Viva le donne, viva le calciatrici donne, che sono le colonne del calcio azzurro. C’è una nazionale di calcio italiana che va ai Mondiali di Francia 2019 ed è quella femminile. Sono passati 20 anni, ci sono riuscite le azzurre vincendo 7 gare consecutive: l’ultima vittima è stata sul Portogallo al “Franchi” di Firenze.
Vanno al Mondiale con le stesse modalità con cui andarono gli azzurri di Bearzot, Valcareggi e Lippi: facendo 18 reti e incassandone due. Tuutte le vittorie sono arrivate per superiorità tecnica e fisica.
Un risultato straordinario che certifica la crescita del movimento, che Buoncalcioatutti ha seguito con passione attraverso le vicende delle squadre femminili a quarti rossoblu, anche loro vincitrici. Dal prossimo anno i campionati di serie A e B femminili passeranno dalla gestione della nazionale dilettanti a quella della FIGC.
Il calcio al femminile è cambiato grazie a Carolina Morace che ha allenato anche una squadra maschile, la Viterbese, ma l’impronta definitiva è stata data da Milena Bertolini, il ct che porta le azzurre al Mondiale con le sue dichiarazioni prima ancora che questo risultato storico.
Scrisse infatti un libro da “incacchiata” dopo che il Presidente Federale dei dilettanti Felice Belloli, nel 2015, disse “basta dare soldi a queste quattro lesbiche“. Un libro che incominciò a smantellare il muro di luoghi comuni che circondano il calcio femminile.
Il titolo del libro, “Giocare con le tette“, è stato anticipatore di quello che sarebbe successo negli anni successivi. Mister Bertolini vuole giocare con le tette il tiki-taka alla Guardiola avendo studiato nella Cantera del Barcellona. Un tiki-taka rivisitato al femminile cercando di esaltare in particolare l’aspetto psicologico e collettivo. Ora ambisce ad allenare una squadra maschile, la grinta non le manca.
Dopo la vittoria contro il Portogallo la Bertolini ha detto: “da piccola usavo un nome da maschio e i capelli cortissimi per giocare con gli altri maschi. Ora giocare al pallone per una donna è più facile ma raggiungere la parità è ancora difficile. Le mie ragazze che andranno al Mondiale giocano con i tacchetti ma portano anche i tacchi da 12 centimetri. Contro il Portogallo erano tutte truccate come andare ad una sfilata o una festa“.
Le partite delle azzurre hanno dimostrato che l’aria è comunque poco cambiata rispetto alle 300mila tedesche oppure alle 150mila francesi. Le tessere azzurre oggi (poche) sono 23mila e devono fare tanta strada, ma quella tracciata sulla strada del Mondiale francese potrebbe essere quella giusta.
La coincidenza con l’umiliante esclusione da Russia 2018 e le molte beghe che ci sono in Lega Serie A e FIGC potrebbe spingere molti appassionati a guardare con meno distrazione all’avventura femminile nel prossimo campionato del mondo. Un’avventura non solo delle azzurre ma di tutto il sistema calcio femminile.
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