Chiudiamo il cerchio di approfondimenti sulla Nazionale, domani impegnata contro la Polonia in una gara che si configura come decisiva, intervistando telefonicamente Andrea Ramazzotti, firma del Corriere dello Sport, presente mercoledì scorso al “Ferraris” per l’amichevole contro l’Ucraina.
Che risultato è stato per l’Italia la vittoria del Portogallo sulla Polonia?
“Più che guardare al risultato della Polonia, l’Italia deve obiettivamente guardare a sé stessa. Mi sembra che la situazione dell’Italia sia di aver vinto una gara nelle ultime sei, contro la prestigiosissima Arabia Saudita: dovrà cercare di vincere la prossima partita contro la Polonia perché la retrocessione in Serie B nella Nations League è lì, ad un passo, in caso di risultato negativo”.
Perché l’Italia non può più permettersi un vero e proprio centravanti?
“La Nazionale di Mancini, in questo momento, non ha un attaccante classico in grado di fare il titolare in azzurro. Balotelli è fuori forma, Belotti è considerato fuori forma e non ha le caratteristiche che Mancini cerca. Mancini poi non stravede per Immobile, perché mercoledì l’ha messo in panchina e non era soddisfatto della sua prestazione. Mancini avrebbe forse chiamato Inglese del Parma se no avesse avuto qualche acciacco. Poteva esserci l’idea di Pavoletti, che il ct però non avrà ritenuto adatto. Questa Nazionale, allora, si deve inventare un centravanti”.
Cosa ci ha lasciato la partita di mercoledì al Ferraris
“Che Verratti e Jorginho possono certamente giocare insieme, anche se c’è sempre l’enigma di Verratti: in Nazionale, per adesso, non è né carne né pesce. Non ha mai giocato partite al suo livello, da centrocampista del PSG che guadagna 10 milioni all’anno. Stento a ricordare una partita memorabile di Verratti con la Nazionale. Al di là di chi ha accanto, deve giocare da Verratti. Jorginho, se pensiamo di discuterlo nella Nazionale attuale poverissima di talento, è la fine del mondo. Barella, infine, ha fatto un esordio interessante. Fa ben sperare, però a ventun’anni non penso possa essere il salvatore della patria di una squadra che fatica tremendamente a concretizzare le occasioni da gol che costruisce”.
Cassano lascia il calcio giocato: “Oggi è finita per davvero”