Il Genoa non è Paganini ed ha replicato i brutti trenta minuti di Sassuolo. Fotocopia con primo errore-gol del portiere a portare i ducali in pareggio e dopo praterie nel cuore del gioco con altre sue reti in tre minuti dal 26’ al 29’.
Sabato scrivemmo “culatello al pesto”. Oggi ribadiamo il culatello, servito da D’Aversa e il Parma mostrando una grande dote: quella della razionalità. Come si era visto in altre gare dove gli avversari avevano il possesso pallone e tiravano più fuori e dentro lo specchio della porta, una volta conquistato il vantaggio sia in casa che fuori un Verrou (chiavistello), un catenaccio davanti alla porta di Sepe e all’altezza dell’area di rigore, sempre pronti a partire in contropiede anche senza Gervinho.
Prima di fare i commentatori di Genoa-Parma c’è da porsi la solita domanda. Perché quando il Grifone deve artigliare qualcosa con rosea previsione futura, smantella tutto? La risposta potrebbe essere sempre la stessa da parecchi anni pur cambiando allenatori, calciatori, dirigenti. Ha risposto Criscito in conferenza stampa, che ha già vissuto questa strana storia nel passato:
“Penso sia questione di mentalità, mantenendo i piedi per terra e restando umili: con l’umiltà si va avanti”. Non fosse più forte il dispetto, bisognerebbe mettersi a piangere, tanto più è cocente quanto più ingenue erano state le speranze (dimenticandosi del passato) alla luce del futuro calendario da affrontare dopo la sosta italica. Sperare con il Vecchio Balordo di mezzo è pazzesco, ancor più che ingenuo.
Fare i cronisti di Genoa-Parma raccontando solo gli avvenimenti sarebbe facile, fare i critici è bestiale, con il rischio di pestare qualche callo. Per togliersi subito qualche dente elenchiamo qualche insufficienza che non è piaciuta oppure non è stata capita. Peccato che non sia più di moda fare le conferenze stampa al martedì dove queste domande non a caldo si potrebbero fare all’allenatore.
Perché Medeiros ha giocato per 48’ del primo tempo dietro le punte pur non essendo mai riuscito a fare l’uomo di raccordo, per di più non pressando nella fase di non possesso l’avversario? Medeiros sarà rimasto intontito dal colpo in testa dopo una decina minuti di gara?
Tutto questo nel cuore del gioco ha confuso anche Hilijemark, uscito spesso a vuoto su Stulac, metronomo per qualcuno lento all’inizio dell’estate quando era già quasi ingaggiato dal Grifo? Perché Lazovic dopo aver arato la corsia di sinistra e fatto vivere i primi dieci minuti infernali a Rigoni e Iacoponi con corsa, cross, assist e tiro, è stato spostato a centrocampo nel 3-5-2? Sarebbe stato meglio subito dentro Bessa per Medeiros?
Nel secondo tempo, Genoa all’attacco con 3 punte di ruolo, Piatek non più nel cuore dell’area di rigore sfiorito e sfiancato dalle rincorse sulle corsie laterali? Biraschi solito gladiatore condizionato dalla fasciatura alla mano?
Queste domande le avrei volute porre a Ballardini non alla fine della gara: non sono incontentabile, Ballardini e il Genoa mi hanno spesso accontentato in questo campionato.
I blackout genoani sono accaduti per delle mezz’ore fatali contro i 4-3-3 avversari dove davanti ci sono attaccanti veloci.
Nei primi minuti di gara, quando le cose andavano bene, “W Ballardini” e la formazione d’attacco indovinata , quando tutto andava a rotoli tutti a ribadire “squadra che vince non si tocca” rimuginando Pandev e Romulo in panchina. Ballardini alla fine ha specificato i motivi della loro assenza. In Tribuna d’onore – non Tribuna stampa – qualcuno diceva: “questa sarebbe stata la squadra ideale per il gioco di Juric, non quella dello scorso anno senza attaccanti”.
Il 3-4-1-2 di Ballardini funziona quando c’è maggior sicurezza difensiva centrale con i tre difensori contro due attaccanti consentendo ai difensori di marcare, con una copertura in profondità e in ampiezza. Quando funziona la doppia coppia sugli esterni e non si subisce inferiorità numerica laterale con alternative di gioco d’attacco sulla fascia. Funziona quando c’è la possibilità di avere più uomini costantemente in zona offensiva, i tre davanti che si muovono a triangolo. Quando lo scaglionamento offensivo su due linee è pronto ad avere un collegamento sia con il centrocampo e il reparto arretrato.
Le complicazioni nascono contro il 4-3-3 dove si prendono come riferimento gli avversari e non il pallone. Per sopperire a tutto ciò la squadra del Balla deve restare corta e densa non avendo tra tutti i difensori a disposizione (l’unico non visto ad oggi è Romero) uno pronto per anticipare e pressare.
La strategia di Ballardini funziona alla grande quando la squadra ragiona e gioca in ambedue le fasi di gioco in modo diverso. Non serve parlare delle prestazioni dei singoli perché la frustrazione dei tiri da fuori area alla “viva il Parroco” visti nel secondo tempo sono la fotografia di un mezzogiorno di fuoco solo per Piatek.
Girano i palloni a tutti ad aver perso contro i ducali con tre tiri e tre gol. Ai punti, nelle tabelle che contano poco, vince il Genoa. Oltre i tre KO parmigiani il Vecchio Balordo deve fare i conti con i centimetri della tecnologia sui gol annullati a Piatek dalla goal-line technology e a Criscito dal VAR.
VAR orbo nel secondo tempo con due falli da rigore almeno da rivedere su Favilli e Mazzitelli. L’esperto…Chiffi di Serie A e di VAR avrà detto a Massa di Imperia davanti alla TV: “ho visto tutto io. Nulla di evidente”. Se riguarderà i replay si accorgerà che era tutto evidente e visibile se fosse stato posizionato meglio sul terreno di gioco.
Il campionato del Genoa potrà ancora divertire a patto che l’umiltà e la concentrazione restino e diventino l’arma in più della squadra, accompagnata dallo spirito giusto sul campo di casa e fuori casa. Per non passare due settimane con il clistere (strumento di penetrazione pacifica) fagocitato alle diverse latitudine del pianeta Genoa, bisogna cercare di pensare per l’ennesima volta positivo anche se Ballardini e i giocatori non hanno lusingato dopo le tre pappine casalinghe. Bene i dodici punti in classifica, il Ferraris pieno, la Nord straripante e Capitan Miki-Piatek che continua a sparare di destro, sinistro e di testa in vetta alla classifica dei cannonieri.
Preziosi molto accigliato è uscito dopo quasi un’ora e mezza dalla fine della partita. Avrà giocato un’altra gara con Ballardini e calciatori non avendo più voglia di rivedere un altro Genoa da suicidio recidivo. Ad oggi uomini avvisati mezzi salvati.
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