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Il battesimo della Serie A

Si ferma la Lega Nazionale Dilettanti. Si ferma la Coppa Italia di Serie C. Si ferma una cadetteria in cantiere. In Serie A, invece, solo Genoa e Sampdoria e le rispettive avversarie si fermano nei giorni del lutto nazionale per la tragedia del Ponte Morandi. E questo pomeriggio del 18 agosto, al “Bentegodi”, è ripartito il campionato di Serie A.

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CHIEVO 2-3 JUVENTUS (A. Semino) – A Verona è l’esordio di Cristiano Ronaldo nel campionato italiano a tenere blindata la città di Romeo e Giulietta. Trentamila presenze assistono alla prima gara della nuova Serie A e ci vuole poco per capire che la Juventus non è cambiata più di tanto: si gioca da squadra coi singoli che si esaltano grazie al gioco corale.

Saranno solo numeri, ma prima che Ronaldo tocchi il pallone passano quasi cinque minuti d’orologio: il portoghese gioca a sinistra nel reparto d’attacco, assistito da Dybala, e non è l’immediato sbocco della manovra offensiva degli uomini di Allegri. Khedira e Pjanic si dividono il centrocampo e smistano palloni a destra e sinistra, dove agiscono rispettivamente Cuadrado e Douglas Costa. D’Anna, tecnico clivense, risponde con un 4-5-1 col solo Stepinski al centro dell’attacco e un folto centrocampo che ricalca le scelte che furono di Maran, con la sola differenza di un Rigoni in più.

Da una prima buona trama di gioco – e soprattutto da un calcio piazzato – la Juventus passa avanti al 3’ di gioco con Khedira. Ronaldo difficilmente cerca lo scontro fisico ad inizio gara: più spesso si getta con personalità dentro al campo per andare a prendersi il pallone e, in ripartenza, innescare contropiedi. Chi cerca l’anticipo nei suoi confronti, soprattutto Radovanovic, ne esce con le ossa rotte. Regge meglio la coppia di centrali composta dall’ex rossoblu Rossettini e dal giovane Bani, cresciuto – come ci raccontò a suo tempo Michele Sbravati – nel vivaio del Genoa.

Il Chievo esce a strappi e acquista coraggio poco a poco. Raccoglie i primi frutti della sua manovra al 38esimo: Bonucci rispolvera le amnesie di Milano e abbandona con troppa leggerezza la marcatura di Stepinski, che su cross dalla destra di Giaccherini insacca di testa.

A questo punto si sviluppa una partita a viso aperto, meno polarizzata. Ronaldo tende ad accentrarsi al centro dell’attacco, Dybala gli ruota maggiormente intorno. Non si inceppa ma senz’altro si incrina la manovra bianconera quando ad inizio secondo tempo Giaccherini porta in vantaggio i gialloblu su rigore procurato ai suoi danni da Cancelo.

Azione Chievo, reazione Juventus. Effettivamente la formazione bianconera riprende il pallino del gioco dimostrando che alla paura dei primi minuti in svantaggio e alle maglie assai chiuse dei veneti si può rapidamente sostituire la volontà di non uscire a mani vuote dal “Bentegodi”. Quando entra Mandzukic dopo oltre un’ora di gioco, il croato va a fare la prima punta e Ronaldo si sposta sulla sinistra. Dybala a destra è il primo a creare una buona occasione per il pareggio, seguito a ruota da due conclusioni da fuori area di Ronaldo neutralizzate da Sorrentino e un’altra, sempre dell’ex Real, partita da dentro l’area e stoppata da Cacciatore.

Il pareggio bianconero è uno sfortunato autogol di Bani su sviluppi di calcio d’angolo, mentre la rete del vantaggio bianconero è di Mandzukic, di testa, che segue un durissimo contrasto tra Sorrentino e Cristiano Ronaldo. Sorrentino perde i sensi, la goal line technology assegna il gol. Si attende il VAR per assegnare definitivamente la rete, che viene però giustamente annullata dall’arbitro Pasqua per una carica di Ronaldo sul portiere clivense, poi trasportato in ambulanza per accertamenti.

