Questa mattina, come di consueto, siamo tornati sugli episodi da moviola di questo quarto turno di campionato. Prima di noi lo hanno fatto anche Micciché e Nicchi, le cui dichiarazioni sono scolpite sul rosa delle pagine della Gazzetta dello Sport. Forse per la prima volta da quando il nuovo protocollo post-Mondiale ha impattato con la Serie A, i vertici del calcio italiano e del mondo arbitrale prendono posizione chiedendo l’uno un maggiore utilizzo del VAR, l’altro puntando il dito contro la frettolosità decisionale dell’arbitro Valeri, autore ad Udine – in società col guardalinee – di un errore grave a danno del Torino. Torino le cui difese erano state prese a gran voce dallo stesso presidente Cairo. Ma andiamo a vedere tutti gli episodi di questo quarto turno.
INTER-PARMA – L’accesa domenica di polemiche sul VAR parte da San Siro, dove sabato si apriva la quarta giornata di campionato. Manganiello era il direttore di gara e al 56’ del secondo tempo, su cross di Perisic dalla sinistra, non ravvisava tocco di braccio (più precisamente di gomito destro) da parte di Dimarco, che di fatto salvava il Parma dal possibile 1-0. Dimarco, come noto, sarebbe poi risultato l’autore del gol vittoria dei crociati. Ma a parte questo, non solo Manganiello non ravvisava irregolarità, ma neppure andava a rivedere la dinamica allo schermo dopo il silent-check avuto con Rocchi. Inter penalizzata nelle decisioni arbitrali. Secondo episodio dubbio dopo il fallo di Magnanelli su Asamoah all’esordio a Reggio Emilia contro il Sassuolo.
UDINESE-TORINO – La vera bufera scoppia alla Dacia Arena, terreno fertile da tempo per episodi arbitrali dubbi. La VAR ne esce fortemente ridimensionata, oltretutto per aver completamente snobbato il protocollo. Il gol di Berenguer all’11esimo di gioco è regolare partendo il calciatore ben al di qua della linea del fuorigioco. Il primo errore è dell’assistente di linea Caliari che alza immediatamente la bandierina, il secondo dell’arbitro Valeri che fischia prima che l’azione si concluda e il pallone sia terminato in porta. Di fatto, il VAR al momento del fischio arbitrale è già estromesso. Se l’azione la si fosse lasciata terminare, allora il direttore di gara avrebbe potuto usufruire della tecnologia. Col fischio precedente, invece, ricorrere al VAR presieduto da Nasca non era più possibile. Torino fortemente penalizzato, come anche in occasione del primo gol sul quale restano dubbi sulla trattenuta di Fofana a Meitè che innescherà il contropiede friulano e la rete di De Paul. Furia Cairo nel post-gara e sulle pagine dei giornali sportivi nazionali.
GENOA-BOLOGNA – Mancano due gialli a Dijks e Destro per falli di mano. Il calciatore olandese, nel primo tempo, avrebbe volontariamente preso possesso del pallone a Romulo spostandoselo col braccio e avrebbe meritato il giallo da parte di Banti (sarebbe stato ammonito nel secondo tempo, ndr). Analoga situazione per Destro, che nel tentativo di prendersi un fallo blocca una ripartenza genoana accasciandosi a terra e fermando volontariamente il pallone con entrambe le mani. Già ammonito dal 2′ di gioco, poteva essere sanzionato col secondo giallo. Giusta invece l’espulsione di Pulgar per condotta violenta ai danni di Romulo.
JUVENTUS-SASSUOLO – Nella gara dei primi due gol di Ronaldo in Serie A, l’arbitro Chiffi deve gestire l’episodio del fallo prima, della gomitata e della testata poi di Douglas Costa ai danni di Di Francesco, che poi riceverà anche uno sputo in faccia dal numero 11 bianconero. Il fischietto padovano gestisce discretamente la gara, senonché non sanziona direttamente col cartellino rosso Douglas Costa al momento della testata, ma solo dello sputo. L’unico neo della partita è questo: oggi si attende il Giudice Sportivo per capire ufficialmente quante giornate di squalifica prenderà il brasiliano.
SPAL-ATALANTA – Ad inizio recupero, nel secondo tempo, l’Atalanta avrebbe potuto usufruire di un calcio di rigore per fallo di Petagna ai danni di Ilicic sulla linea dell’area di rigore. L’arbitro Mariani, assistito al VAR da Calvarese, assegna fin da subito la punizione dal limite. La dinamica dell’intervento è quantomeno particolare, perché c’è un incastro delle gambe dei calciatori ma Ilicic sembra scalciarsi da solo. Poco prima, l’arrivo di Schiattarella dalle retrovie sembra potersi ritenere l’inizio di un’azione fallosa. Ad ogni modo, al momento del contatto con Petagna, il calciatore bergamasco è già all’interno dell’area di rigore. Al momento di quello con Schiattarella, l’irregolarità prende il via fuori dall’area. Se Mariani – e in generale la classe arbitrale – è impossibilitata a spiegare le motivazioni di una decisione, allora restano aperte più interpretazioni. Il vero scoglio è questo e crea tensioni e malintesi. Anche perché se Mariani assegna il fallo per il contatto con Petagna, allora deve assegnare il penalty ed essere assistito dal VAR.