Frosinone-Genoa è un’altra gara difficile per il Vecchio Balordo . Una gara da “Cruxe o Griffu” (testa o croce), moneta da tirare in aria che sul prato verde del nuovo Stadio di Frosinone. Complimenti, con Juventus e Udinese sono le uniche squadre ad esserne proprietarie e ad aver sfruttato tutti i vantaggi europei per costruirlo o rimodernarlo. Deve uscire il “Griffu”: Grifone simbolo dell’Impero germanico di Federico II e nel calcio della squadra più antica d’Italia.
Una volta si diceva “a Frosinone in tanti faranno fatica”, quando ancora si giocava nel vecchio Matusa, dove con gli ombrelli a quei tempi si potevano toccare i deretani degli assistenti, guardalinee, con tribune e gradinate attaccate al terreno di gioco. La frase potrebbe essere ripetuta anche nel nuovo stadio perché i risultati sono arrivati con fatica per le squadre che hanno affrontato i gialli marchiati Zeus, esclusa la Sampdoria. In ultimo la Juventus, ma francamente dopo aver visto gare ed highlights: non è vero.
Con l’attuale Frosinone, anche se vittima di un calendario difficile, non fare punti in casa o fuori non è opera improba: bisogna provarci subito a vincere senza fare calcoli, buttandola dentro nei primi minuti di gara per provare a stendersi un tappeto rosso-blu negli spazi dei frusinati. Ci proveranno anche Ballardini e il Genoa domani in Ciociaria, ci proveranno con il possesso pallone. Questo può funzionare perché sulla carta il Grifo è più talentuoso, creando gli spazi per ricevere il pallone, alzare la testa e decidere cosa fare. Spazi che il Frosinone nelle prime 6 giornate di campionato non ha intasato sulle corsie laterali.
Il Vecchio Balordo non troverà un Frosinone rintanato in area come ha fatto con la Juventus, in fase di possesso per il Genoa sarà essenziale allargare e disordinare la difesa avversaria, statica e fisicamente massiccia, con tagli e movimenti sulle corsie laterali utilizzando al meglio i cross dal fondo e non dalla trequarti, vista l’altezza dei centrali avversari.
Un Genoa non immobile sarà l’altra carta vincente allo Stirpe, con scambi di pallone rapidi e nello spazio con i calciatori genoani che hanno gamba e meno creatività. Non ci sarà Sandro dal primo minuto, ma chi giocherà a centrocampo o nelle ripartenze difensive dovranno accendere azioni pericolose ogni volta che vedranno tagli/movimenti ben fatti dai compagni .
La formazione del Genoa, viste le caratteristiche della squadra avversaria da affrontare, potrebbe essere la stessa che ha giocato contro il Chievo nel primo tempo. Non perché squadra che vince non si tocca, più importante dire: modulo o strategia non si sfiora . Con tre partite in un settimana tra il dire e il campo ci penseranno Ballardini, i GPS e i preparatori atletici a determinare anche chi giocherà, constatando da vicino con i fatti e non a parole chi ha assorbito meglio i carichi di lavoro.
Con la “cazzimma” giusta come nel Tempio, con la Mamma e il Papà a cullarli, i calciatori genoani possono interrompere la serie negativa delle trasferte non vinte e giocate anche male davanti ai figli della Nord allo Stirpe, scesi con auto e treno in Ciociaria non solamente per mangiare mozzarelle di bufala.
FROSINONE – Nuovamente in Serie A dopo la prima volta nel campionato 2015/2016, il suo approccio al massimo campionato, sulla carta e prima del 19 agosto per l’esordio allenatore Moreno Longo, avrebbe dovuto essere diverso rispetto a quello di Roberto Stellone che con corsa, aggressività (forte di arrivare da una B in cui aveva avuto il record dei palloni recuperati) e con tanto sacrificio voleva continuare per essere la sorpresa delle matricole in quel campionato. Longo non ha fatto voli pindarici ed ha impostato il Frosinone 2018/2019 non alla garibaldina, non giocando a viso aperto ma piuttosto all’antica con difesa e contropiede. I risultati continuano a non arrivare, come nel passato e dopo 6 giornate di campionato i numeri della classifica raccontano 1 pareggio e 5 sconfitte, 0 gol fatti e 16 incassati. Risultati arrivati anche per un calendario terribile con Atalanta, Bologna (l’unico pareggio), Sampdoria, Lazio, Juventus e Roma.