La Juve in vantaggio lo troverà comunque nel recupero con Bernardeschi su suggerimento dalla sinistra di Alex Sandro. Allegri nel dopo gara predicherà calma e miglioramenti, D’Anna si dirà soddisfatto. Intanto la Juventus passa con la freddezza del solito Khedira e due gol su calcio da fermo. Chievo che dimostra di voler intraprendere un campionato arcigno. Quello al quale da anni ha abituato il pubblico del massimo campionato. L’esordio di CR7 si infiamma con l’ingresso di Mario Mandzukic, con i clivensi costretti a ripiegare per la stanchezza.

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LAZIO 1-2 NAPOLI (L. Semino) – Striscioni da parte di entrambe le tifoserie: Vicini alle vittime di Genova!” è il messaggio che campeggia nella Curva Nord della Lazio per tutta la durata della partita, “Genova,14/8/2018” è invece la scritta nera con cui si sono presentati i sostenitori del Napoli. Nessun coro per tutta la durata della partita.

Carlo Ancelotti riparte dall’impianto che ha reso grande Maurizio Sarri, con il trio di centrocampo formato da Allan-Hamsik-Zielinski in seguito alla partenza di Jorginho. Nota a margine, proprio il nuovo Chelsea targato Sarri ha battuto l’Arsenal per 3 reti a 2 nel primo derby londinese. L’inizio di partita è rapido per le aquile e lento per gli azzurri, che faticano in fase di costruzione e vanno sotto al primo guizzo del solito immancabile – ed immarcabile – Ciro Immobile: spunto al limite dell’area di rigore, taglio a eludere la marcatura di ben tre difensori e palla alle spalle di Karnezis. La Lazio è avanti, il Napoli obbligato ad alzare la guardia.

Prime azioni corali, primi spaventi dalle parti di Strakosha. Un missile di Piotr Zielinski, deviato dalla difesa laziale, colpisce la traversa prima che Milik appoggi in rete un pareggio poco dopo annullato dal VAR per un’azione fallosa del gigante Koulibaly su un focoso Radu. Mertens ed Ancelotti si lamentano increduli di fronte alla decisione di Banti, ma il lato azzurro di trincea torna a sorridere pochi minuti dopo, in pieno recupero. Triangolo perfetto e ben collaudato: Insigne crossa sul secondo palo, trova Callejon che si allarga sul fondo appoggia un pallone facile facile per il bomber polacco, che ribadisce in rete e trova un pareggio vitale.

Nella ripresa esce l’infortunato Luis Felipe, sostituito da Bastos negli spogliatoi. Passa un quarto d’ora e si arriva al momento che cambia la partita, quando un passante di Hysaj viene deviato al centro da Allan e carambola sul piede di Lorenzo Insigne, cinico e spietato nel mettere il pallone all’angolino. Karnezis si dimostra portiere affidabile fermando sul più bello un’occasione firmata Luis Alberto, l’ingresso di Correa dà un pizzico di pepe in più all’attacco biancoceleste ma l’occasione colossale della ripresa arriva a tempo praticamente scaduta sulla testa del difensore Acerbi. L’ex icona del Sassuolo svetta, supera Koulibaly ma il suo pallone impatta sul montante. Il Napoli porta a casa una prima, fondamentale e coriacea vittoria allo Stadio Olimpico, la Lazio si dimostra squadra viva e si appresta a sfidare la Juventus in un inizio di campionato dal tenore proibitivo. Come ricordato anche da Simone Inzaghi.

Le parole di Ancelotti a fine gara chiudono invece una prima giornata fra luci, reti, ombre e qualche spettro: “Quel che è successo a Genova ha affettato senza dubbio il morale di tutti. Dovevamo giocare questa partita e ci siamo adeguati, credo che la decisione presa dalla Lega Calcio, ovvero rimandare le due gare delle genovesi, sia sotto controllo. Spero sempre che la nostra Italia possa crescere, sotto ogni punto di vista. Deve crescere”.

A detta di gran parte degli spettatori, a dover crescere è anche la nuova emittente DAZN, su cui si è abbattuta una vera e propria tempesta social.

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