Applausi e striscioni hanno accolto il Genoa al “Ferraris” nella serata di ieri, con un vento leggero che soffiava da monte a far muovere bandiere e sciarpe. Tutti vicini in Gradinata Nord, tutti vicini nel resto dei settori. L’esordio del Genoa scorreva parallelo a quella data tragica, il 14 agosto 2018, che fra le vittime ha portato via con sé anche Andrea Cerulli, tifoso rossoblu e lavoratore portuale.

Sono stati 43 minuti di silenzio intenso, assordante, scandito solo dagli applausi alle due reti di Piatek e Kouamè. Poi i tabelloni che mostrano i nomi delle quarantatré persone scomparse accendono nel Ferraris un lungo scroscio e battito di mani: il preludio al ritorno della voce, dell’anima del Tempio. Un momento di grande emozione, non solo per chi Genova la conosce. Quel grido “Genova, Genova” che ha racchiuso tutto il finire di primo tempo e tutto il sentimento di una città, di chi era dentro lo stadio e di chi era fuori. Magari anche lontano.

IL GRIDO “GENOVA, GENOVA” RISUONA PER LO STADIO FERRARIS

IL MINUTO DI SILENZIO PRIMA DEL FISCHIO D’INIZIO


Spolli: “Il minuto più lungo della mia vita.” Criscito: “Poi un boato e i brividi”