NOTIZIARIO – La Germania ha vinto le ultime 7 partite inaugurali in un Mondiale e ha segnato 20 gol nelle ultime quattro gare di apertura. Dopo le 8 reti all’Arabia Saudita nel 2002, i poker rifilati a Costa Rica ed Australia rispettivamente nel 2006 e 2010 ed il 4-0 firmato da una tripletta di Thomas Muller nel 2014, al Luzhniki di Mosca arriva il Messico di cui abbiamo scritto qualche giorno fa: dalla cintola in su El Tricolor fa davvero paura, lo ribadiamo, ma mai quanto i tedeschi campioni del Mondo uscenti. Basterà il largo lavoro sull’immagine imbastito negli ultimi 4 anni in vista del grande appuntamento sovietico? Marco Reus, giocatore simbolo della spedizione tedesca in Russia, resta in panchina per far spazio al trio formato da Ozil, Muller e Draxler alle spalle del giovane granatiere Timo Werner.
LA PARTITA – I primi minuti di partita suonano da avvisaglia per Joachim Low, che si vede il suo Die Mannschaft cigolare alla prima occasione utile per il Messico di Juan Carlos Osorio, che comincia a gesticolare, abbandonare taccuini sul prato verde di fronte alla panchina tricolore, stimolare i calciatori a un movimento sinuoso come una fisarmonica. Il Messico è una fucina di contropiede fulminanti, la Germania chiude con Boateng ma fatica a trovare la porta difesa da un attento Ochoa. Niente da fare, Manuel Neuer e la difesa subiscono la tecnica mai nascosta da parte degli attaccanti avversari nelle continue ripartenze collettive: Irving Lozano è la freccia del PSV che piace tanto alle grandi d’Europa, Vela una vecchia conoscenza della Premier League, Layun (in prestito al Siviglia con diritto di riscatto nella passata stagione) ed Herrera le stelle ormai navigate del Porto. Le maglie bianconere si aprono con troppa facilità, il Messico ci prova per mezz’ora e passa al 35′ proprio grazie alla rapidità e sagacia di Lozano, che aggancia un pallone di Hernandez, beffa Ozil e chiude alle spalle di Manuel Neuer. Ochoa tocca il pallone e la traversa trema su una punizione di Toni Kroos, si va al riposo sull’inedito punteggio di 1-0 per i messicani. Durante l’intervallo il centro sismico del paese diffonde una nota stampa: si è registrata una leggera scossa di terremoto nei minuti successivi alla rete del vantaggio, Un “sisma causato in maniera artificiale”, forse a causa dei troppi salti sul pavimento o i pugni sul tavolo dei bar.
El #sismo detectado en la Ciudad de México se originó de manera artificial. Posiblemente por saltos masivos durante el Gol de la selección de #México en el mundial. Por lo menos dos sensores dentro de la Ciudad lo detectaron a las 11:32. pic.twitter.com/mACKesab3b
— SIMMSA (@SIMMSAmex) June 17, 2018
Nella ripresa Low non cambia gli interpreti ma la sua Germania prova a mutare atteggiamento, proposito reso vano dall’ennesimo contropiede compatto (ora aiutato anche da un avversario sbilanciato verso l’area messicana) sprecato dal Chicharito in compartecipazione con Carlos Vela, sostituito poco dopo con un centrocampista centrale particolarmente virulento. Edson Alvarez va a rimpolpare il centrocampo, Rafa Marquez rileva capitan Guardado e si laurea fra i pochi giocatori ad aver giocato ben 5 competizioni mondiali (con Carbajal e Mathteus), Reus trova finalmente spazio al posto di un Sami Khedira continuamente punzecchiato dalle zanzare tricolori di Osorio in arrivo da ogni lato. I più giovani in campo, ovvero Kimmich e Werner, sfiorano la rete del pareggio, prima che ancora una volta il Chicharito Hernandez non concluda una ripartenza arrivata a pochi passi da Neuer. Il fulmine dell’altrettanto giovane Brandt, appena entrato al posto di Werner, scheggia il palo e fa cadere anche le ultime speranze di rimonta, non rinvigorite dall’ingresso di Mario Gomez e nemmeno dall’ultimo corner su cui si è buttato anche il portiere tedesco che nella scorsa edizione della competizione conquistò il Golden Glove. Niente premi per questa Germania, che cade all’esordio e lascia Hummels e Boateng in balìa di un Messico ordinato e spregiudicato. Forse poco spietato, ma il risultato è decisamente meritato. “Messi? Messi? Messico! Messico!”.
IL TABELLINO
GERMANIA (4 2 3 1) Neuer, Kimmich, Boateng, Hummels, Plattenhardt (Mario Gomez 79′), Khedira (Reus 60′), Kroos, Müller, Mesut Özil, Draxler, Werner (Brandt 86′) A disposizione: Ter Stegen, Trapp, Ginter, Goretzka, Sule, Rudy, Rudiger, Gundogan Allenatore: Joachim Low
MESSICO (4 4 2) Ochoa, Salcedo, Ayala, Moreno, Gallardo, Layùn, Guardado (R.Marquez 72′), Herrera, Lozano (Raul Jimenez 66′), Vela (E.Alvarez 58′), Hernandez A disposizione: Corona, Talavera, Marquez, Gutierrez, J. Dos Santos, Fabian, G. Dos Santos, Jesus C., Peralta, Aquino Allenatore: Juan Carlos Osorio
RETI: Lozano 35′
AMMONITI: Moreno, Herrera, Muller, Hummels
ESPULSI: nessuno
ARBITRO: Faghani Alireza (Iran)
LA CLASSIFICA
- Messico 3 [1:0]
- Svezia 0 [0:0]
- Corea del Sud 0 [0:0]
- Germania 0 [0:1]
GLI HIGHLIGHTS