“Sto vivendo un sogno che si è forgiato poco a poco” sono parole che, per una volta, non vanno a ritroso tra letterature e aforismi. Bensì sono le parole di Juan Calderòn, portiere 32enne della nazionale panamense, presentatosi poche ore fa in conferenza stampa per presentare, con qualche giorno d’anticipo, l’esordio contro il Belgio.
Esordio complesso ma stimolante per una rappresentativa che è alla sua prima partecipazione ad una Coppa del Mondo e che, per raggiungerla, ha dovuto letteralmente attaccarsi ad un filo sottilissimo che legava assieme i risultati di Panama, Costa Rica, Stati Uniti e Trinidad e Tobago. Ad ottobre 2017, quel filo sottilissimo non si è spezzato e una rete di Romàn Torres ha regalato alla nazionale panamense il suo primo Mondiale. Facendo esplodere un’intera nazione. “Tutto il mondo deve vedere questo gol” avrebbe gridato uno dei telecronisti panamensi nel commentare questa storica marcatura.
Allenata da Hernan Gomez, la nazionale di Panama è fra le più vecchie del prossimo Mondiale e conta poco più di metà dei convocati sotto i trent’anni e solamente uno sotto la soglia dei venti. Si tratta di Josè Luis Rodriguez, 19enne in forza in quella che qui definiremmo la “Primavera del Gent. Proprio lui, il più giovane, traina una brevissima carovana di calciatori panamensi attivi in Europa. Oltre a lui, a giocare nel Vecchio Continente sono esclusivamente Ricardo Ávila, anch’egli centrocampista del Gent II; Jaime Penedo, portiere della Dinamo Bucarest (quest’anno ha all’attivo ben 37 presenze col club romeno, ndr) e Ismael Diaz, attaccante in forza al Deportivo Fabbri (seconda squadra del Deportivo La Coruña).
Un quartetto contingentato che dovrebbe dare la cifra di quale ventata di novità porterà questa rappresentativa al Mondiale vista la sua astrazione prevalentemente nord e sudamericana. Per il resto, è infatti un proliferare di giocatori sparsi fra i campionati di Stati Uniti, Messico, Costa Rica, Colombia, Perù. Probabilmente la nazionale che raccoglie meno di quanto seminato negli anni in giro per il mondo, è pronta a dire la sua in un girone tutt’altro che facile, nel quale dovrà vedersela con Belgio, Tunisia ed Inghilterra.
COME SI SCHIERA – Partendo proprio da quel Panama-Costa Rica dell’ottobre 2017, risultato poi decisivo per l’accesso al Mondiale, Hernan Gomez schierava la sua squadra secondo un 4-4-2. In questa strategia tattica, mantenuta pressoché inalterata per tutto il percorso di qualificazione, punti formi sono risultati la coppia di centrocampisti centrali Godoy (gioca in MLS coi San Josè Earthquakes) e Gomez (Atletico Bucaramanga), così come il tandem di centravanti composta dal 37enne Blas Pèrez (CSD Municipal) e Gabriel Torres, in forza ai cileni del Huachipato. Inamovibile anche il difensore dei Seattle Sounders Romàn Torres, il centrale che ha portato Panama ai Mondiali al quale probabilmente saranno affiancati Machado, Escobar e Ovalle.
Nell’ultima amichevole persa contro la Norvegia, il selezionatore panamense è sembrato accantonare il 5-4-1 affondato nelle amichevoli con Svizzera e Danimarca e ha rispolverato un’idea di 4-2-3-1 già provata saltuariamente nelle qualificazioni. Una strategia tattica che prevedeva la conferma dei sopracitati Godoy e Gomez in mediana, Armàndo Cooper a supporto dell’unica punta (Perez) e due esterni alti che rispondevano ai nomi di Bàrcenas e Rodriguez. Attenzione però perché sugli esterni, soprattutto come quarto di centrocampo, ha trovato largo impiego anche Quintero (Universitario de Lima).