Agli ultimi Europei erano ben quattro le squadre alla prima partecipazione in un grande torneo: il Galles di Coleman, l’Irlanda del Nord di Martin O’Neill e l’Albania di Gianni De Biasi si accompagnavano all’Islanda del noto Lars Lagerbäck, nazionale ben presto conosciuta per l’inedito passaggio agli ottavi e lo storico 2-1 sull’Inghilterra. Nella patria dei “son” e delle “dottir”, la geyser dance ha trasformato un successo sportivo in un fenomeno sociale. Forse anche più del coro per l’infuocato Will Grigg.

Con questo discorso a squarciagola, il telecronista ed ex calciatore soprannominato Gummi Ben aveva fatto sorridere mezza Europa facendo girare pesino Martin Keown: “Ce l’abbiamo fatta! Ce l’abbiamo fatta! Non andremo a casa mai, lo vedete? Non posso crederci, è un sogno e non voglio essere svegliato. Vivetela come volete, inglesi, noi domenica giochiamo contro la Francia! Francia contro Islanda. Potete andare dove diavolo volete, il risultato finale qui a Nizza dice 1-2 per noi. E la favola continua”. 

A distanza di quattro anni l’Islanda è la sola squadra, fra le quattro prime volte di Euro 2016, ad aver superato l’ostacolo qualificazione staccando un pass per la Russia. Peraltro, in un girone con Croazia, Ucraina e Turchia, aver conquistato il primo posto suona come una vittoria.

LA STELLA – Considerato il tragico inizio di stagione per l’Everton di Gylfi Sigurdsson e dopo la cessione al Rostov per il mitologico Ragnar, puntiamo le fiches su Jóhann Berg Guðmundsson, che con il suo Burnley ha conquistato l’Europa League nella stagione in cui tutti gli altri compatrioti faticavano ad imporsi. Annata da incorniciare anche per l’omonimo Albert, che si è conquistato un posto al Mondiale in seguito alle prestazioni altisonanti con la seconda squadra del PSV in Jupiler League. Nipote del primo calciatore professionista in patria, sarà il quarto membro della famiglia a rappresentare l’Islanda. Il padre Guðmundur Benediktsson, il solito Gummi Ben, ne commenterà le gesta per la televisione di stato.Di generazione in generazione.

PORTIERI – Halldorsson (Randers), Runarsson (Nordsjaelland), Schram (Roskilde)

DIFENSORI – Saevarsson (Valur), R.Sigurdsson (Rostov), Árnason (Aberdeen), Skulason (Lokeren), Ingason (Rostov), Magnusson (Bristol City), Eyjolfsson (Levski Sofia), Fridjonsson (Valerenga)

CENTROCAMPISTI – Gunnarsson (Cardiff City), Bjarnason (Aston Villa), J.Gudmundsson (Burnley), Hallfredsson (Udinese), G.Sigurdsson (Everton), Gislason (Sandhausen), Skúlason (Karabükspor), Traustason (Malmö)

ATTACCANTI – Finnbogason (Augsburg), Bödvarsson (Reading), Sigurdarson (Rostov), Gudmundsson (PSV)

COME SI SCHIERA – Molto dipenderà anche dalle condizioni del già citato Gylfi Sigurdsson, che non gioca da marzo ma è stato chiamato dal commissario tecnico e dentista di professione Heimir Hallgrímsson. Sia nelle due sconfitte contro Norvegia e Perù, sia nel 2-2 di fronte al grande escluso Ghana, il modulo prescelto è rimasto il 4 4 2. Perché scegliere un tandem offensivo vista l’assenza del talismano Kolbeinn Sigþórsson? A ben vedere, il giovane predestinato Albert Guðmundsson non è il solo attaccante su cui porre la lente d’ingrandimento: 12 reti in 23 partite con la maglia dell’Augsburg rendono Alfreð Finnbogason un potenziale exploit della competizione. Classe 1989, dopo aver fallito la scalata con la maglia della Real Sociedad potrebbe trovarsi di fronte all’occasione della vita.

Il terzo portiere Fredrik August Albrecht Schram, è l’unico a non avere il cognome che termini con il suffisso -son, essendo nato in Danimarca. La mamma, islandese, ha spinto per farlo giocare in patria e proprio fra i geyser ha trovato le prime partite con la maglia rossoblù: 3 presenze con 4 reti subite nelle amichevoli in vista del Mondiale.

L’Islanda ha dimostrato di non essere solamente una bella storia di calcio, la più piccola realtà dell’Europeo e dell’ormai prossimo Mondiale con una popolazione di 334.252 abitanti. Dopo essersi conquistata un posto anche per il suo primo Mondiale, merita di essere annoverata fra le squadre da temere, non soltanto da apprezzare e raccontare a chi ama il romanzo. Forse sarebbe stato il caso di farlo già due anni fa, ma ce ne siamo accorti troppo tardi. Per favore, non ricordatelo agli inglesi. O piuttosto fatelo proprio con le parole pronunciate da Gummi Ben fra gli strepiti e gli applausi di una parte dell’Allianz Riviera in un caldo 27 Giugno di ormai due anni fa.

Uno fra i tanti tifosi, abitante del mondo e di Twitter, scriveva recentemente: “Við erum kannski ekki best í heimi, en við erum sannarlega góð” citando un primo ministro. Tradotto: “non saremo i migliori del mondo, ma siamo davvero molto bravi.”