Presentarsi in Italia con una doppietta non è scontato. O, perlomeno, non quanto il prezzo con cui è arrivato all’aeroporto di Bergamo. Emiliano Rigoni è arrivato in Serie A, lo ha fatto con due galoppate conclusesi in un rapido colpo a sangue freddo che ha fatto sobbalzare persino il cuore di ghiaccio del portierone giallorosso Olsen.
Il diritto e la voglia di riscatto, per un giocatore le cui doti tecniche erano sotto gli occhi di tutti già nella parentesi di Roberto Mancini allo Zenit, saranno un’arma probabilmente vincente (in entrambi i sensi) per la Dea. Gian Piero Gasperini aveva chiesto apertamente un ultimo fuoco d’artificio per affrontare con più entusiasmo i durissimi preliminari di Europa League, competizione in cui proprio Rigoni si era presentato così poco meno di un anno fa. Detto, fatto.
Nonostante l’ottimo rendimento nell’Europa League 2017/18, Emiliano Ariel Rigoni a 25 anni deve ancora consacrarsi al calcio che conta. Il motivo? Nelle 17 presenze con la maglia dello Zenit nella Premier Liga russa, il numero più alto a colorare le statistiche complessive è quello dei cartellini gialli. Nessuna rete, un paio di assist e quasi 1000 minuti giocati hanno reso la stagione del fantasista argentino difficile da decifrare. Proprio come i suoi inserimenti repentini, gli stessi che hanno lasciato di sasso la difesa della Roma. Se a questo aggiungiamo gli assist di un centravanti possente come Duvan Zapata, ecco che in assenza del Papu Gomez la carta Rigoni potrebbe rivelarsi un asso nella manica.
L’amico German Denis, che all’Atalanta ha lasciato cuore e reti, lo ha definito “un giocatore davvero fortissimo”. A Gasperini domani serviranno esperienza e sostanza, motivo per cui con tutta probabilità a giocare sarà Alejandro Gomez. Vista l’assenza di Josip Ilicic e la crescita graduale di Musa Barrow, è lecito aspettarsi un tandem offensivo in coppia con il numero 10 nerazzurro? Insomma, Emiliano Rigoni potrà mai ballare come o con il Papu?