A Nizhny Novgorod si gioca la sfida che deciderà chi affronterà ai quarti di finale i padroni di casa della Russia, che oggi pomeriggio ha vinto ai rigori contro la Spagna. La Croazia è nazionale che ha convinto nella fase a gironi, dimostrando di aver raggiunto una maturità da non sottovalutare. La Danimarca, dal canto suo, arriva da una striscia di diciotto gare senza sconfitte e un gol subito negli ultimi due Anna. La nazionale scandinava fa della difesa un punto di forza e della classe e rapidità dei centrocampisti, in particolare Eriksen, la spina nel fianco per gli avversari, assieme con la presenza fisica e di centimetri sui calci piazzati.
LA PARTITA
Si dispongono a specchio le due formazioni di stanza a Nizhny Novgorod per giocarsi l’accesso ai quarti di finale. La Danimarca non disattende quanto visto nelle precedenti gare schierandosi con un 4-3-3 e recupera un elemento fondamentale come Yurari Poulsen; la Croazia fa una gara speculare, facendo giocare assai vicini Modric, Rakitic e Brozovic, che spesso scambiano le loro posizioni rimescolando il mazzo di centrocampo. Mandzukic supportato da Perisic a sinistra, Rebic a destra.
Le maggiori emozioni sono tutte in avvio, nell’arco di tre minuti. Sul primo calcio d’angolo danese, a 50 secondi dal fischio d’inizio, una mischia in area di rigore viene risolta da Mathias Jorgensen con la complicità del portiere Subasic. Danimarca immediatamente avanti con uno dei tanti elementi che compongono la batteria dei calciatori sopra i 190 centimetri.
La nazionale croata si produce in un’immediata reazione con un’azione imbastita sulla destra da Rebic e finalizzata in rete da Mandzukic dopo una serie di rimpalli in area di rigore danese. Gol ottenuto più per forza di volontà che per gesto tecnico individuale. Siamo ancora al 3′ di gioco e la gara sembra potersi produrre in una cascata di reti.
In realtà presto ci si stabilizza su ritmi più blandi e offensive meno frequenti, al punto che i portieri non eseguiranno più parate. L’uno a uno rimane consolidato per oltre un’ora di partita e neppure i cambi dei due tecnici serviranno a smuoverlo. C’è grande tatticismo sul rettangolo verde e pochi effetti sortiscono le iniziative personali dei singoli calciatori, in particolare degli esterni offensivi di entrambe le formazioni. Il più brillante sarà Rebic, l’ex Fiorentina che aveva propiziato anche il pareggio croato.
Che i supplementari siano la deriva più credibile per questo quarto ottavo di finale, giocato sul filo della tattica più che dell’agonismo (a fine tempi regolamentari non ci sono ammoniti, ndr, lo si capisce già dal fatto che i due selezionatori non sfrutteranno il terzo cambio, potendosi dunque giocare due sostituzioni a testa nei 30′ di extra time. L’ultimo sussulto sarà danese, e nuovamente dalla bandierina come ad inizio gara: pallone deviato da Subasi, tiro da fuori area di Braithwaite che si spegne sui cartelloni pubblicitari. È tempo di supplementari.
I TEMPI SUPPLEMENTARI – Le prime due carte giocate dalla panchina sono Kramaric al posto di Perisic e Krohn-Delhi per Delaney. Le squadre sono più lunghe e votate al contenimento, capaci di rendersi pericolose quando vi è un’accelerazione nella manovra. Dallasgard prova ad imbeccare Eriksen, Manduzkic e Kramaric si ostacolano – in fuorigioco – su un bacio dalla difesa a scavalcare la linea difensiva danese. Poi l’idea di Modric per lo stesso Kramaric che spinge Schemichel a deviare in angolo e permette alla Croazia di restare stabilmente, nel finale di primo tempo supplementare, nell’area avversaria.
Ricacciata fuori dai colpi di testa di Kjaer e compagni, la Danimarca si affaccia al secondo tempo col quarto cambio: Pione Sisto rileva Braithwaite. Le risponde la Croazia inserendo Badelj e togliendo il centravanti, Mandzukic.
