Nessun Baywatch, nessun bagnino o salvagente domani sera per il Vecchio Balordo vestito a quarti rossoblu nei confronti di un Chievo che affoga in fondo alla classifica. Il lunedì di lavoro avrà fatto riflettere tutti dopo la gara con la Lazio. Il Genoa non è stato in campo per una buona mezz’ora all’inizio di partita e solamente 10’ ad inizio ripresa ringalluzzito dal gol di Piatek.
Il fatto che il Genoa in trasferta sia un’altra squadra rispetto a quella vista nelle amichevoli estive e al Ferraris avrà fatto ripensare al tecnico la strategia tattica? Ballardini non è uno che sbraita oppure fa sceneggiate, però dentro di sé sarà stato una furia e avrà pensato: “meno male che si lavora subito”.
I calciatori dovranno confrontarsi con il tecnico e il suo staff per chiarire il loro atteggiamento assenteista nelle trasferte, episodio già visto due volte in questo campionato ma anche in quello finito lo scorso maggio: affamati dentro il Tempio, poco combattivi fuori.
Domani contro il Chievo dovrà esserci un altro piglio già dalla partenza dal ritiro. Genoa subito dentro dal primo minuto di gioco, senza fare calcoli e studi dell’avversario, senza paura di scoprirsi, senza tenere conto del -1 in classifica, delle zero vittorie su 5 gare, dei 13 gol subiti e 5 realizzati, ricordandosi che tre reti di queste cinque marcature sono state fatte in trasferta.
Partita non facile vista la tigna dei clivensi del passato, anche se quest’ultima si è quasi persa dall’inizio di questo campionato con l’uscita degli over 30 e in particolare domenica scorsa contro l’Udinese.
Ballardini non avrà avuto tempo per pensare a qualcosa di tattico diverso anche se avrà riflettuto sulle differenza della fase difensiva e delle ripartenze rispetto allo scorso campionato. Tutto si potrebbe tradurre – anche se non siamo analisti – nella differenza tra Criscito e Laxalt. Nessuno discute Mimmo il Capitano, la sua classe e la sua esperienza specialmente negli assist-gol (compreso quello contro la Lazio), ma le ripartenze del Grifone sono più lente rispetto a quando le orchestrava l’uruguaiano, il cui pregio era la velocità quando stava bene ed era voglioso. Fase difensiva che non soffriva perché coperta sulle linee laterali è l’altra domanda che si saranno posti. Non c’è stato tempo ma Ballardini e il proprio staff tecnico qualcosa di diverso studieranno.
Regno e Scarpi squalificati perché ci hanno visto meglio di Abisso, del VAR e pure dei media nazionali sul fallo di Marusic da ultimo uomo su Kouamé.
Quisquilie e pinzillachere, direbbe Totò parlando delle tattiche e dei numeri dei moduli domani, perché servirà piuttosto un Vecchio Balordo affamato, che mostri di avere quella di cui i calciatori genoani non possono fare a meno in tutte le gare, specialmente nelle prossime tre dove c’è la possibilità di poter riempire il bicchiere mezzo vuoto. La formazione a domani sera quando sarà pubblicata sui siti internet della società con largo anticipo, prima dell’inizio della partita.
Capitolo Chievo. Arriva al Ferraris la squadra più italiana. Il Chievo dopo lo spavento dei 15 punti di penalizzazione per le plusvalenze fasulle, mai veramente accertati dalla Giustizia sportiva, ha fatto il cambio generazionale con volti italiani. Lanciati in difesa Bani (infortunato contro l’Udinese) e De Paoli mezzala o terzino under 21 ai quali bisogna aggiungere l’esperto Rossettini e Barba, tornato in Italia dallo Sporting Gijon.
Campedelli, il Presidente con la speranza di fare plusvalenze come tutti, ha anche ingaggiato all’estero il portiere croato Semper, classe 1998 dalla Dinamo di Zagabria, oltre a Tanasijevic, difensore serbo dal Rad Belgrado. In Italia ha poi pescato Obi dal Torino, il centrocampista marocchino Kiyine classe 1997 dalla Salernitana e Djordjevic, ex centravanti serbo dalla Lazio: di questi ultimi acquisti in molti devono ancora debuttare in campionato.
Il Chievo è sottozero non per colpa della penalizzazione. Due punti in 5 partite sono un brutto ricordo che riporta a più di dieci anni fa quando retrocedettero.
In queste cinque gare è stata la qualità degli avversari a fare la differenza, anche nel pareggio in casa della Lupa giallorossa troppo presto pensierosa del Real Madrid in Champions e punita dai clivensi. Il Chievo ha concesso tante conclusioni e ad approfittarne domenica scorsa è stata l’Udinese con De Paul in gol e assistmen. Un vero incubo per la difesa guidata da Tomovic e Rossettini dopo l’infortunio di Bani.
Dando i numeri, contro i friulani il Chievo ha patito il presunto 4-2-3-1 delle zebre dell’est con la novità Mandragora dietro l’attaccante e non play come nelle precedenti gare. Modulo tattico che ha messo in ombra Giaccherini e Birsa. E senza di loro è buio pesto.
4-3-3 0 4-3-1-2 è il modulo preferito dal tecnico D’Anna, il gioco viaggia in particolare sulle corsie laterali dove si allargano i due interni Radovanovic e Rigoni cercando di produrre superiorità. Il 4-3-3 si trasforma in 4-3-1-2 a seconda della posizione di Birsa, che D’anna preferisce fare partire da destra invece che vertice alto come nel rombo di Maran. Lo sloveno è il più ricercato dai giocatori clivensi, che confidano nel suo sinistro preciso con una buona visione di gioco. Giaccherini è l’altro coi piedi buoni: gioca in coppia con il polacco Stepinski, il quale non ha più abbandonato il ruolo da prima punta dopo il gol salvezza dello scorso al Crotone.
In difesa, la squadra gialloblu è uscita malconcia in queste prime cinque giornate di campionato quando ha affrontato squadre che hanno adottato princìpi di gioco di posizione, giocando ad alti ritmi anche senza pallone tra i piedi.
I clivensi si difendono bassi con un 4-5-1 cercando di ripartire con passaggi limitati e quando Birsa e Giaccherini non riescono a fare il lavoro di copertura tutto si complica. Il mister clivense non è riuscito ancora a far crescere l’intesa nel cuore della difesa pur alternando i centrali. La formazione del Chievo rimandata, come quella del Genoa, allo speaker del Ferraris.
Genoa-Chievo sarà diretta da Pasqua di Tivoli, libero professionista nato nel 1982. Un talento quando arrivò lo scorso anno in Serie A. Talento fragile considerati gli infortuni che ne hanno limitato la carriera dopo la buona partenza con finale grigio sfociato nelle critiche della Juve dopo la gara con il Benevento, anche se vittoriosa piena di interventi del VAR.
Risultano 26 le gare dirette in serie A con 6 rigori e quattro espulsi. In stagione sono già due i gettoni di presenza con un rigore da spavento in Chievo-Juventus per la Signora a favore dei clivensi e con vittoria bianconera per 3 a 2, con gol annullato a CR7 per fallo di mano.
Con il Genoa una sola gara diretta: si tratta della la sconfitta in casa del Napoli lo scorso anno per 1 a 0. Con il Chievo 4 le gare dirette con 2 vittorie, un pareggio e una sconfitta.
Primo assistente Tolfo (Pordenone), secondo Muto (Torre Annunziata). Quarto uomo Aureliano di Bologna. Al VAR Pairetto di Nichelino, all’AVAR Tasso di La Spezia.
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