“Bisogna cercare di limitare gli errori, errori che vediamo. Dobbiamo far gol, trovare soluzioni e provarci di più. Nel primo tempo abbiamo avuto molte più volte il pallone in avanti, ma giocavamo anche con due attaccanti. Questa considerazione può essere importante, ma non riuscire a far gol è un problema che dobbiamo risolvere”. Con queste parole Roberto Mancini ha commentato una deludente sconfitta dell’Italia, ora chiamata a due risultati positivi per non rischiare di retrocedere nella Lega B dell’appena nata UEFA Nations League.
Gli Azzurri pagano fin da subito la poca precisione negli scambi, resa ancor più evidente dalla già citata difficoltà nel trovare occasioni da rete. Le prime sono tutte di marca lusitana, palle gol salvate sulla linea in maniera provvidenziale da una difesa orfana del blocco difensivo juventino e con il capitano del Genoa Domenico Criscito sulla fascia sinistra. Il Portogallo rifiata e trova il vantaggio nel secondo tempo, in un’azione propiziata da una palla persa sulla fascia destra, dalla progressione di Bruma e conclusa in maniera chirurgica da André Silva. Come in Liga, così in patria: l’attaccante lasciato andare in prestito dal Milan è tornato a segnare con una costanza invidiabile. Berardi non entra in partita, Federico Chiesa non riesce a sfondare, Bonaventura e Jorginho provano a dare ordine in un centrocampo nel quale ha faticato particolarmente Bryan Cristante, già a rischio autorete nella prima frazione. Nemmeno l’ingresso di Emerson Palmieri, che sostituisce proprio Criscito (con la fascia da capitano dopo l’uscita di Ciro Immobile) sulla fascia sinistra, rende i pochi traversoni verso l’area di rigore una minaccia per la coppia Dias-Pepe.
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La nazionale campione d’Europa in carica sarà anche “Ronaldo-dipendente”, ma si è dimostrata difficile da arginare, più esperta ed in palla rispetto alla nuova Italia plasmata da Mancini. Una nazionale che non segna né con i lanci lunghi, né sulle fasce e neppure con le ripartenze dalla difesa, complice una grande fatica nel trovare misure e linee di passaggio. Lavorare sarà fondamentale, forse anche più di quanto immaginato a inizio avventura.