I frusinati hanno puntato su un mercato navigato ma troppo e troppi cambi in ritardo nel calciomercato di titolati e esperti, provenienti da squadre di bassa classifica dello scorso anno: Sportiello in porta, Goldaniga (Sassuolo), Salamon (Spal), Zampano (Pescara) e Molinaro (Torino) in difesa, Hallfredsson (Udinese) e Crisetig (Bologna) a centrocampo, Campbell (Betis) e Perica (Udinese) in attacco.
Probabilmente questo abbondante cambio di uomini è una causa della Serie B appena passata e sofferta anche nei play-off, vinti sul filo di lana per i pochi gol fatti e quelli incassati.
5 3 2 o 3 5 2 è il modello tattico di Moreno Longo, modulo strano considerato che tante volte Zampano – conosciuto in Serie B come macinatore di km sulle corsie laterali – gioca vicino alla linea dei trequartisti. L’errore di Longo fino a ieri? Aver lasciato le corsie laterali in mano agli avversari. 3 5 2 semplice e diretto nelle verticalizzazioni, con tanta protezione centrale puntando con lanci lungo per la fisicità del centravanti Perica affiancato a turno in queste sei giornate di campionato da uno fra Pinamonti, Matarese e il colpo a sorpresa Joel Campbell arrivato a titolo definitivo dall’Arsenal, che nel pacchetto ha inserito il prestito di un altro attaccante: Rai Vloet, olandese del NAC Breda. In fase di non possesso Longo, tecnico arrivato dalla Pro Vercelli lo scorso anno, schiaccia la squadra con una linea serrata i nella propria metà campo con difesa a cinque.
A Frosinone il tecnico viene criticato e con il Genoa o la prossima gara prima della sosta si gioca la panchina, perché ritenuto troppo difensivista utilizzando poco il gioiello di casa il trequartista Ciano , messo in campo con la Roma in una partita nella quale il trequartista era fuori da tutto. A Frosinone i tifosi nel nuovo Stadio dedicato a Benito Stirpe, il padre dell’attuale Presidente, sono agitati nel guardare la classifica e non vorrebbero ripetere il campionato di Pescara e Benevento degli ultimi anni in Serie A, visto e considerato che le pagelle di inizio campionato li davano come squadra attrezzata con un’ identità, tranquilla dopo l’arrivo degli esperti dietro e nel mezzo del campo.
Nella formazione del Frosinone è previsto un turnover, difficile visti gli infortuni di Ardaiz, Dionisi, Gori, Maiello e Paganini. I soli dubbi sono in attacco. Sportiello in porta, Brighenti, Salamon e Capuano in difesa, Zampano Chibsah, Hallfredsson ,Cassata e Molinaro a centrocampo, Ciano e Perica (o Ciofani) in attacco.
Gara affidata al fischietto Sacchi di Macerata, 33 anni con 2 sole gare in Serie A dal 2015. Calciatore prima di diventare arbitro, fa il debutto in B nella stagione 2015/2016, con una sola gara in A doppiata la stagione successiva, nel 2016/2017. 75 partite in Serie B con 15 rigori e 19 rossi sventolati. In serie A solo un calcio di rigore contro il Crotone.
Con il Frosinone 8 gettoni di presenza (1 vittoria, 6 pareggi ed 1 sconfitta), tutti in B e l’ultimo alla 42a giornata di campionato il maggio scorso, quando i ciociari pareggiarono all’ultimo minuto di gioco contro il Foggia perdendo la promozione diretta in serie A. Mai diretto il Genoa.
Rizzoli viste le ultime designazioni dello scorso anno e le prime 6 dell’attuale campionato ha preso il Genoa per una palestra dove far crescere gli arbitri. Ok, va tutto bene e potrebbe essere un onore per la società rosso blu contribuire a rimpolpare la categoria arbitrale, abbastanza in crisi nella massima serie vista la suddivisione tra Can A e Can B, ma con Sacchi sarebbe stato opportuno mandareun VAR più navigato per guidarlo prima, durante e dopo la gara rispetto ad Abisso di Palermo, il direttore di gara che non conosce il fallo da ultimo uomo con chiara occasione da rete, non visto in Lazio-Genoa, fallo commesso da Marusic su Kouame. Anche gli altri componenti della squadra arbitrale a Frosinone hanno poca esperienza. 1° assistente Alassio (Imperia) Can A, 2° Vecchi (Lamezia Terne ) 4° Guccini (Albano) entrambi in Can B. VAR Abisso Palermo, AVAR Longo Paola
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