La Croazia approccia a questa seconda fase dei tempi supplementari con un piglio differente e appena Modric si trova nella condizioni di verticalizzare col contagiri per Rebic lo fa, mandandolo in porta. Mathias Jorgensen, l’autore del gol della Danimarca, atterra l’attaccante croato, viene ammonito (salterà un’eventuale quarto di finale, ndr) e causa un rigore che potrebbe significare quarti di finale. Lo calcia Modric, ma Schemichel si conferma para rigori e tiene in vita la nazionale danese. Conclusione tutt’altro che impeccabile per il capitano croato.
La parata del portiere danese è avvisaglia per la Croazia: se negli ultimi minuti potrà evitare la lotteria dagli undici metri, sarà sicuramente meglio. A provare a rifarsi è proprio Modric ma senza sortire pericoli. Il risultato non cambierà più e saranno ancora calci di rigore.
I RIGORI – Fra i pali vanno due portieri da 37 rigori parati in due. Da una parte un galvanizzato Schemichel (20 rigori parati in carriera), dall’altra un Subasic che, seguito e tifato da casa anche dal compagno Pietro Pellegri, sa di dover ricoprire un ruolo fondamentale cercando di tenere testa al collega. Ma il portiere in forza al Monaco, su cinquanta rigori, ne ha parati 17 in carriera e non rappresenta certo un facile avversario da superare dagli undici metri.
La serie si apre con un doppio errore e due parate che confermano il dato sopra citato: sbagliano Eriksen e Badelj. Ed è quindi come se si cominciasse da zero con Kjaer dal dischetto, che spedisce all’incrocio. La Croazia può andare avanti con Pivaric dopo l’errore di Schöne, ma Schmeichel para ancora. E para subito dopo anche il collega croato, servendo su Rakitic l’occasione di calciare un rigore pesantissimo che varrebbe il passaggio del turno. E lo realizza: Subasic – sommerso dai compagni dopo i tre rigori neutralizzati – manda la Croazia ai quarti di finale e raggiunge Schmeichel con venti penalty parati in carriera. Danimarca fuori dal Mondiale, Croazia avanti e ancora più temprata nello spirito. Ora se la vedrà con la Russia ai quarti di finale.
IL TABELLINO
CROAZIA (4-3-3): Subasic; Vrsaljko, Lovren, Vida, Strinic (81′ Pivaric); Modric, Brozovic (71′ Kovacic), Rakitic; Reibt, Mandzukic (107′ Badelj), Perisic (96′ Kramaric). A disposizione: Livakovic, Corluka, Kovacic, Kramaric, L.Kalinic, Jedvaj, Bradaric, Caleta-Car, Badelj, Pjaca, Pivaric. Diffidati: Vrsaljko, Rakitic, Brozovic, Jedvaj, Rebic, Mandzukic, Corluka, Pjaca. Allenatore: Zlatko Dalic.
DANIMARCA (4-3-3): Schmeichel; Knudsen, Kjaer, M.Jorgensen, Dalsgaard; Christensen (46′ Schöne), Delaney (97′ Krohn-Delhi), Eriksen; Y.Poulsen, Cornelius (65′ N.Jorgensen), Braithwaite (105′ Pione Sisto). A disposizione: Krohn-Dehli, Vestergaard, Kvist, N.Jorgensen, Dolberg, Fischer, Lössl, Stryger-Larsen, Lerager, Schöne, Ronnow, Pione Sisto. Diffidati: Delaney, M.Jorgensen, Sisto. Allenatore: Age Hareide.
RISULTATO: 1-1 (3-2 d.c.r.)
RETI: 1′ M.Jorgensen, 3′ Mandzukic
AMMONIZIONI: M.Jorgensen (D)
ESPULSIONI: nessuna
ARBITRO: Nestor Pitana (Argentina)
GLI HIGHLIGHTS
in aggiornamento