“Abbiamo lasciato i dimostranti in strada. Ciò non vuol dire che lasceremo le strade ai dimostranti“. Probabilmente è finito il tempo di dimostrare qualcosa per la nazionale serba ed è arrivato quello di raccogliere i frutti. In un’altra rappresentativa che porterà in Russia tanti giocatori che militano in Serie A, da Ljajic a Milinkovic-Savic, è forte la voglia di mettere i bastoni tra le ruote alle avversarie di un girone tutt’altro che semplice e da spartire con Brasile, Svizzera e Costa Rica.
Costretta a pagare due pesanti assenze in difesa, quella dell’ex Fiorentina Nastasic, infortunatosi al ginocchio destro lo scorso aprile, e quella di Stefan Mitrovic, centrale difensivo del Gent, la Serbia perde un tassello importante del suo pacchetto difensivo composto dagli esperti Rukavina, Kolarov e Ivanovic. Arriva comunque alla fase finale di una Coppa del Mondo per la quarta volta nella sua storia dopo aver saltato il mondiale brasiliano. Interessante sarà vedere se i vari Kostic, Tadic e Ljajic avranno voglia di ribaltare stagioni abbastanza deludenti coi rispettivi club rappresentando il valore aggiunto di una nazionale che non manca certo di qualità. Nel frattempo, in amichevole contro la Bolivia, segnano in questa maniera:
PORTIERI – Stojković (Partizan), Rajković (Maccabi Tel Aviv), Dmitrović (Eibar);
DIFENSORI – Ivanović (Zenit Saint Petersburg), Kolarov (Roma), Rukavina (Villarreal) Tosić (Besiktas), Spajić (Krasnodar), Veljković (Werder Brema), Milenković (Fiorentina), Rodić (Red Star Belgrado);
CENTROCAMPISTI – Tadić (Southampton), Matić (Manchester United), Ljajić (Torino), Milivojević (Crystal Palace), Kostić (Amburgo), Zivković (Benfica), Grujić (Cardiff City), S.Milinković-Savić (Lazio), Radonjić (Stella Rossa Belgrado);
ATTACCANTI – Mitrović (Fulham), Prijović (PAOK Salonicco), Jović (Eintracht Francoforte).
DA TENERE D’OCCHIO – Non è bastata una stagione intera di Serie A a rendere sazi gli amanti del pallone di quel talento che si chiama Sergej Milinkovic-Savic. Anche al Mondiale, al quale arriva con sole tre presenze con la maglia serba, una fetta delle speranze di passaggio del turno verranno riposte sulle spalle del centrocampista della Lazio, che allontanerà per un attimo le voci di mercato e si rigetterà sul campo di battaglia. Talismano del centrocampo di Simone Inzaghi, sia come centrale che come trequartista, abbina qualità tecniche e fisicità a doti balistiche di ottimo livello. Ha collezionato già 165 presenze tra club e nazionale: esattamente in un terzo delle gare giocate in carriera ha partecipato attivamente nell’andare in gol, o segnando (33 volte) o fornendo assist (22).
COME SI SCHIERA – La Serbia è difficile da studiare nel pre-Mondiale per un semplice motivo: il ct Muslim che l’aveva guidata al Mondiale russo, fedele al 3-4-2-1, si dimette alla fine delle qualificazioni e viene sostituito dal suo vice Mladen Krstajic. Lo sostituisce e sperimenta qualcosa di nuovo, come ad esempio la difesa a quattro vista nelle amichevoli contro Marocco, Nigeria, Cile e Bolivia. Amichevoli che, al netto delle assenze, sembrerebbero aver promosso lo slittamento di Ivanovic allo status di terzino destro. Nella zona centrale, accanto a Rukavina, sono ultimamente salite le quotazioni del viola Milenkovic. Sulla sinistra, con la fascia di capitano al braccio, il giallorosso Kolarov. Abbondanza a centrocampo con Milinkovic-Savic e Matic in mediana in un 4-2-3-1 che prevede un trequartista e due esterni a supporto dell’unica punta, che dovrebbe essere senza grandi dubbi il centravanti del Fulham, Aleksandar Mitrovic, fresco di promozione in Premier League.