanno cominciato quindi con la solita rivoluzione, ossia distruzione senza costruzione. I tempi sono stretti spogliandosi nudi per un buco nel vestito.
Hanno partorito un doppio abbonamento per chi vorrà vedere le partite in TV argomentando la decisione di aver seguito la linea più comune che viene utilizzata
Cosa vorrà dire per chi vorrà seguire il campionato in poltrona? Due abbonamenti se Mediaset continuerà a stare alla finestra con quale operatore oltre Sky? Probabilmente nulla, perché ci saranno accordi tra gli operatori che non potranno tenere conto non solo delle regole ma anche delle tecnologie. Tutto dovrebbe continuare come prima però pagando due abbonamenti. Come è successo per vedere campionato e Champions League ultimamente?
E Mediapro tenterà di nuovo di entrare in campo con un intermediario? Mediapro proporrà 6,6 miliardi per 6 anni; la Lega spera che Sky faccia un passo in avanti rispetto ai 970 milioni con cui si era presentata al primo bando e due pacchetti sembrano ad uso e misura della Tv satellitare.
La Rai in braghe di tela, non solo perché non ci sarà più “90° Minuto” – conta poco viste le esigue gare della domenica pomeriggio – ma anche per il servizio pubblico che fino a 3 ore dalle gare dovrà accontentarsi del diritto di cronaca: due minuti in ogni telegiornale. Di sicuro dalla prossima stagione non saranno disponibili in televisione prima delle 22 della domenica per vedere gol e highlight di tutto la giornata di campionato.
Il tempo stringe: dove si vedranno le partite della serie A da sabato 18 agosto? È quello che si chiedono i teleutenti del calcio. Probabilmente non cambierà nulla rispetto al passato, ma c’è da capire in quali canali si vedranno le gare. Aumenteranno solo le cifre e gli abbonamenti.
I tempi sono stretti. Sbaglieremo, ma il coltello non sembra più dalla parte del manico a favore della Lega, anche se ci sono ottimisti e qualcuno è sicuro di chiudere le trattative entro il 13 giugno.
In Lega sui diritti Tv raggiungeranno sicuramente l’accordo sul “bancomat” del calcio anche se continueranno le spaccature tra i Presidenti, non per interessi personali ma di solidarietà verso qualche altro Chef – non Chief – che anche in passato ha fatto arrostire tutte le decisioni che riguardavano la Confindustria del calcio.
In questo momento pensano di aver vinto solo i commissari della Lega, Malagò e Miccichè, che stanno obbligando i club a presentarsi meno divisi sull’assegnazione dei nuovi diritti Tv per il prossimo triennio.
Non finirà tutto il giorno 13 giugno e chi perderà andrà per vie legali: due già in atto ai Tribunale di Milano e al Tar con il terzo in arrivo sembrano veramente troppi per chiudere questa telenovela sulle spalle di chi dovrà pagare prossimamente il canone per vedere le gare.
Chi può vada allo stadio!